Una manifestazione intitolata simbolicamente a Giulia Cecchettin può accogliere come ospite un uomo che è imputato a processo per maltrattamenti e lesioni aggravate contro l’ex fidanzata? Non è una contraddizione far partecipare un personaggio pubblico che è stato denunciato per violenze contro una donna a un evento che vuole onorare la memoria di una ragazza uccisa in modo brutale per mano dell’ex fidanzato?
Non è ipocrita appellarsi al ‘facciamo fare alla giustizia il suo corso’, alla presunzione di innocenza, proprio nei giorni a ridosso dell’anniversario da quel femminicidio e della giornata internazionale contro la violenza sulle donne?
*Spoiler*: sì, lo è. Secondo noi non c’è scusa che tenga, è solo vergognoso.
Chiara Valerio invita Leonardo Caffo: scoppia il caso, lui si ritira
Invitato dalla scrittrice Chiara Valerio, curatrice di Più libri Più liberi in programma a Roma dal 4 all’8 dicembre, Leonardo Caffo, classe 1988, filosofo, autore e opinionista, dopo le accese polemiche scatenate dall’annuncio della sua partecipazione, ha deciso di rinunciare: “Ritengo opportuno ritirare immediatamente la mia partecipazione alla fiera Più Libri più Liberi di Roma rispettando tutte le polemiche suscitate dal vostro gentile invito. Pur nutrendo perplessità sui modi, dato che sarei solo venuto a presentare un mio libro, preferisco per carattere non disturbare nessuna e attendere che la giustizia faccia il suo corso”, ha scritto il 22 novembre.
Immediata la risposta Valerio: “Rispetto la decisione di Leonardo Caffo di non partecipare a Più Libri Più Liberi. L'invito rimane valido, e lo spazio disponibile, dunque sarò io stessa, in assenza di Caffo, a parlare di Anarchia, il suo saggio pubblicato dall'editore Raffaello Cortina”, ha detto. E poi, appellandosi al garantismo: “Riguardo la presunzione di innocenza e il diritto di parola, come dice la Costituzione Italiana Leonardo Caffo è, ad oggi, incensurato. La fiera si chiama Più Libri Più Liberi e il programma, che è online da mercoledì, vive di questa libertà di dialogo e dissenso”.
Tutto risolto, quindi? Non è così semplice.
In questi giorni, nelle ultime ore, sono parecchi i messaggi, affidati ai social, in cui case editrici e autori si esprimono sulla questione, chi annunciando che non parteciperà alla fiera, chi dicendo che ci sarà ma non prenderà parte agli incontri, chi presentando lo stand vuoto (come ha annunciato dalla pagina Instagram la casa editrice Gigaciao). Tra le voci più potenti – visto che non si tratta di una ‘prima volta’ – c’è quella del fumettista Zerocalcare, che ha affidato alle storie di Instagram la sua riflessione.
*Spoiler 2*: ci sarà, ma ha annullato l’incontro con Chiara Valerio e si limiterà, come gli altri autori della casa editrice Bao Publishing, alla sola presenza allo stand per i firmacopie.
La riflessione di Zerocalcare: “Inopportuno invitarlo”
“Ho fatto passare alcuni giorni prima di prendere parola su quello che è successo attorno a Più libri Più liberi, per tanti motivi – ha scritto – [...]Non mi piace usare il mio peso mediatico per occupare spazio dentro una discussione nella quale io da maschio -che sta ancora facendo i conti coi suoi limiti ed il suo ruolo- credo di dover soprattutto ascoltare. Per non lasciare non detti: mi è sembrato evidentemente inopportuno invitare ad una fiera dedicata a Giulia Cecchettin un uomo (confesso che non sapevo manco chi cazzo fosse) accusato di violenza ai danni della sua compagna”.
E ancora: “Mi è sembrato sbagliato invocare il garantismo (che pure è un tema che mi sta molto a cuore in questo tempo di barbarie) per troncare una discussione sulla violenza di genere, senza problematizzare il calvario che tante donne incontrano nel denunciare gli abusi, la difficoltà di essere credute, di vedere riconosciuta la propria verità. Una discussione complessa che afferisce più alla cultura che alle procedure penali. Mi è sembrato un problema che, nell'equazione con cui è stata narrata la vicenda da parte della fiera, la figura della donna sia stata completamente rimossa, perpetrando quel meccanismo che vede gli uomini accusati di violenza continuare ad occupare lo spazio pubblico, invitati e celebrati, mentre le vittime spariscono, in nome di un garantismo che si preoccupa di tutelare e proteggere solo una delle parti”.
Le scuse? Messaggio sbagliato
Facendo poi riferimento al dibattito che si è aperto dopo la notizia della partecipazione di Leonardo Caffo, tra messaggi, botta e risposta, comparsate in tv, “letteralmente tutto almeno fino all'ultimo messaggio di scuse sia stato sbagliato”. Nei giorni scorsi, infatti, vista la bufera di polemiche gli organizzatori della Fiera del libro di Roma avevano diffuso il seguente messaggio: “Abbiamo sbagliato e ferito, oltre le nostre intenzioni, e ci scusiamo. La fiera mette a disposizione queste sale per i centri antiviolenza, le associazioni, i gruppi e le singole persone che vogliono contribuire alla discussione contro la violenza di genere. Tra queste anche la sala inizialmente prevista per la presentazione di 'Anarchia' di Leonardo Caffo verrà messa a disposizione da PLPL e dall'editore Raffaello Cortina”.
Fa riferimento quindi alla rinuncia a partecipare a Lucca Comics nel 2023, dopo che aveva scoperto il patrocinio da parte dell’ambasciata di Israele alla fiera, alla luce dello scoppio, poche settimane prima, della guerra in Medio Oriente. Ancora, parla di quanto accaduto a maggio al Salone del Libro di Torino, con le manifestazioni fuori dagli stand, l’arrivo di Casapound, la polizia in tenuta anti sommossa pronta a caricare i giovanissimi venuti a protestare contro la mancata solidarietà al popolo palestinese da parte degli scrittori presenti. Cause diverse, occasioni diverse, ma che avevano spinto Michele Rech, in arte Zerocalcare, a prendere una posizione. E stavolta?
“Dopo aver parlato anche con la casa editrice e aver compreso che condividevano il mio stesso disagio, ho deciso di annullare l'incontro previsto sull'editoria con la stessa Chiara Valerio (oggettivamente impossibile da tenere: non perché penso che sia un'appestata o che con lei non si possa parlare, anche quando ritengo stia sbagliando- ma perché mi pare impossibile glissare su questo tema e parlare d'editoria come se niente fosse; e al tempo stesso mi pare grottesco pensare che un maschio tenga un incontro in cui spiega a una donna come avrebbe dovuto comportarsi in termini di femminismo). Bao dal canto suo cancellerà tutti i panel della casa editrice in segno di discontinuità, mentre rimarrà attivo lo stand e i firmacopie degli autori -me compreso”, conclude.
Fumettibrutti: “Serve presa di posizione contro violenza di genere”
Più drastica invece la decisione di Fumettibrutti, che ha deciso di non partecipare a Più libri più liberi. Nel suo annuncio su Instagram, qualche giorno fa, la vignettista Josephine Yole Signorelli (recentemente vittima di un’aggressione trasnfobica in strada) affermava: “Ho deciso di non presenziare a Plpl per quest’anno. Ci penso da giorni a come scrivere queste parole, mi aspettavo delle scuse e un cambio di rotta nelle intenzioni che purtroppo, ad oggi, non è arrivato. Tanti anni fa – ha spiegato – nella città in cui vivo sono stata st****a. Ne ho parlato e scritto abbastanza, ho anche raccontato come i carabinieri mi sconsigliarono di denunciare il mio aggressore, pensando così di aiutarmi. Mi dissero che ‘tanto non credono manco alle donne’”.
“Questa storia – aggiungeva Fumettibrutti – ha bruciato dentro di me per anni, fino a quando non ho scoperto la frase: ‘Sorella io ti credo’. Negli ultimi giorni ho sentito troppe parole che mi hanno messa a disagio, come transfemminista e sopravvissuta. Invito tutte e tutti a una riflessione su ciò che è stato detto e scritto, perché il discorso sulla violenza di genere non è e non può essere un argomento di dibattito, ma richiede una presa di posizione forte e chiara contro una società che la alimenta e ci uc***e”.
Recchioni: “Così mettete gli autori in difficoltà”
Solidarietà e appoggio alla scelta della fumettista dal collega Roberto Recchioni, ex sceneggiatore e curatore di ‘Dylan Dog’ che dal suo profilo Instagram scrive: “Fumettibrutti non parteciperà a quest’edizione di 'Più Libri Più Liberi'. Logicamente e comprensibilmente, direi. Se ne volete sapere di più, tutte le motivazioni le trovate sul suo profilo. Questa storia riporta in luce un discorso che ho cercato di fare (inascoltato) l’anno scorso a quelli di Lucca C&G – ricorda –: gli autori che partecipano alle vostre manifestazioni, che le arricchiscono e vi permettono di staccare qualche biglietto in più (spesso molti biglietti in più) e di farvi belli del vostri profilo culturale, vi danno la loro fiducia, demandando a voi la responsabilità delle scelte, confidando che non li tradirete e che non li metterete in difficoltà o in posizioni scomode o insostenibili. Se questo rapporto di fiducia viene meno, vengono meno anche gli autori. È inevitabile – sentenzia –. Con tutto quello che ne consegue. Forse sarebbe il caso di stare più attenti perché senza gli autori, siete solo dei grossi temporary shop”.
Paolo Di Paolo: “Sarebbe più efficace presenziare”
“L'invito a Leonardo Caffo era inopportuno e non c’entra il garantismo ma appunto l’opportunità. La semplice opportunità. Le proteste sono più che legittime e le riflessioni utili e feconde. Così mi sembra giusto – se ci sente delusi, offesi e feriti – dichiararlo a gran voce”, scrive Paolo Di Paolo in un post su Facebook dopo le polemiche per l'invito della manifestazione al filosofo Leonardo Caffo.
“Rispetto la scelta di chi non andrà ma non comprendo bene quale sia il senso: Caffo non ci sarà, e ciascuno potrebbe usare – volendo – il proprio spazio per riflettere sulla questione. [...]Anche laddove ci si volesse opporre a una scelta sbagliata o sanzionare un errore di comunicazione e di metodo, non potrebbe essere più efficace presenziare che abbandonare il campo? In assenza dell’ospite sbagliato e potendo usare tutti gli spazi per discutere dell'accaduto, e di violenza di genere, patriarcato, storture del discorso pubblico, perché non farlo?” sottolinea.
Di Paolo si scaglia anche contro quello che “non esiterei a definire linciaggio nei confronti di Chiara Valerio”, che dico lo deprime e sconforta. “Il fatto è che se vogliamo difendere le persone, se vogliamo ricordarci che prima di tutto vengono le persone, dovremmo provare a impedire che qualcuno, chiunque, diventi un bersaglio. E il nostro margine di tolleranza dell'errore a che cosa è ridotto?” afferma.