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Mettersi insieme per crescere ed offrire qualcosa di unico agli studenti di tutto il mondo che vogliono approfondire le discipline della creatività. Dalla musica alle arti figurative al design. Con l’inaugurazione congiunta dell’anno accademico di Isia, conservatorio Cherubini e accademia di Belle Arti (al teatro Niccolini) nasce a Firenze, primo caso in Italia e nel mondo, il Politecnico delle Arti e del Design. Per ora si tratta di una federazione tra gli enti, in attesa di un’unione più organica che presto darà al capoluogo toscano, e al nostro Paese, una nuova istituzione in grado di fornire una preparazione a 360 gradi per chiunque voglia entrare nel magico mondo delle arti. Una struttura unica nel suo genere, che guarda all’interazione ed alla contaminazione come ad una forza motrice in grado di proiettare le giovani generazioni di artisti in una dimensione internazionale, grazie alla possibilità di scambiarsi stimoli, esperienze, tecniche e suggestioni. "Siamo tutti chiamati a proseguire la grande tradizione culturale di Firenze e della Toscana, reinterpretandola con le idee e gli strumenti del futuro" ci dice Rosa Maria Di Giorgi, politica italiana e presidente del Conservatorio Cherubini e dell’ISIA.
Il Politecnico delle Arti rappresenta il primo esperimento nel segno della ricomposizione in un ambito, quello delle arti, che le nuove tecnologie e le nuove sensibilità stanno profondamente rivoluzionando, mettendo insieme diverse dimensioni. Anche nel segno di un rapporto con la tradizione e la storia che, in nessun posto come a Firenze, esprimono il massimo della propria forza rivelatrice e feconda. Onorevole Di Giorgi, quali sono i principi a cui si ispira il Politecnico? "Punteremo su gioventù, talento, merito, multidisciplinarietà, collaborazione, visione e speranza. Sono queste le parole chiave del progetto, che porteremo avanti con la fantasia e l'anima dei nostri giovani e dei loro docenti". A chi vi rivolgete? "Ai giovani artisti di oggi e del futuro. Ovvero a coloro che hanno l’ambizione di trasformare il mondo con la bellezza, il gusto, il piacere dell'armonia. In questo modo formeremo anche generazioni di talenti che sapranno proteggere opere d'arte, città, patrimoni artistici, ambiente, paesaggi. E che, cosa quanto mai importante in questo momento storico, con la loro formazione, saranno chiamati ad offrire a tutto il mondo un ideale estetico di speranza universale".
Perché proprio Firenze? "Perché il mondo intero guarda a Firenze come cuore dell'arte e della creatività. Già ora al Conservatorio e all’Isia studiano ragazzi provenienti da 39 diversi Paesi del mondo. Con il politecnico creeremo un polo di attrazione che calamiterà qui i giovani che avranno il compito di tramandare, reinterpretare e innovare la cultura nel mondo. E questo è un compito che ci riempie di orgoglio, oltre ad essere una grande sfida". Firenze presenta tuttavia condizioni spesso ostili per chi decidesse di venire qui a studiare. A partire dal costo degli affitti… "È un tema che abbiamo ben presente, ma che contiamo di risolvere anche grazie ai fondi del PNRR. Su questo abbiamo l’impegno dell’amministrazione comunale. Siamo consapevoli della sfida che abbiamo di fronte, ma siamo anche convinti che a noi istituzioni spetta sostenere questo cammino e investire su questo comparto che è una risorsa nazionale di alto prestigio e che ci caratterizza nel mondo".

La presentazione del Politecnico delle Arti e del Design, a ottobre 2022. Da sx: Giovanni Pucciarmati, Alessia Bettini e Rosa Maria di Giorgi

Politecnico delle arti e del design (Facebook/ISIA Firenze)