Preti pedofili. Il rapporto sugli abusi sessuali che condanna la Chiesa italiana

di GIOVANNI BOGANI -
21 novembre 2022
Preti pedofili

Preti pedofili

89 vittime e 68 presunti preti pedofili, negli ultimi due anni, nella Chiesa italiana. Sessantuno delle vittime si trovavano nella fascia di età fra i 10 e i 18 anni. Sono i risultati del primo rapporto sulla pedofilia del clero italiano pubblicato dalla Cei, la conferenza episcopale italiana.

Papa Francesco, più di un anno fa prima della pubblicazione del report sulla Chiesa francese, aveva dichiarato: "E' il momento della vergogna"

Molestie sessuali, toccamenti, esibizioni di pornografia: le tipologie elencate nel rapporto

Comportamenti e linguaggi inappropriati, toccamenti, molestie sessuali, rapporti sessuali, esibizione di pornografia, adescamenti online, atti di esibizionismo. Queste le tipologie dei casi di abusi sessuali elencati nel rapporto sulla pedofilia del clero italiano. Un rapporto che riguarda tuttavia solo l’ultimo biennio, e che raccoglie dati parziali: quelli relativi alle 90 diocesi che hanno attivato un Servizio di ascolto per la tutela dei minori. Un rapporto nato, secondo molti, solo a seguito di forti pressioni da parte di papa Francesco. "Questo è il momento della vergogna", aveva detto papa Francesco più di un anno fa, "per la troppa lunga incapacità della Chiesa di mettere al centro delle sue preoccupazioni le vittime", all’indomani della pubblicazione – da parte di una commissione indipendente – del report sulla pedofilia nella Chiesa francese. Era un momento storico: la più alta carica della Chiesa ammetteva che la pedofilia nel clero è un problema strutturale, non l’opera di qualche mela marcia. Nel frattempo, dossier su abusi sessuali perpetrati dal clero su minori sono stati pubblicati in Germania, Portogallo, Australia. Ma di pedofilia nella Chiesa cattolica italiana non si era ancora parlato. Il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza episcopale italiana, lo ha definito "la via italiana alla tutela dei minori". Dice Zuppi: "Occorre saper riconoscere una ferita, chiamarla col suo nome, chinarsi su chi ne soffre gli effetti, specie quando sono devastanti, saper piangere insieme". Il rapporto è stato divulgato alla vigilia della Giornata nazionale di preghiera della Chiesa italiana per le vittime e i sopravvissuti agli abusi.

Ma la chiesa italiana vuole fare veramente luce sugli abusi sessuali al suo interno?

I dati sono, al momento, molto parziali. Sono relativi a novanta Centri di ascolto attivati dai servizi diocesani per la tutela dei minori, centri che si trovano in gran parte nel Nord Italia. Il 31 per cento delle presunte vittime ha un’età compresa fra i 10 e i 14 anni. Il 13,5% del totale delle segnalazioni riguarda bambini nella fascia d’età 5-10 anni. Oltre il 10 per cento degli abusi riferiti riguarda rapporti sessuali, e non soltanto toccamenti o molestie. Il ruolo ecclesiale ricoperto dalle persone che si sarebbero rese protagoniste di abusi è quello di chierici, religiosi, ma anche di laici: sagrestani, animatori di oratori, catechisti, insegnanti di religione. Gli abusi sarebbero avvenuti in ambito parrocchiale, nelle sedi di movimenti e associazioni e in seminario. La Cei ha precisato che, dopo le segnalazioni da parte dei centri di ascolto, sono stati attuati provvedimenti disciplinari", seguiti da "indagine previa" e "trasmissione al Dicastero per la dottrina della fede". Secondo l’analogo report francese, su 22mila sacerdoti d’Oltralpe tremila sarebbero pedofili: il 13 per cento circa. In Italia ci sono 38mila sacerdoti. Se la percentuale di preti pedofili fosse simile a quella francese, si avrebbe un numero molto superiore all’attuale numero italiano di preti indagati o condannati. Resta da chiedersi se siano le diocesi italiane più virtuose o se predomini, in Italia, la tendenza alla copertura, all’insabbiamento dei casi. Fino ad oggi, gli unici dati disponibili erano quelli della associazione "La rete – l’abuso", composta da sopravvissuti agli abusi sessuali del clero. Secondo Francesco Zanardi, vittima degli abusi sessuali di un prete e fondatore dell’associazione, la tendenza dei vescovi a coprire i preti pedofili è incentivata dall’attuale legge vaticana contro la pedofilia: "La Vox estis lux mundi continua a dire di gestire la cosa internamente. La Conferenza episcopale italiana è particolare, perché è l’unica al mondo che non vuole fare una commissione d’inchiesta indipendente, ma un’indagine interna". Il report è stato affidato a una équipe dell’Università cattolica del Sacro cuore di Piacenza, istituzione strettamente legata alla Chiesa. E comunque potrà lavorare solo sui dati che verranno forniti dalla Chiesa italiana. Ogni caso, è bene ricordarlo, non è un numero. È una storia, è una persona, è un groviglio di ferite interiori. È una lacerazione nella propria vita interiore, che prosegue a distanza di anni. Questi numeri sono storie. Riportare i numeri e basta è un inizio. Neessario, ma non sufficiente. Occorre indagare, analizzare comportamenti diffusi, capire che cosa succede. Atrimenti si rischia di far finire la questione degli abusi sessuali nel dimenticatoio, nei cassetti della memoria collettiva.