
disabili e lavoro
Disabili e lavoro: un binomio possibile ma ancora lontano. Le professioni sono cambiate in funzione delle nuove tecnologie, ma oltre agli strumenti anche la platea dei lavoratori è mutata. Oggi tra i nuovi attori che possono praticare un mestiere figurano anche le persone con disabilità. Solo 25 anni fa l’impiego sistematico di persone con disabilità nel mondo lavorativo sembrava impossibile, ma grazie alla legge n. 68 del 1999, "Norme per il diritto al lavoro dei disabili", esistono posti riservati alle cosiddette categorie protette all’interno delle aziende. Se da un lato il testo ha introdotto delle regole e delle sanzioni per gli imprenditori che non le rispettano, il percorso è lontano dall’essere compiuto: stando alle ultime rilevazioni Istat del 2019, solo il 31,3% delle persone con disabilità in Italia ha un impiego, contro una media Ue che sfiora il 51%.
Il dato comprende soltanto i soggetti effettivamente abili, tralasciando i casi tanto gravi da necessitare solo di sostegno e cure. Ciò che sta cambiando nella società si riflette nel mondo lavorativo: l’apertura verso la diversità. L’impiego di persone con disabilità è molto utile per i soggetti coinvolti sia dal punto di vista dell’indipendenza economica che del benessere psicologico, ma rappresenta una risorsa anche per le aziende. Una persona può compensare uno svantaggio in altri campi, ma soprattutto riconosce a pieno il valore dell'impiego che svolge.
"La legge esiste, dovremmo lavorare sull’educazione. Far capire che includere le persone con disabilità nel mondo lavorativo è possibile" conclude. Nalini è una donna di 58 anni che oggi gestisce la cassa e l’emporio prodotti del ristorante. Ha una malformazione congenita della mano destra, ma questo non l’ha fermata. "Una volta mi vergognavo del mio difetto. Oggi lo mostro senza problemi. Ho fatto molti lavori anche se verso le persone con disabilità c’era molta diffidenza" racconta la donna. "In Italia c’è molta burocrazia e la prima volta che ho fatto domanda per il certificato di invalidità mi hanno detto che non avevo i requisiti. In Italia c’è molta paura che qualcuno rubi un sussidio, ma si rischia di lasciare fuori chi realmente ha bisogno" sostiene Nalini.

Solo il 31,3% delle persone con disabilità in Italia ha un impiego, contro una media Ue che sfiora il 51%
L’esempio positivo dei Magazzini Oz
Un caso che unisce formazione e occupazione di persone svantaggiate è quello dei Magazzini Oz di Torino: collegati alla Onlus Casa Oz (che si occupa di sostegno a famiglie con minori con disabilità), i Magazzini sono una struttura di ristorazione che impiega giovani con disabilità e persone migranti. I dipendenti, impiegati nel servizio di sala e di cucina, sono adeguatamente formati nelle loro mansioni attraverso dei progetti con le aziende, come il corso per la caffetteria sviluppato da "Lavazza". "Io mi occupo dell’organizzazione eventi. Sono invalido al 76%" racconta Gianluca Truglio, affetto da sclerosi laterale amiotrofica da 20 anni. "Da anni collaboro con il Giffoni Film Festival. In passato sono stato scartato da offerte di impiego proprio per via della mia disabilità. Tutti sappiamo fare qualcosa e dovremmo essere scelti sulla base di ciò che sappiamo fare" aggiunge Truglio.
Alberto, uno dei gestori della caffetteria dei Magazzini Oz di Torino (Facebook)

I ragazzi che prestano servizio ai Magazzini Oz di Torino (Facebook)