In Italia, nel 1995, Alessandro Benvenuti costruisce il personaggio di “Ivo il tardivo”, che non viene mai ufficialmente definito “autistico”, ma che è spesso preso di esempio dalle famiglie con persone con neurodivergenza, perché ne rispecchia caratteristiche e stati d’animo.
Ivo vive in un cascinale isolato nel paese di Castelnuovo dei Sabbioni, che lui stesso ha decorato ritagliando rebus, cruciverba ed altri dettagli dalle riviste di enigmistica. Un giorno, in fondo ad una cava, si imbatte in una coppietta che si è appena suicidata con i gas di scarico dell'auto. Mentre è alla ricerca di qualcuno che possa soccorrerli incontra Sara, che si intenerisce per la condizione di Ivo e, dopo averlo conosciuto meglio, lo convince ad entrare in una comunità (il "Gruppo-Appartamento"), dedita a malati mentali.
Non passa molto tempo che Ivo viene coinvolto ingiustamente nel furto di un orologio e, fuggendo, sceglie di tornare nel casale in cui viveva. Quando Sara va a cercarlo scopre i meravigliosi lavori di decoro che abbelliscono la sua casa e la trasforma in un'esposizione artistica. Anche in questo caso Benvenuti sottolinea la tortuosità, ma allo stesso tempo l’inevitabilità, del percorso di maturazione non tanto del protagonista, ma delle persone che lo circondano, che devono imparare non solo ad accettare, ma ad apprezzare ed amare la diversità quando entra a far parte della loro vita, con risvolti inattesi quanto meravigliosi.