Procreazione assistita, è giusto vietarla alle donne single? Deciderà la Corte costituzionale

Tutto nasce da una donna di Torino che si era rivolta a un centro toscano per effettuare la Pma. Il tribunale di Firenze ora chiama in causa la Consulta sul tema della legittimità della legge 40

10 settembre 2024
La procreazione assistita, corte costituzionale

La procreazione medicalmente assistita non è ancora permessa a coppie omosessuali e a donne single

Dopo 9 anni dall'ultimo intervento di incostituzionalità, la Corte costituzionale tornerà a esprimersi sulla legge 40 del 2004 'Norme in materia di procreazione medicalmente assistita (Pma)', in particolare sull'articolo 5 che prevede il divieto di accesso alle tecniche da parte di persone single.

Lo rende noto l'Associazione Luca Coscioni. Il Tribunale di Firenze ha, infatti, sollevato la questione di legittimità costituzionale nell'ambito di un procedimento portato avanti da Evita, una donna single 40enne di Torino, che aveva richiesto di poter accedere alla Pma in un centro di fecondazione assistita in Toscana. La donna è assistita dall’avvocato e professore Gianni Baldini, membro dell'Associazione Coscioni, coordinata da Filomena Gallo, avvocata e segretaria nazionale dell'associazione.

La giudice ha rimesso la questione alla Consulta, ritenendo che ci siano sufficienti motivi per dubitare della legittimità dell'articolo 5 della legge 40, che consente l'accesso alle tecniche di fecondazione medicalmente assistita esclusivamente alle coppie di sesso diverso e non anche alle persone singole.

"Questa ordinanza rappresenta un passo importante verso l'affermazione dei diritti riproduttivi delle persone singole in Italia - afferma Filomena Gallo -. Siamo fiduciosi che la Corte costituzionale possa riconoscere la discriminazione e l'ingiustizia di una norma che limita ingiustamente l'accesso alla genitorialità”.