Avventura e sostegno ai local: come viaggiano Gen-Z e Post Millennial

Utravel, del Gruppo Alpitour World, racconta cosa cercano gli under30 che partono verso destinazioni internazionali, per divertirsi contribuendo anche al miglioramento della vita delle popolazioni ospitanti

di CATERINA CECCUTI -
6 aprile 2023
Utravel viaggi under 30

Utravel viaggi under 30

A spiaggiarsi sulle sabbie tropicali, con la musica nelle orecchie e un esotico cocktail nella mano, i giovanissimi della Gen-Z o Post Millennial non ci pensano neppure; o comunque, per loro, non è certo la priorità. Preferiscono imbracciare il borsone da viaggio e partire alla ricerca di esperienze emozionanti, avventurose, soprattutto immersive nelle realtà locali del luogo che li ospiterà, a stretto contatto con le popolazioni autoctone. Se in più possono anche essere utili, partecipando ad occasioni in cui la vita della gente o la situazione ambientale possono essere migliorate grazie al loro aiuto, tanto meglio: il senso e le emozioni della vacanza saranno addirittura amplificati.

I viaggi, una priorità per i giovanissimi

Carlotta Gaddo Utravel

Carlotta Gaddo, co-fondatrice di Utravel

Abbiamo incontrato Carlotta Gaddo, giovane mamma classe 1992 fondatrice di Utravel, la corporate startup di viaggi dedicata ai giovani under30 del Gruppo Alpitour World, che da un anno a questa parte sta promuovendo un'esperienza di Club per vacanze unica nel suo genere "Abbiamo capito che i giovani cercano una proposta di viaggio alternativa, capace di farli crescere in sinergia con le comunità locali. Per questi ragazzi, di età compresa tra i 18 e i 30 anni, viaggiare è una priorità assoluta, più ancora di comprare una macchina o una casa". La Gen-Z o Post Millennial conta in Italia circa 9 milioni di persone, nate tra il 1995 e il 2012, affamate di avventura ma anche desiderose di immergersi in esperienze autentiche, dove poter instaurare relazioni profonde sia con il gruppo di viaggiatori con cui condividono la propria settimana vacanziera, sia con le popolazioni locali, nel pieno rispetto di ciò che li circonda.

La proposta di Utravel

Nata in epoca post pandemica, Utravel offre 30 destinazioni sparse in tutto il mondo e ha accompagnato più di 15.000 ragazzi, creando una community composta da viaggiatori, content creator, videomaker, fotografi e Guru (ossia le figure di riferimento per ciascun Utraveler prima, durante e dopo il viaggio). "La nostra proposta - spiega Carlotta - prevede esperienze che consentono ai ragazzi di vivere il viaggio in modo immersivo, da veri local, imparando per esempio la lingua swahili in una scuola di Zanzibar con l’aiuto di un maestro locale, visitando mercati, villaggi e botteghe in Kenya a bordo di un tuk tuk insieme ad una guida keniota, vivendo la vita di villaggio tra casette colorate, vicoli e negozietti o trascorrere una giornata in campagna in compagnia di una famiglia del luogo, immersi nella natura incontaminata della Repubblica Dominicana". Carlotta Gaddo è francese di nascita ma torinese di adozione. Nel 2020 è diventata mamma di Amelia e dal 2021 è COO a tempo pieno di Utravel, una società benefit che, nella sua formula Club, offre esperienze di viaggio “in piena sicurezza, in cui è possibile conoscere nuovi amici pur mantenendo la propria libertà e potendo contare sull'appoggio costante del Guru di riferimento".
Club Kenya Utravel

Il Club Kenya di Utravel. La piattaforma offre viaggi in 30 destinazioni sparse in tutto il mondo e ha accompagnato più di 15.000 ragazzi

Carlotta, come nasce l'idea di Utravel? "Quando sono entrata in Alpitour avevo 23 anni ed ero neo laureata. All'interno dell'azienda ho avuto la possibilità di far parte di un progetto di Job Rotation e di vivere diversi ambiti e strutture dell'organizzazione, prendendo parte a progetti aziendali importanti. Una sera, insieme ad un collega – Gianluca, co-founder di Utravel - che faceva parte di un ufficio di prodotto, davanti ad un aperitivo è nata l'idea di Utravel: lavoriamo per un tour operator capace di muovere centinaia di migliaia di viaggiatori ogni anno, che ha comunque la volontà di riempire molte camere vuote. Come presentare sul mercato questi invenduti? Con una proposta circoscritta ai giovani universitari. Il progetto si è evoluto in maniera esponenziale, partendo da un'offerta di 'Blind Booking' a prezzi stracciati (non sai dove vai fino al giorno prima di partire, a seconda delle camere rimaste vacanti). Ma questo non poteva essere l'obiettivo finale del nostro progetto, perché volevamo individuare per i giovani una nuova modalità di approcciarsi al viaggio e avere un impatto positivo sulle comunità in cui andiamo ad operare, dando la possibilità ai viaggiatori di trasformare il proprio passaggio in qualcosa di buono. Da lì abbiamo iniziato un percorso che fa molta attenzione ai valori positivi, sia economici che ambientali nelle destinazioni. E, come ci aspettavamo, la risposta dei giovani viaggiatori è stata molto positivo”. Quando avete fatto partire il primo viaggio? "Il progetto Club nasce esattamente un anno fa, il primo viaggio è stato organizzato il 13 marzo 2022. È stata proprio la pandemia a darci l'occasione di ripensarci in questi termini, cercando di capire come proporre un prodotto diverso, con il duplice scopo di far vivere esperienze formative - oltre che divertenti - ai viaggiatori e, contemporaneamente, contribuire all’implementazione del business dei giovani in loco". In che modo gli Utravels riescono concretamente a "contribuire all'implementazione dei giovani in loco"? "Il club è un luogo di ritrovo, che tocca varie parti del mondo, costituito dalle strutture alberghiere verso cui i ragazzi italiani partono e nelle quali si ritrovano. Una volta arrivati incontrano il loro Guru, una persona sotto i trent'anni che gli fa vivere nella maniera più local possibile tutte le esperienze proposte. Il suo compito è proprio quello di preparare e testare le proposte per i ragazzi, che però restano comunque liberi di prendervi parte o meno, e scegliere in libertà come vivere la propria settimana di vacanza. Il Guru può essere un abitante del luogo, come per esempio capita in Kenya, oppure un italiano. Solitamente iniziamo con un Guru italiano, per poi cercarne uno locale che prenda il suo posto, magari un giovane imprenditore disposto a preparare insieme a noi le esperienze di viaggio. Dalle escursioni in catamarano alla visita nelle scuole o nel villaggio, fino all'artigiano locale che coinvolge i ragazzi nella produzione dei propri manufatti. Le possibilità sono infinite e tutte le esperienze sono pensate da persone del luogo. La nostra proposta, dunque, è ben lontana dal classico itinerario turistico. La filosofia che ci guida è far conoscere agli Utravelers coetanei del luogo e portarli a condividere con loro la quotidianità. In Repubblica Dominicana, per esempio, abbiamo una Mamy che coltiva un piccolo appezzamento di terra, e i ragazzi una volta a settimana vanno da lei, la aiutano con il lavoro e cucinano insieme il cibo tipico dominicano, per poi gustarlo a tavola e farsi un bagno nel fiume lì vicino. In questo modo si dà lavoro alla ragazza dominicana che organizza il tour e alla Mamy che altrimenti non avrebbe alcun introito".
Utravel Gen Z viaggi

Utravel propone ai più giovani una nuova modalità di approcciarsi al viaggio e avere un impatto positivo sulle comunità in cui andiamo ad operare

È così che contribuite al miglioramento della qualità della vita della popolazione autoctona? "Sì, ma non solo. Mattiamo a disposizione dei nostri collaboratori locali il nostro know how e gli strumenti per approcciarsi alla più moderna tecnologia. Spesso ci ritroviamo di fronte a persone che non sanno aprire una partita iva o che non hanno uno smartphone per lavorare. Dunque per loro diventa complicato portare avanti un piccolo business". Come si fa per diventare uno Utraveler? "Basta visitare il sito utravel.it, dove si trovano diverse proposte Club sparse in tutto il mondo, da Zanzibar al Kenya, dall'area Caraibica al Mediterraneo. Poco prima della partenza il Guru inserirà i partecipanti in un gruppo whatsapp in cui darà loro tutte le informazioni utili per il viaggio, proponendo in anticipo le esperienze da vivere... che non sono sempre le stesse, ovviamente, ma che dipendono anche dagli eventi locali. Il Guru è sempre in cerca di nuove local experience. I prezzi dei nostri viaggi sono molto abbordabili, adatti al target di riferimento che, normalmente, non ha a disposizione grandi cifre". Ci racconta qualche aneddoto di viaggio? "Ce ne sarebbero moltissimi, perché ogni settimana Club è diversa. Potrei però raccontarvi una costante, cioè il fatto che molti ragazzi partono senza sapere cosa li aspetta, perché Utravel Club è qualcosa che non esisteva fino ad ora sul mercato. La cosa bella, però, è che al ritorno piangono tutti all'idea di separarsi, perché durante il viaggio si creano connessioni umane molto forti tra ragazzi provenienti da tutta Italia, che coinvolgono anche noi organizzatori. Grandi amicizie, amori che sbocciano, altri che finiscono. Sono giovani e, diciamo, il Club è stato 'galeotto' per molti. D'altronde parliamo di un viaggio adatto a tutti, sia a chi vuole partire da solo perché sa che avrà vicino altri coetanei e che potrà contare sulla presenza del Guru, sia a chi parte in coppia o in compagnia di amici". Le destinazioni più gettonate dai ragazzi? "Sicuramente il deserto e il safari in Africa sono le esperienze più ambite. Ma ogni gruppo può essere composto da un minimo di venti a un massimo di cinquanta ragazzi. In media sono una trentina. Il nostro proposito per il futuro prossimo è quello di aprire i Club anche al di fuori del mercato italiano, per renderli un'esperienza internazionale".