Fare una
crociera è l'esperienza più vicina all'essere nel grembo della mamma, sosteneva David Foster Wallace. Accuditi, vezzeggiati, anticipati in qualsiasi desiderio: una vita
all inclusive, in cui tutto è facile ed a portata di mano, senza sforzi. Ma a quale
prezzo? Perché, parliamoci chiaro, di mamma ce n’è una sola, e in questo caso, oltre all’esborso necessario per salpare prenotando una comoda cabina, ci sono anche una serie di costi accessori, che vanno comunque calcolati. Ad esempio: i
costi ambientali.
Il rapporto/classifica "Cruise ship ranking 2022"
Mentre il mercato delle crociere si sta riprendendo rapidamente dopo le restrizioni del Covid-19, Naturschutzbund Deutschland (NABU), ong tedesca affiliata a BirdLife International, ha pubblicato il decimo rapporto/classifica "
Cruise ship ranking 2022", che valuta le misure implementate da 19 compagnie di navigazione. Ebbene, da quanto risulta, "per 17 indici di merito ambientale riferiti alle possibili azioni, la prima classificata, Hurtigruten Norvegia, ha totalizzato solo la metà dei punti ottenibili a dimostrazione dello
scarso impegno dell’intero settore". Settore che, secondo NABU "sta facendo principalmente promesse e annunci, e non politiche ambientali davvero concrete e decise". In particolare, secondo Sönke Diesener, "i risultati mostrano ancora una volta che
la protezione di ambiente e clima non sono la priorità per le compagnie da crociera.
L'olio combustibile pesante continua ad essere il carburante usato dalla maggior parte della flotta esistente. Per questo motivo occorre pianificare subito l’eliminazione dell'olio combustibile pesante e la
riduzione a zero delle emissioni per le navi da crociera di nuova costruzione; le compagnie dimostrino che gli annunci per un
futuro climaticamente neutro per il trasporto marittimo da crociera sono effettivi". E secondo l’associazione Cittadini per l’Aria, che collabora con NABU nell’ambito della campagna "Facciamo respirare il Mediterraneo", "le compagnie di crociere stanno facendo troppo poco, o a volte nulla, per proteggere l’ambiente, la salute e il clima dall’impatto della loro attività".
Navi da crociera: secondo l’associazione Cittadini per l’Aria, che collabora con la ong tedesca NABU, le compagnie fanno poco o nulla "per proteggere l’ambiente, la salute e il clima dall’impatto della loro attività
Si usa ancora il combustibile pesante
In realtà, la maggior parte delle compagnie di crociera si è data una
strategia climatica e, a parole, si impegna a raggiungere gli obiettivi dell’
Accordo di Parigi. Ed infatti le compagnie prime classificate iniziano a utilizzare tecnologie moderne come
batterie e celle a combustibile. Ma, fanno notare a Cittadini per l’Aria, "per il momento vengono sfruttate solo in maniera aggiuntiva all’ancora presente motore a combustione". Non a caso, aggiunge l’associazione, "il
combustibile pesante continua a dominare il mercato e gli ordini futuri presentano ancora quasi esclusivamente navi a GNL (gas naturale liquefatto)". Stando alla classifica, va poi sottolineato come sia proprio
l’Italia a passarsela peggio. Secondo la presidente di Cittadini per l’aria, Anna Gerometta: "Le compagnie che più spesso toccano i porti italiani, e che non è raro bussino alla porta dei nostri governi per ottenere azioni in loro favore, come
MSC e Costa Crociere, si trovano nella
seconda metà – la peggiore – della classifica evidenziando come alle pretese di supporto non equivalga un impegno adeguato di ridurne l’impatto nei nostri porti e nel nostro mare". Altri Paesi si stanno impegnando per spingere le compagnie ad adeguare i propri standard ambientali. La Norvegia, ad esempio, che ha già deciso di riservare la navigazione lungo le proprie coste, solo alle navi a emissioni zero.
Come raggiungere lo standard "shipping emission-free"
Secondo l’ONG tedesca, per arrivare allo standard "
shipping emission-free", le compagnie devono agire non solo verso il futuro, ma anche sulla flotta esistente, attraverso, ad esempio, il
retrofitting con tecnologie di efficienza di tutte le navi o, se necessario, la
demolizione di quelle vecchie e inefficienti. Allo stesso tempo, devono essere ridotte le emissioni di inquinanti atmosferici con i loro effetti negativi sulle persone e sulla natura. Va considerato infine che la scelta di una vacanza in crociera si associa spesso all’utilizzo di voli aerei, per lo più su scala continentale se non intercontinentale, aggravando ulteriormente l’impronta ambientale di questo tipo di vacanze. Senza dimenticare che, normalmente, le crociere si svolgono in
regioni particolarmente sensibili ai cambiamenti climatici. E sempre più spesso gli abitanti delle città portuali esprimono preoccupazione per l’impatto dei fumi che esalano dai camini delle navi a pochi metri dalle loro finestre. Insomma, si fa presto salpare magari con le migliori intenzioni. Ma un pensierino a
quanto inquini il nostro viaggio da sogno andrebbe fatto. Magari firmando la
petizione lanciata da NABU -che ha già avuto oltre
12.500 adesioni- per spingere l’abolizione dell’uso dell’olio pesante (HFO), passando a carburanti meno inquinanti.