Firenze, 17 novembre 2024 – “Libertà per le donne afghane. Libertà per tutte le donne”. È il messaggio che Yulduz Hashimi, la ciclista afghana protagonista, con la sorella Fariba, delle ultime Olimpiadi, lancia dal palco del Maggio Musicale Fiorentino durante l’apertura della terza edizione de ’La Toscana delle donne’, festival organizzato dalla Regione Toscana e ideato da Cristina Manetti, capo ufficio di Gabinetto della presidenza.
“Mi manca la famiglia, gli amici. La cosa più triste è che non posso andare lì, nel mio Paese, non li posso vedere da vicino. Spero che un giorno tutto questo possa cambiare” dice l’atleta cresciuta nella provincia di Faryab, al confine con il Turkmenistan, che ha iniziato ad andare in bicicletta nel 2017, a 17 anni, insieme alla sorella minore Fariba (che all’epoca aveva 14 anni). La loro avventura in sella è iniziata nel momento in cui un annuncio pubblicitario per una gara ciclistica attirò la loro attenzione. Per l’occasione le due si fecero prestare delle biciclette e parteciparono alla corsa, vestite da uomini e utilizzando nomi falsi. Il risultato fu che conclusero la gara posizionandosi al primo e secondo posto.
Dal 2021, momento della nuova presa del potere dei talebani, le sorelle vivono in Italia e sono assistite dall’associazione ‘Road to Equality’, fondata da Alessandra Cappellotto, ex ciclista su strada e dirigente sportiva italiana. “Aiuto le ragazze dei Paesi emergenti e di quelle zone dove è davvero difficile fare ciclismo per motivi culturali, religiosi o economici. Quello che cerco di dimostrare alle persone che vivono in quei paesi è che anche le donne possono fare sport e fare ciclismo” dice Cappellotto senza nascondere che la storia “più bella ed eclatante” è proprio quella delle due sorelle afghane.
“Dopo essere riuscite a organizzare una gara di ciclismo per donne a Kabul, nel 2021, in una data particolare, ovvero la festa delle donne, i talebani hanno preso il potere e loro sono dovute scappare” racconta Cappellotto. “Essere qui per me è un grande piacere – aggiunge Yulduz Hashimi –. Le donne, tutte, devono fare tutto ciò che vogliono: nel mio paese hanno difficoltà, non hanno il diritto di studiare o andare a lavorare. Il messaggio che mia sorella e io vogliamo dare è di libertà per le donne afghane. Spero che nei prossimi mesi possa cambiare qualcosa”.
Un forte desiderio dettato anche dalla voglia di riabbracciare i propri cari. “Se riesco a comunicare con famiglia e amici? Sì, riesco a parlarci – dice ancora la ciclista –. Loro mi dicono ciò che sta succedendo, qualcuno mi chiede aiuto. Hanno bisogno di libertà per la loro vita, m vedono come un esempio. Con mia sorella stiamo mostrando la forza delle donne afghane, abbiamo fatto le Olimpiadi e il Mondiale, dando un messaggio di libertà”.
Il ’viaggio’ verso la libertà, quindi, segna l’inizio de ’La Toscana delle Donne’. “Questo grande viaggio per i diritti delle donne è iniziato. I pregiudizi da combattere per noi donne sono ancora tanti: monitorare la parità di genere significa monitorare la salute della democrazia. Non ci dimentichiamo mai che la libertà delle donne è il segno della libertà sociale di un popolo. Dobbiamo combattere affinché le donne siano più forti e più libere. La Regione Toscana da questo punto di vista c’è” le parole di Manetti.