Stuprata in ospedale psichiatrico, dopo 4 anni si sfoga: “Il sistema mi ha lasciata sola”

La 25enne spagnola ha subito violenza sessuale a febbraio 2020, mentre era ricoverata per una grave anoressia. Il suo aggressore è stato condannato a soli due anni di carcere e lei ha reso pubblica la sua storia con una lettera a El Paìs

3 ottobre 2024
La 25enne spagnola si sfoga in una lettera aperta pubblicata da El Paìs

La 25enne spagnola si sfoga in una lettera aperta pubblicata da El Paìs

Conchi Grenero ha solo 25 anni ma ha già vissuto un calvario che basta e avanza per tutta la vita. Nel febbraio 2020 la ragazza spagnola ha subito uno stupro ma oggi, quattro anni dopo, in una lettera aperta al El Pais racconta “la paura, la rabbia e la tristezza” che prova ancora. 

La denuncia in una lettera aperta

La giovane ha quindi deciso di rendere pubblica la sua storia, per alleviare il peso del trauma e sensibilizzare la società su un fenomeno grave (che non conosce confine e che conosciamo bene anche in Italia), quello dell’abbandono delle vittime da parte delle istituzioni che invece sarebbero chiamate a difenderle. Il processo sull'accaduto si era infatti concluso con una condanna – patteggiata – ad appena due anni di carcere per lo stupratore, per l'attenuante della “disabilità psichica” e il pagamento di un indennizzo di 8.500 euro per danni. La Procura, invece, aveva chiesto per l’aggressore di Conchi 8 anni di reclusione. “Ti fanno credere che sia meglio raccontarlo, perché è eticamente ciò che vorresti fare per proteggere le altre donne da questi casi, ma poi ti abbandonano”, ha denunciato.

I fatti 

Tutto accadde il 19 febbraio 2020: Conchi era in un ospedale psichiatrico di Barcellona per un’anoressia che l'aveva portata a pensare al suicidio. Quel pomeriggio entrò in bagno per fumare insieme a un giovane ricoverato da tre settimane per sintomi psicotici provocati dal consumo di cannabis. Il giovane le chiese se volesse avere un rapporto sessuale. La giovane rispose di no, ma nonostante il suo rifiuto, l’uomo l'aggredì e la violentò due volte. La ragazza, per paura di non essere creduta non voleva denunciare l'accaduto, ma poi ha cercato giustizia. Tuttavia nei quattro anni e mezzo, quanto è durato il processo, ha vissuto in solitudine, senza supporto, e ha aggravato il trauma vissuto.

“Il sistema mi ha abbandonata”

“Credo che il sistema mi abbia lasciata sola. E che mi avrebbe dovuto dare un accompagnamento", assicura la 25 enne, che ha ricevuto assistenza solo pochi giorni fa, grazie alla legge nota col titolo ‘Solo sì è sì’. Dopo il calvario passato, Grenero non se la sente di consigliare alle donne che subiscono stupri di denunciarli. Ma neanche di non farlo. “Non voglio far sentire colpevoli coloro che non denunciano”, afferma. “Se non si sentono di farlo, che non lo facciano, continuano a essere ugualmente forti e combattenti. Perchè il sistema ti lascia da sola, nuda davanti ai lupi affamati, che ti fanno solo sentire ancora più paura".