In Alabama le donne che fanno ricorso alla pillola abortiva potranno essere perseguite penalmente. Insomma ad essere criminalizzate non solo coloro che vogliono interrompere la gravidanza chirurgicamente, ma anche chi fa ricorso all'aborto farmacologico, il cui accesso è stato recentemente reso più facile dopo che la FDA ha deciso di autorizzare la vendita del farmaco anche nelle farmacie al dettaglio. A dare notizia della nuova stretta statale è stato il procuratore generale che ha approvato, dopo l'abolizione - a giugno 2022 - del diritto costituzionale all'aborto da parte della Corte Suprema, una legge che mette praticamente al bando l'interruzione di gravidanza. Questa misura prevede però che siano avviate azioni penali solo nei confronti di chi pratica l'aborto e non delle donne che ne fanno ricorso. Però ora l'attorney generale Steve Marshall sostiene che, nel caso di utilizzo di pillole abortive, le donne possono essere incriminate sulla base di un'altra legge tesa a proteggere i minori da intossicazioni chimiche, inserita nel novero delle leggi "confermate dalla Corte Suprema dell'Alabama per proteggere i bambini ancora non nati".
Approvata nel 2006 per tutelare i minori dai rischi dei laboratori casalinghi di metanfetamina, la norma è stata però usata in questi anni in particolare contro le donne che hanno assunto droga durante la gravidanza. Una chiara risposta, quella dello Stato conservatore, all'azione del dipartimento di Giustizia democratico, che ha stabilito che è legale inviare attraverso il servizio postale pillole abortive in Stati dove l'aborto è stato invece vietato. Nel parere legale del dipartimento si afferma infatti che questi medicinali - a base di mifepristone e misoprostolo - possono essere usati per diverse patologie, e quindi la legge federale autorizza il loro invio dal momento che non si può determinare l'utilizzo che verrà fatto. La mossa è arrivata proprio a seguito, nei giorni scorsi, della scelta della Food and Drug Administration di autorizzare le farmacie ad inviare la pillola abortiva direttamente alle donne negli Stati dove la procedura è legale. Misura che però, secondo Marshall, non dovrebbe avere nessun impatto in Alabama dove "l'aborto volontario, anche con le pillole, è illegale". "La direttiva del dipartimento di Giustizia non cambia nulla - ha aggiunto il procuratore repubblicano - chiunque si azzardi a prescrive pillole abortive in Alabama lo fa a suo rischio e pericolo: io applicherò con forza la legge dell'Alabama per proteggere la vita dei non nati".
Nel frattempo, a livello federale, nonostante la volontà dell'amministrazione Biden di mettere un argine alle sempre più numerose leggi che vietano la procedura, la Camera dei rappresentanti, ora controllata dai repubblicani, ha approvato un paio di misure anti aborto. Sebbene il rovesciamento della sentenza Roe v. Wade, che il 22 gennaio 'compirà' 50 anni, abbia galvanizzato l'elettorato democratico alle elezioni di Midterm, provocando un ondata di proteste e di sollecitazioni ad andare alle urne, il Grand Old Party ha però ripreso il controllo dell'aula. E, forti della maggioranza, hanno varato le nuove misure: la prima, votata anche da un deputato dell'Asinello, obbliga i medici a fornire le cure a un bimbo che sopravvive a un tentato aborto, una evenienza molto rara. La seconda, sostenuta pure da tre dem, è una risoluzione non vincolante che condanna gli attacchi ai centri di crisi che assistono le donne in gravidanza. Improbabile che le due misure siano approvate in Senato, dove il Grand Old Party è minoranza, ma esse consentiranno ai repubblicani di evidenziare le differenze con i democratici nelle elezioni del 2024.