“Rispetto” parola del 2024 per la Treccani

“Dovrebbe essere posta al centro di ogni progetto pedagogico perché la sua mancanza è alla base della violenza”

di Redazione Luce!
16 dicembre 2024
"Rispetto"

La parola dell'anno del 2024 per l'enciclopedia Treccani è "Rispetto"

Rispetto”è stata scelta dalla Treccani come parola dell'anno nel 2024. L'Istituto dell’ Enciclopedia Italiana l’ha scelta “per la sua estrema attualità e rilevanza sociale” nell'àmbito della campagna di comunicazione #leparolevalgono, che ha l’obiettivo di promuovere un uso corretto e consapevole della lingua. 

Il Dizionario dell'italiano Treccani definisce il rispetto come un “sentimento e atteggiamento di stima, attenzione, riguardo verso una persona, un'istituzione, una cultura, che si può esprimere con azioni o parole”.

Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, condirettori del Vocabolario, spiegano: “Questa parola dovrebbe essere posta al centro di ogni progetto pedagogico, fin dalla prima infanzia, e poi diffondersi nelle relazioni tra le persone, in famiglia e nel lavoro, nel rapporto con le istituzioni civili e religiose, con la politica e con le opinioni altrui, nelle relazioni internazionali. Il termine rispetto, continuazione del latino respectus, va oggi rivalutato e usato in tutte le sue sfumature –aggiungono –, proprio perché la mancanza di rispetto è alla base della violenza esercitata quotidianamente nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e del mondo animale”.

“È molto significativo che le espressioni della lingua italiana che contengono questa voce siano numerosissime – proseguono Della Valle e Patota –: da ‘avere rispetto’ per qualcuna, qualcuno o qualcosa a ‘mancare di rispetto’, da ‘di tutto rispetto’ a ‘col rispetto dovuto’, via via fino alla formula 'con tutto il rispetto', purtroppo usata spesso impropriamente nella polemica politica come premessa di attacchi verbali aggressivi, offensivi e violenti, o all'espressione ‘uomini di rispetto’, tristemente nota per aver indicato gli affiliati alla mafia”.

Una parola citata milioni di volte, ora a proposito ora a sproposito. La scelta dell'Osservatorio della Lingua Italiana Treccani, diretto da Della Valle e Patota, di indicarla come parola dell'anno intende sottolineare “da una parte la necessità di un suo uso semanticamente e civilmente corretto, dall'altra la sua funzione indicatrice di un valore da condividere nella società civile: per rispetto delle persone, delle istituzioni, delle diverse culture, dell'ambiente e di tutti gli esseri viventi".