“Altri sei mesi nel congelatore, così arriviamo a 5 anni senza alcuna tutela. Non cinque per avere una sentenza, quella magari. Cinque anni per arrivare forse a un processo”.
Si è sfogata così Angelica Schiatti, in arte Santangelica, con una storia pubblicata sul suo profilo Instagram dopo la decisione, arrivata nei giorni scorsi, del tribunale di Lecco di ammettere Morgan alla giustizia riparativa, la procedura complementare al processo che prevede alla fine anche un loro incontro per la risoluzione del conflitto, alla presenza di un mediatore, dopo un percorso di lavoro individuale con degli specialisti per Castoldi. “Diamo pure sei mesi di tempo – continua lo sfogo – per provare ad avere uno sconto di pena. Perché di questo si tratta, non certo di ravvedimento o pentimento. A me lasciate pure altri sei mesi nel congelatore tanto cosa cambia”.
Rifiutata la richiesta di divieto di avvicinamento
Schiatti ha denunciato Morgan per stalking nel 2020. Oggi, quasi cinque anni dopo, siamo a due udienze appena di un processo destinato a durare a lungo. Non solo, la cantautrice ha anche chiesto un divieto di avvicinamento per il suo persecutore e non le è stato concesso. Viviamo in un sistema che da una parte continuare a invitare le donne a denunciare, dall’altra però le invita a incontrare la persona che le ha stalkerizzate.
Come può un codice rosso denunciato nel 2020 non essere ancora arrivato a sentenza, come può una donna trovare il coraggio di denunciare davanti a episodi come questo. Se davvero vogliamo fare un passo avanti nella lotta contro la violenza di genere, dobbiamo garantire tutele alle vittime. Non esporle a una seconda violenza come quella di incontrare chi ha fatto loro del male.
“La mia vita stravolta per aspettare giustizia”
"Cinque anni, due rinvii a giudizio – attacca Schiatti – vita compromessa, anni di malessere, di rospi ingoiati, di fiducia mal riposta, di dignità calpestata, di paura. E soprattutto nessuna tutela se non la mia buona stella e la fortuna che ho di aver potuto stravolgere la mia vita, le mie abitudini. Chi mi ridà indietro questi cinque anni passati in queste condizioni? Questo è il trattamento che si riserva in Italia a chi aspetta giustizia in silenzio”.
La prossima udienza è stata fissata per il 14 marzo, appunto tra sei mesi. “La mia cliente – così la legale Maria Nirta, che assiste la cantautrice – verrà chiamata dall'istituto di Giustizia riparativa di Milano e verificare se ci sarà o meno la sua adesione per questo programma. Non si procederà, comunque, prima del 14 marzo. Per un codice rosso denunciato nel 2020, continueremo a parlarne nel 2025”. E questo è una vergogna.