Animali e polemiche, Roccella: "No ai nomi da bambini a cani e gatti"

La ministra al centro di una bufera social dopo le critiche mosse nei confronti di chi chiama come esseri umani gli animali da compagnia: "Via alla prossima strumentalizzazione". I precedenti

di LETIZIA CINI
1 luglio 2023
Animali e polemiche, la ministro Roccella è finita in una bufera di polemiche dopo le sue parole contro chi scegli nomi da  umani per i cani

Animali e polemiche, la ministro Roccella è finita in una bufera di polemiche dopo le sue parole contro chi scegli nomi da  umani per i cani

Animali e polemiche, la ministra Roccella è finita in una bufera di polemiche dopo le sue parole contro chi scegli  di 'battezzare come esseri umani le proprie bestiole da compagnia. “Girando per il web, il mio nuovo obiettivo sembrerebbe essere la rivolta contro i nomi umani ai cani e ai gatti. Che fare? Riderci su? Prendiamola come un’occasione per dire cosa penso davvero“.

Il post

E' quello che scrive in un post Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia e la natalità, dopo le polemiche seguite ad alcune sue affermazioni rilasciate venerdì 20 giugno. “Amo i cani e i gatti, ne ho sempre avuti e tuttora a casa mia vivono un cagnolino zoppo salvato dalla strada, che si chiama Spock, e tre gatti 'batezzati' come simil-umani: Donald (perché è rosso col ciuffo come Trump) Oliver, Colette“, prosegue la ministro.
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Eugenia Roccella, ministro per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità

“Quando però l’altro giorno al parco mi sono girata di scatto al grido ’Eugenio!’. Ed era un cane, seguito dall’invocazione Gianmaria!’ per un altro cane, mi sono resa conto plasticamente di una cosa che percepisco da tempo. E cioè che c’è nelle persone un gran bisogno di compagnia, di affettività, di calore familiare“. “Un bisogno che in una società sempre più atomizzata, in un mondo di crescenti solitudini, spesso viene riversato in via esclusiva su questi animaletti, come ha osservato prima e ben più autorevolmente di me Papa Francesco. Ciò che mi colpisce non è l’amore, che io per prima provo per loro. Non è il bisogno, che trovo profondamente umano“, prosegue. “È proprio questa esclusività, mentre io vorrei una società in cui i cani e i gatti sono affetti di casa ma in case più vive e popolate di persone. Non sarebbe stato difficile capirlo, se solo non si fosse animati dalla volontà di equivocare tutto a tutti i costi. E ora via alla prossima strumentalizzazione, che già immagino“, conclude.
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Eugenia Roccella con uno dei suoi animali in una foto pubblicata lo scorso agosto

Il fatto

Qualche giorno fa Eugenia Roccella, ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità, ha tenuto un intervento a Fenix, la festa dei giovani di Fratelli d’Italia. Roccella sostiene che sia necessario una “rivolta a difesa dell’umano” e che il concetto di famiglia sia a rischio. In particolare, ha fatto riferimento a chi chiama i propri cani con nomi propri di persona, dicendo: “Sento ai giardinetti che i padroni chiamano i cani Giovanni o Riccardo; c’è un bisogno di famiglia, di affettività, che viene trasferito in maniera impropria sugli animali”

Il precedente papale

Nel maggio scorso fece notizia la (non) benedizione al cane di Papa Francesco, rilanciata sui social da Iacopo Melio del Pd, che scrisse: “Il Pontefice ha sbagliato”. Nel corso del suo intervento agli Stati generali della natalità a Roma, Papa Francesco raccontò un aneddoto avvenuto in Piazza San Pietro. Nel corso dell'udienza del mercoledì, una donna gli si era avvicinata chiedendogli: “Lo benedice il mio bambino?”. Dentro la borsa c'era il cane. Il Pontefice raccontò: “Non ho avuto pazienza e ho sgridato la signora, dicendole: ‘Tanti bambini hanno fame e lei col cagnolino’”. Bergoglio aveva inoltre sottolineato che queste “sono scene del presente” ma bisogna stare attenti perché potrebbero diventare “l'abitudine del futuro”.
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Iacopo Melio, consigliere Pd della Regione Toscana (Facebook)

Parole che non erano piaciute a Iacopo Melio, giornalista, attivista per i diritti umani e civili e consigliere regionale Pd Toscana. “L'amore ha infinite forme. Darne di più non toglie niente a nessuno” le sue parole nell'intervento a “Vanity Fair”, che ospitò una lunga riflessione sull'amore come scelta consapevole. “C’è chi dà amore agli animali perché non può biologicamente avere figli. C’è chi dà amore agli animali perché non vuole avere figli. C’è poi chi dà amore agli animali e dà amore anche ai propri figli” sono le parole di Melio al magazine, sottolineando che tutte e tre le “affermazioni sono giuste perché rappresentano scelte legittime, individuali, che non tolgono niente a nessuno”. Melio raccontò di non avere figli ma un cagnolino Milo a cui è molto legato. “Credo che l’amore abbia infinite forme, mi sento di dire che io, a modo mio, a Milo non dia soltanto affetto ma anche amore” proseguiva l’attivista nel suo intervento.
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Papa Francesco e la (non) benedizione al cane fece scoppiare la polemica

Quindi si pose una serie di domande: “Posso dire di amare il mio cane più di un figlio o una figlia? No, perché non ho figli. Lo amo allora più di quanto amerei un figlio o una figlia?”. La risposta è semplice: “Questo non posso saperlo non volendo figli, oggi e probabilmente mai. Insomma, amo Milo come si può amare, al meglio possibile, un cane”.

La protesta dell’Oipa

Le parole del Papa fecero arrabbiare anche le associazioni animaliste. L’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali, sottolinea come il pontefice non sia nuovo a questo genere di esternazioni che contrappongono i figli a cani e gatti. Parole “che rivelano una certa lontananza dall'amore incondizionato per gli animali, quello che invece hanno manifestato nel corso dei secoli molti santi da San Francesco, che li chiamava fratelli e sorelle, a San Giovanni Bosco, passando per Sant'Antonio Abate, Santa Gertrude di Nivelles, San Serafino, San Filippo Neri” stigmatizzò l’organizzazione. “La tradizione della Chiesa cattolica racconta 2000 anni di storie di santi che rispettavano e amavano gli animali” il commento del presidente dell'Oipa, Massimo Comparotto.

Nel 2016: "Questione di priorità"

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Papa Bergoglio e gli animali. Nel 2016, “Questione di priorità”

"E’ una questione di priorità. Vogliamo bene agli animali certo, teniamoli con noi, rispettiamoli e facciamogli vivere una vita dignitosa. Ma con giudizio. Bisogna sempre avere la lucidità di saper scindere l’amore per le bestie da quello, ben più importante, che ci lega ai nostri simili". Questo che probabilmente intendeva Papa Francesco, travoltonel maggio 2016 dalle polemiche animaliste, di cui di solito non si cura (vedi l’infinita polemica sugli agnelli pasquali), quando ha ammonito chi ama gli animali e poi si scorda del vicino che muore di fame. “La pietà non va confusa con la compassione che proviamo per gli animali che vivono con noi – ha detto Francesco -; accade, infatti, che a volte si provi questo sentimento verso gli animali, e si rimanga indifferenti davanti alle sofferenze dei fratelli. Quante volte vediamo gente tanto attaccata ai gatti, ai cani, e poi lasciano senza aiutare il vicino, la vicina che ha bisogno… "Così non va”, disse all’assemblea giubilare del giugno 2016.