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Maternità surrogata: reato universale o "atto di generosità"?

Mentre in Parlamento si discute sulla proposta di legge di FdI da un sondaggio emerge che due italiani su tre sono contrari alla pratica. Pascale: "Smettiamo di pensare che sia un abominio"

di MARIANNA GRAZI -
25 marzo 2023
maternita surrogata

maternita surrogata

È il tema caldo del momento, quello di cui si parla tanto in politica quanto in tv, sui social e per strada. Ovviamente stiamo parlando di maternità surrogata. Se nelle Aule del potere si discute la proposta di legge presentata da Fratelli d'Italia per rendere della gestazione per altri un "reato universale", con l'esame del testo uscito dalla commissione Giustizia della Camera che è iniziato giovedì 23 marzo, fuori dal Parlamento la maternità surrogata è letteralmente sulla bocca di tutti. Tra chi la difende e chi è contrari* alla pratica, mentre l'argomento si lega a doppio filo alla questione delle famiglie arcobaleno e dell'omogenitorialità. Anche se, "stime empiriche" alla mano, la maternità surrogata in Italia è praticata da 250 coppie all'anno e il 90% di chi la chiede è una coppia eterosessuale. I numeri li ha forniti il Corriere della Sera, che ha spiegato anche come il fenomeno sembri appannaggio delle coppie gay perché queste sono immediatamente riconoscibili.
Tutti i figli avuti all’estero tramite maternità surrogata devono essere riconosciuti dai genitori in Italia

Tra favorevoli, contrari e indecisi, in Italia tiene banco il tema della maternità surrogata

La proposta di legge di Fratelli d'Italia

"Un tema sentito e su cui c'è molta attenzione e confido che in commissione, come sempre avvenuto finora, ci sarà un dialogo e un confronto equilibrato e approfondito tra tutte le forze politiche, nel rispetto di un tema così delicato" ha detto qualche giorno fa Ciro Maschio (FdI), presidente della Commissione Giustizia, in merito alla proposta di legge avanzata dal suo partito e dalla Lega. Le forze di maggioranza puntano a rendere la maternità surrogata un reato universale, cioè perseguibile anche se commesso all'estero. In Italia infatti la pratica è già regolata - e soprattutto vietata - dalla legge 40/2004, in cui si prevede che "chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con la multa da 600.000 a un milione di euro". Il nuovo progetto di legge avanzato dal governo, quindi, fa un passo avanti, rendendo questo reato punibile dal nostro ordinamento anche se compiuto da un* italian* all’estero. "Anche il Senato francese, il 22 marzo scorso, ha ritenuto la proposta di regolamento sulla filiazione UE non conforme al principio di sussidiarietà, con posizioni analoghe a quelle assunte dal Senato con la risoluzione della Commissione politiche dell'Unione europea, approvata il 14 marzo". Così Giulio Terzi, senatore di Fratelli d'Italia e presidente della Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato. "Il Senato, come il governo francese, si oppone al riconoscimento automatico della filiazione derivante da maternità surrogata [...]. Anche secondo il Senato francese – aggiunge – la tutela del minore può essere riconosciuta, per il genitore di intenzione, attraverso l'istituto dell'adozione, senza quindi necessità di un riconoscimento automatico della filiazione derivante da maternità surrogata".

Il sondaggio: due italiani su tre contrari

La proposta di legge di fratelli d'Italia vuole rendere la maternità surrogata un reato universale, ovvero punendo anche coloro che vi ricorrono all'estero e poi rientrano in Italia

L'omogenitorialità, al centro del dibattito pubblico, spacca la società civile. Un tema etico, come l'aborto, il fine vita o la fecondazione assistita, che divide i cittadini e che spesso li vede discostarsi, alle urne, dall'ideologia politica del loro partito di riferimento. Come scrive il sondaggista Nando Pagnoncelli sul Corriere della Sera, due italiani su tre (65,4%) sono contrari alla maternità surrogata quando questa prevede un pagamento della madre, mentre i favorevoli sono il 19,7%. Se invece la pratica risulta a titolo assolutamente gratuito i contrari diminuiscono sensibilmente (40,3%) e i favorevoli salgono al 34,6%; non si pronuncia il 25,1%. Ma, come dicevamo, non è un no alle famiglie arcobaleno: infatti il 45% degli italiani si dichiara favorevole al fatto che questi bambini, nati grazie alla gestazione per altri in Paesi dove è legale, siano registrati nei comuni di residenza della coppia dopo il rientro in Italia. Sul tema dell'adozione da parte di coppie omosessuali, spiega ancora Pagnoncelli, il 47% è favorevole alla pratica mentre il 32% è contrario, ritenendo che sia un peso per i figli avere una famiglia diversa da quella tradizionale.

Pascale: "Maternità surrogata atto di generosità"

E mentre cresce il numero dei sindaci dissidenti, che sfidano lo stop del governo al riconoscimento dei figli delle coppie formate da persone dello stesso sesso, aumenta sempre di più l'attenzione sul tema anche tra la cittadinanza. "La destra, soprattutto questa, fomenta questi temi per spaventare le persone, soprattutto quelle meno informate. La maternità surrogata è un atto di generosità. Esiste la fecondazione in vitro, che non è a pagamento. Smettiamo di pensare la maternità surrogata come atto contro l'umanità, un abominio, ha lo stesso diritto e rispetto dell'aborto. Chi non è d'accordo, come con l'aborto, semplicemente non ne fa uso". A dirlo Francesca Pascale, ex compagna di Silvio Berlusconi e oggi attivista Lgbtq+, a Otto e mezzo su La7. "Una donna che ha modo di rendere felice una coppia che non ha la possibilità di avere un figlio fa un gesto di generosità. Sento sempre dire che è contro natura, ma lo era tanti anni fa anche il trapianto. Il tema dei diritti appartiene a tutti indipendentemente dal voto alle urne. Bisogna non rendere i diritti civili un fatto di squadre politiche" ha aggiunto. "Il fatto che la comunità lgbtq+ sia piccola non vuol dire che il problema non sia più grande, non è solo degli omosessuali ma culturale. Vorrei che i nostri figli crescessero con l'educazione al rispetto di tutti, a prescindere alla sessualità. Le battaglie per i diritti civili non sono carnevalate; io le carnevalate le condivido a metà, ma non vuol dire che rispecchiano tutti. L'obiettivo è che tutta la società percepisca l'omosessualitùà come l'eterosessualità. Ci sentiamo discriminati perché scegliamo di amare una persona dello stesso sesso: aberrante per uno Stato democratico come quello italiano" ha concluso.

La (contro)proposta dell'Associazione Coscioni

"All'indomani dell'avvio in commissione Giustizia della discussione sulla proposta di legge di Fratelli d'Italia sulla maternità surrogata come reato universale, l'Associazione Luca Coscioni rilancia l'appello, già firmato da oltre 5400 persone, per chiedere la legalizzazione della gravidanza per altri solidale - fanno sapere in una nota i vertici dell'associazione -. L'obiettivo è quello di normare un percorso che già esiste e che per molte persone rappresenta l'unica possibilità di dar vita a una famiglia". Per regolamentare la gravidanza per altri in Italia, la Coscioni ha elaborato insieme ad esperti e associazioni una "proposta di legge che nelle scorsa legislatura era stata depositata ma mai discussa" che "prevede di regolamentare la gravidanza solidale per altri - si legge ancora nella nota -, al fine di evitare situazioni di incertezza normativa e fornire piena tutela ai diritti di tutti i soggetti coinvolti e, in particolar modo, ai minori attraverso: divieto di commercializzazione, possibilità di mero rimborso spese, limite di gravidanze per altri alle quali una donna (che già deve essere madre) si può prestare". "Voler trattare come 'criminali internazionali' persone che non possono mettere al mondo un figlio a causa di malattie, oppure coppie di persone dello stesso sesso, è una una pura follia - dichiara il tesoriere Marco Cappato - figlia di una ideologia proibizionista demagogica e violenta. Così facendo, si alimenta la clandestinità perché si rinuncia a distinguere tra chi subisce sfruttamento per uno stato di necessità e chi esercita una scelta autonoma e consapevole sul proprio corpo".