Al mare in carrozzina? Quasi impossibile. Quali sono le spiagge accessibili ai disabili
In Italia le strutture balneari dove anche le persone con difficoltà motorie possono godersi le meritate vacanze sono ancora troppo poche
Spiaggia Santa Foca Lecce (3)
Estate, caldo, voglia di vacanze, magari al mare. Ma se molti cercano calette e spiagge esclusive, c'è chi vorrebbe solo avere la possibilità di arrivarci, in spiaggia, in acqua. Nel nostro Paese, infatti, i lidi accessibili veramente a tutti e tutte, comprese le persone con disabilità, sono pochi, pochissimi. Si contano quasi sulle dita di una mano. E questo nonostante esistano diverse ordinanze che impongono ai concessionari degli stabilimenti balneari l'obbligo di ausili speciali per i disabili.
Spiaggia Santa Foca Lecce
Purtroppo però, se la regola esiste, questo non vuol dire che venga rispettata. Anzi. Guardando alle coste che da nord a sud circondano il Belpaese, sarebbero solamente quattro i lidi nei quali l'accesso al mare è garantito a tutti. Come riporta TgCom24 si tratta di quelli a San Foca (Lecce), Sant'Antioco in Sardegna, Punta Marina a Ravenna e Le Sirene a Gallipoli. In realtà, l'anno scorso ne avevamo scovato un altro, quello di Poetto a Cagliari dove, grazie alla collaborazione tra il Comune e l’Esercito italiano, le persone con disabilità hanno la possibilità di usufruire di uno spazio attrezzato per i servizi di balneazione nella spiaggia. Altre segnalazioni di spazi accessibili arrivano da Grado e da San Benedetto del Tronto. In queste località carrozzine, lettini, scivoli verso la spiaggia sono accessibili a tutti quanti, permettendo anche a chi ha problemi di mobilità di godersi una meritata vacanza al mare. Ma purtroppo rimangono un unicum, troppo pochi rispetto al numero di persone con disabilità in Italia, circa 3 milioni e 150 mila.
Spiaggia Santa Foca Lecce
La campagna "Jamme ‘o bagno"
In occasione della Giornata Mondiale dell’accessibilità digitale, a fine maggio, il nuotatore paralimpico azzurro Emanuele Marigliano era stato protagonista di uno spot dal titolo eloquente: "Jamme ‘o bagno". Una campagna significativa per abbattere le barriere architettoniche che impediscono alle persone con difficolta motorie o fisiche di fare quello che per gli altri è un semplice gesto, ma che per loro diventa invece un'impresa. "Troppo spesso mi è capitato di vedere persone con disabilità che venivano trascinate sugli asciugamani o portate in braccio, poi non riuscivano a risalire dal mare. Scene umilianti a cui non avrei mai voluto assistere" ha raccontato l'ideatore dell'iniziativa, l'ingegnere Raffaele Grosso, che con l'aiuto di Neatech, in collaborazione con Disabili.com e l’associazione Handy Superabile ha "ideato una sedia che consenta loro di poter godere del piacere di andare in spiaggia".
Turismo accessibile: miraggio o possibilità?
Spiaggia Santa Foca Lecce
Basterebbe poco, in effetti, a far sì che tutti, davvero, possano godersi il piacere della balneazione, di un tuffo in acqua a rinfrescarsi dalla calura estiva. Una passerella fino al bagnasciuga, alcune sedie apposite, con le ruote, come quella ideata da Grosso, che sia robusta per sostenere il peso della persona e allo stesso tempo facile da utilizzare per che accompagna il disabile. Per abbattere quelle barriere architettoniche che, in quasi ogni ambito del vivere quotidiano, purtroppo impediscono ancora una vita serena e quanto più integrata ali disabili, dall'accesso al domicilio a quello nelle scuole o negli uffici pubblici. E anche in estate, per queste migliaia di cittadini e cittadine italiani, le difficoltà 'vacanziere' non mancano: dai disagi nel trovare strutture ricettive che possano accoglierli ai problemi per i voli in aereo, e ancora i percorsi di montagna 'inaccessibili' così come le spiagge. Ma anche i concerti, come ci ha recentemente raccontato il signor Enrico (qui la storia della sua odissea per partecipare al Jova Beach Party). Insomma il famoso tormentone estivo degli anni '70 'Tutti al mare Tutti al mare', di Gabriella Ferri, diventata un inno vacanziero democratico, è ancora oggi un miraggio: al mare sì, ma solo con le proprie gambe. E chi non può si arrangi.