Alessia Piperno è in arresto a Teheran. L'Iran, il paese delle moschee, del deserto e dei bazar. Una delle tante Terre esotiche che ha catturato il cuore della trentenne romana, insieme all'India, Messico, Marocco, Guatemala, Australia, Samoa, Indonesia e Islanda. Una città in rivolta contro un regime oppressivo, quello di Ali Khamenei, Guida Suprema religiosa. Questa volta, però, è stata la Repubblica Islamica ad aver catturato Alessia: "Vi prego, aiutatemi!" Una voce strozzata, la sua, al telefono con i genitori. "Sto bene, ma temo di non uscire più".
Come riporta "La Repubblica", sembrerebbe che Alessia sia stata arrestata perché stava festeggiando il suo compleanno in un luogo in cui non avrebbe potuto farlo, insieme ad altre nove persone. In un Paese così rigido e ambiguo, però, non è sicuro che sia proprio questa la causa. Qualche giorno fa, la ragazza aveva scritto su Instagram: "Non riesco ad andarmene da qui, ora più che mai. Stanno manifestando per la loro libertà". A Teheran si stanno infatti verificando proteste e rivolte, dopo l'assassinio di Mahsa Amini, la ventiduenne curda-iraniana arrestata il 13 settembre dalla polizia morale e morta per le troppe percosse. La sua colpa? Quella di aver scelto di non indossato correttamente il velo mentre manifestava contro il regime. La libertà di scelta di vestirsi come si vuole, di protestare e di festeggiare. Sull'hijiab imposto le donne (e anche molti uomini) di Teheran stanno combattendo. Secondo Adnkronos, almeno 92 persone sono state uccise in seguito alla repressione delle manifestazioni che sono scoppiate dopo l’omicidio di Mahsa Amini. Tra queste anche l’attivista appena 20enne Hadis Najafi, la ragazza con la coda. Le proteste si stanno allargando anche al mondo universitario: il 2 ottobre gli studenti si sono scontrati con la polizia in assetto antisommossa. In particolare nell’università Sharif di Teheran, una delle più prestigiose del paese, ci sono stati scontri violenti nel corso dei quali la polizia avrebbe intrappolato molti studenti all’interno del parcheggio coperto, impedendo loro di uscire. Proteste si sono tenute anche negli atenei di Shiraz e Birjand. Il mondo dovrebbe ricordarsi tre parole: donne, libertà e vita. Tre termini divenuti grido per tutti quelli che lottano per l'uguaglianza, la dignità e la libertà in Iran. “Sono le donne i fattori di cambiamento, sostenute da alleati e amici". Con queste parole la presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, ha aperto la plenaria a Strasburgo. Presente in aula anche la professoressa franco-iraniana Azadeh Kian, accolta da un lungo applauso degli eurodeputati: "Il mio messaggio a te e ogni donna che lotta per i propri diritti in Iran è che non sei sola", ha detto Metsola rivolta a Kian. "Questo Parlamento è orgogliosamente al fianco di chiunque chieda il cambiamento". Alessia aveva scritto sui social, parlando della bellezza ma anche dell'immensa sofferenza dell'Iran: "Questa terra mi ha regalato dei colori meravigliosi, dei panorami surreali, ma mi ha anche messo a dura prova, come nessun altro paese al mondo". Adesso in Iran migliaia di persone scendono nelle piazze, cercando di far scuotere il regime del presidente conservatore Ebrahim Raisi. Oltre all'Iran anche un'altra nazione sta lottando per il diritto di non dover portare per forza il velo: l'Afghanistan. C'è anche chi invece protesta per la libertà di indossarlo, come l'India o la Francia. La trentenne romana avrebbe dovuto proseguire il suo viaggio verso il Pakistan, "Alessia-viaggiatrice solitaria", come si chiama sul suo profilo Instagram. Dal 2016 viaggia da sola, con lo zaino sulle spalle e con tanta voglia di scoprire e di dare al tempo stesso. Organizzatrice di viaggi e blogger, aiuta anche le persone dei paesi in cui approda: in Samoa ha insegnato in una scuola e in Pakistan avrebbe voluto ricostruire un villaggio, distrutto dalle alluvioni. Il padre e la madre di Alessia si sono allarmati e si sono messi in contatto con le autorità: "Abbiamo subito chiamato la Farnesina. Ci dicono che si stanno muovendo. E noi genitori e il fratello David non riusciamo a stare con le mani in mano", ha detto il padre che non sentiva la figlia dal 28 settembre, giorno del suo compleanno.Visualizza questo post su Instagram