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Home » Lifestyle » Lo scrittore più famoso di Francia si dà al porno: video a luci rosse choc

Lo scrittore più famoso di Francia si dà al porno: video a luci rosse choc

Michel Houellebecq ripreso mentre fa sesso con prostitute dal collettivo Kirac. Il cortometraggio sarà presentato ad Amsterdam l'11 marzo

Maurizio Costanzo
30 Gennaio 2023
Una scena del cortometraggio a luci rosse con Michel Houellebecq

Una scena del cortometraggio a luci rosse con Michel Houellebecq

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Che uno scrittore posi penna e carta, chiuda gli occhiali e spenga il pc per dedicarsi al porno, è cosa insolita. Cosa ancora più insolita se a farlo è uno degli scrittori francesi più conosciuti al mondo. Ma è proprio quello che ha fatto Michel Houellebecq per il collettivo di artisti olandesi Kirac, stupendo tutti.

Tutto è nato quasi per caso, da uno scambio di mail tra lo scrittore e l’amico olandese. Questi gli raccontò che non era entusiasta dell’arrivo del suo secondo figlio, e a sua volta lo scrittore gli confidò che anche lui non viveva un momento felice, visto che per motivi di sicurezza si era visto costretto ad annullare un viaggio in Marocco, oltretutto dopo che sua moglie si era già ingegnata a preparargli incontri con prostitute. Da qui l’artista olandese prese la palla al balzo: molte ragazze che lui conosceva erano certo disposte ad andare a letto col celebre scrittore. “Ci stai? – gli chiese senza mezzi termini -. Organizzo l’albergo e penso io a tutto il resto, ma a una condizione: che ti lasci filmare”. Michel Houellebecq accettò e il trailer del suo filmino a luci rosse è già stato pubblicato ed è online.

Una scena del cortometraggio a luci rosse con Michel Houellebecq
Una scena del cortometraggio a luci rosse con Michel Houellebecq

Si tratta dunque di nuova sfida per il popolare scrittore francese autore de “Le particelle elementari“, “Sottomissione” e dell’ultimo “Annientare”, che ha deciso di cimentarsi in un cortometraggio dalle inquadrature a luci rosse per il collettivo olandese Kirac che di certo non manca mai di stupire. Il cortometraggio sarà presentato l’11 marzo ad Amsterdam ma il suo trailer è già disponibile online. Vi si narra – con la voce off a riepilogare la storia – che “la moglie di Houellebecq aveva impiegato un mese per organizzare in anticipo un giro di prostitute“, così come da desiderio dello scrittore, per la loro luna di miele in Marocco. Ma che “tutto è andato a monte” per la decisione di rinunciare al viaggio per motivi di sicurezza: lo scrittore e la moglie avrebbero potuto essere bersaglio di gruppi islamici.

 Michel Houellebecq nel video a luci rosse
Michel Houellebecq nel video a luci rosse

Il progetto originario del cortometraggio, dunque, è cambiato, e per iniziativa del collettivo è diventato qualcos’altro: “Ho detto all’autore – continua la voce narrante – che conoscevo molte ragazze ad Amsterdam che sarebbero andate a letto con il celebre scrittore per curiosità”. Il video mostra una donna bionda di circa vent’anni che bacia appassionatamente sulla bocca Houellebecq, nudo a letto. Il collettivo all’origine dell’iniziativa, Kirac, è stato creato nel 2016 ed è formato da un gruppo di registi specializzati in video “controversi”. Quello di marzo sarà il 27esimo della serie.

Regardez le trailer de notre prochain film avec Michel Houellebecq. https://t.co/kgqMU7EqAW

Sortie en ligne le 11 mars 2023 sur https://t.co/QkEENxcHBn

— keeping.it.real.art.critics (@realKIRAC) January 23, 2023

Kirac, acronimo di Keeping It Real Art Critics, è nato su iniziativa di Stefan Ruitenbeek, Tarik Sadouma e Kate Sinha. Come scrivono chiaramente sul loro sito, l’obiettivo è quello di “ritrarre l’amore, in forma di verità“. I vari episodi che hanno lanciato fino a questo momento si muovono tra creatività, provocazione, satira e introspezione, oscillando tra fiction e reportage. E non sono mancate le polemiche, come per l’episodio 13, accusato di sessismo. Certo è che gli spettatori sono divisi tra chi ama questi video alquanto controversi e chi li detesta in nome del politicamente corretto.

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  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere

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 Michel Houellebecq nel video a luci rosse
Michel Houellebecq nel video a luci rosse

Il progetto originario del cortometraggio, dunque, è cambiato, e per iniziativa del collettivo è diventato qualcos’altro: "Ho detto all'autore - continua la voce narrante - che conoscevo molte ragazze ad Amsterdam che sarebbero andate a letto con il celebre scrittore per curiosità". Il video mostra una donna bionda di circa vent’anni che bacia appassionatamente sulla bocca Houellebecq, nudo a letto. Il collettivo all'origine dell'iniziativa, Kirac, è stato creato nel 2016 ed è formato da un gruppo di registi specializzati in video "controversi". Quello di marzo sarà il 27esimo della serie.

Regardez le trailer de notre prochain film avec Michel Houellebecq. https://t.co/kgqMU7EqAW

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Kirac, acronimo di Keeping It Real Art Critics, è nato su iniziativa di Stefan Ruitenbeek, Tarik Sadouma e Kate Sinha. Come scrivono chiaramente sul loro sito, l’obiettivo è quello di "ritrarre l'amore, in forma di verità". I vari episodi che hanno lanciato fino a questo momento si muovono tra creatività, provocazione, satira e introspezione, oscillando tra fiction e reportage. E non sono mancate le polemiche, come per l'episodio 13, accusato di sessismo. Certo è che gli spettatori sono divisi tra chi ama questi video alquanto controversi e chi li detesta in nome del politicamente corretto.

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