Il direttore di un’agenzia turistica è stato condannato da un tribunale di Mosca che ne ha ordinato l'arresto: l’accusa nei suoi confronti è di “coinvolgimento nell'organizzazione di viaggi per membri della comunità Lgbt”. L'adozione della misura – di cui dà notizia la Tass – appare come un'altra grave violazione dei diritti delle minoranze sessuali da parte delle autorità del Cremlino.
L'arrestato, identificato dalle autorità come Andrei Kotov, respinge le imputazioni. Secondo la testata online MediaZona, l'uomo ha denunciato di essere stato picchiato durante la perquisizione e accusa le forze dell'ordine di aver usato contro di lui una pistola stordente.
La Russia di Putin ha bollato come "estremista" il "movimento pubblico internazionale Lgbt": un provvedimento subito condannato dall'Alto Commissariato Onu per i diritti umani. La decisione della autorità russe sta portando a un ulteriore inasprimento della repressione, che prevede anche arresti e procedimenti penali nei confronti di chi difende i diritti delle minoranze sessuali.
Un altro esempio delle ultime ore sono i raid in locali e bar notturni di Mosca da parte della polizia, che arrivano esattamente un anno dopo che la Corte Suprema russa ha stabilito l’illegalità del movimento Lgbtq. Gli agenti hanno fatto irruzione in diversi di questi luoghi di aggregazione, dove hanno sequestrato smartphone, computer portatili e videocamere, e controllato i documenti d’identità a tutti i frequentatori e ai gestori dei locali, ha riferito l'agenzia di stampa russa Tass, citando fonti delle forze dell'ordine.
La decisione ha fatto seguito a una decennale repressione dei diritti delle persone Lgbtq+ In Russia, dove il presidente Vladimir Putin ha fatto dei "valori della famiglia tradizionale" la pietra miliare del suo quarto di secolo di potere.