Autismo al femminile, le donne vittime due volte

L'allarme della psicologa Luisa di Biagio: "Il 78% delle donne con sindrome ha avuto un’esperienza di abuso sessuale"

di BARBARA BERTI -
2 aprile 2023
Il 2 aprile ricorre la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo

Il 2 aprile ricorre la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo

L'autismo al femminile è diverso dall'autismo al maschile. Il 2 aprile ricorre la Giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo (WAAD, World Autism Awareness Day), un momento per aumentare la consapevolezza sull’autismo, promuovere l’inclusione e la comprensione. Insomma, migliorare la qualità della vita delle persone autistiche, puntando i riflettori su questa particolare disabilità. Il disturbo dello spettro autistico (ASD) è un disturbo del neurosviluppo con un rapporto di prevalenza maschi-femmine di 4:1. In ambito clinico ciò significa che tale condizione viene diagnosticata circa quattro volte in più nella popolazione maschile rispetto a quella femminile, evidenziando un chiaro bias di genere che rende le ragazze meno inclini a ricevere precocemente la diagnosi o, in alcuni casi, a non riceverla affatto. La sotto rappresentazione delle femmine nella prevalenza dei disturbi dello spettro autistico, e di conseguenza nella ricerca clinica, ha contribuito per lungo tempo a una visione maschile del disturbo e solo recentemente un numero crescente di studi ha indagato le possibili caratteristiche distintive del fenotipo femminile. L’argomento sarà al centro di un intervento a più voci, dal titolo proprio “Autismo al femminile”, nel convegno internazionale Erickson “Autismi. Vite ad ampio spettro”, in programma per la sua ottava edizione, il 28 e 29 aprile al Palacongressi di Rimini (e online).
La neuropsichiatra infantile Sara Calderoni

La neuropsichiatra infantile Sara Calderoni

“I dati della recente letteratura scientifica internazionale sull'argomento sostengono che un approccio specifico in base al sesso/genere può contribuire a una migliore diagnosi, valutazione e trattamento degli individui con disturbo dello spettro autistico” sostiene la neuropsichiatra infantile Sara Calderoni che presenterà i dati dettagliati durante l’appuntamento riminese. La neuropsicologa Valentina Pasin, invece, concentrerà la discussione su “La forza del gruppo: le Aspergirls”, ovvero presenterà l’attività di gruppo, portata in Italia cinque anni fa, pensata per donne adulte Asperger o Autistiche di livello 1. L’attività, frutto dell’esperienza maturata presso la clinica canadese della dottoressa Isabelle Hénault, una delle massime esperte mondiali di autismo femminile, parte dalla convinzione che “solo insieme possiamo raggiungere ciò che ciascuno di noi cerca di raggiungere” (sono proprio le parole di Hénault). I lavori vengono svolti online e coinvolgono circa un centinaio di donne da tutta Italia e non solo. A partire dal 2020 sono nati anche i gruppi per ragazze e adolescenti (11-15 anni e 16-19 anni) e successivamente anche i gruppi per le bambine più piccole (9 e 10 anni).
La neuropsicologa Valentina Pasin

La neuropsicologa Valentina Pasin

La psicologa Luisa di Biagio, con autismo, concentrerà il suo intervento in merito al tema identitario. In un’intervista ha raccontato di come la scoperta di essere autistica, arrivata a un certo punto della sua vita, sia stata per lei di grande sollievo in quanto, finalmente, è stata in grado di dare un nome alla sua diversità. Dalla sua esperienza di persona con autismo è nato un libro, “Donne in blu”, in cui di Biagio racconta anche come l’autismo al femminile abbia caratteristiche e connotazioni diverse di quello in versione maschile. Secondo la psicologa “si potrebbe quasi dire che sì, esistono un autismo femminile e un autismo maschile”. Le differenze sono tantissime ma “quelle più importanti riguardano la capacità di adattamento” sostiene di Biagio spiegando che “le femmine tendono ad avere maggiore facilità di adattamento, ad acquisire prima e meglio delle strategie cosiddette ‘di mascheramento’. Per questo motivo le femmine non sempre vengono riconosciute come autistiche. La maggior parte delle donne che riceve la diagnosi oggi è adulta, ha più di 40 anni”.
La psicologa Luisa di Biagio

La psicologa Luisa di Biagio

La psicologa mette in luce anche un fenomeno poco noto: l’alta percentuale di violenza sessuale sulle persone autistiche. “Circa il 78% delle persone autistiche ha avuto un’esperienza di abuso sessuale perché i criteri di comunicazione e di gestione della sessualità nella nostra cultura sono organizzati su schemi che si basano tanto sulla comunicazione non verbale, un tipo di comunicazione che per noi autistici è semplicemente inarrivabile” dice di Biagio. Un altro elemento che determina l’abuso è il fraintendimento. “Non è detto che gli abusatori abbiano sempre intenzione di fare violenza – precisa la psicologa -, a volte un abusatore può essere inconsapevole perché il comportamento della donna autistica lancia un messaggio che viene letto dal non autistico come un messaggio di apertura, mentre la donna in realtà non vuole, sta soffrendo, dice di no, ma non scappa. È necessario perciò che come società riusciamo a capire che quel ‘no’ vuol dire di no, a prescindere da ciò che sembra”.