In Siria al via la campagna di vaccinazione contro morbillo e polio. Nel nord ovest della Siria, nella giornata dell’8 aprile parte la campagna di vaccinazione per proteggere circa 800mila bambini sotto i cinque anni da due malattie potenzialmente letali, ma prevenibili, quali il morbillo e la poliomielite. L’iniziativa, supportata da Oms, Gavi (Alleanza Globale per i Vaccini) e Unicef in collaborazione con le Ong locali per la salute e il Gruppo per l’Immunizzazione in Siria, viene lanciata a due mesi dai terremoti che hanno devastato parti della Siria e della Turchia. Incrementare i livelli di vaccinazione fra i bambini è quindi fondamentale in un luogo dove il terremoto ha distrutto parzialmente o totalmente 67 strutture sanitarie e dopo 12 anni di conflitto che hanno gravemente indebolito il sistema sanitario. Va ricordato, poi, che circa 100mila persone sono nuovamente sfollate a causa del sisma e vivono in campi sovraffollati, dove hanno sistemi idrici e igienici sotto gli standard.
Il vaccino contro il morbillo e la poliomielite sarà destinato ai bambini dei 12 distretti più colpiti dal terremoto e a rischio di Idlib e Aleppo settentrionale. Il morbillo e la poliomielite possono diffondersi rapidamente: il morbillo può potenzialmente portare a gravi malattie respiratorie e la poliomielite potrebbe portare alla paralisi, entrambe potrebbero avere un esito letale. “Proteggere i più giovani e i bambini più vulnerabili dalle potenziali epidemie di malattie salverà vite” sono le parole di Adele Khodr, direttore regionale Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. “Sappiamo da anni di esperienza che i vaccini funzionano. È fondamentale continuare gli sforzi di vaccinazione, soprattutto in questi contesti umanitari. Questo intervento si aggiunge alla campagna di vaccinazione contro il colera che il mese scorso ha raggiunto quasi 1,7 milioni di persone” dice ancora Khodr.
“I terremoti hanno già sconvolto molte vite e mezzi di sostentamento, ma agendo ancora una volta sulla nostra visione regionale di una salute per tutti da parte di tutti, insieme ai nostri partner, e vaccinando i bambini al di sotto dei cinque anni, possiamo evitare che il disastro abbia un impatto ancora maggiore” spiega Ahmed Al-Mandhari, direttore regionale dell’Oms per il Mediterraneo orientale. A capo delle operazioni in Siria nordoccidentale, gestite dall’ufficio dell'Oms di Gaziantep, in Turchia, il dottor Idris Elrasheed dichiara di “ammirare i 3.000 operatori sanitari che lavoreranno nelle comunità nei prossimi 10 giorni, nonostante siano stati essi stessi colpiti dal violento terremoto. Hanno perso parenti e case, eppure rimangono pienamente impegnati a servire le loro comunità: per questo non posso che avere rispetto per la loro umanità e professionalità”.
In occasione della campagna vaccinale, Unicef ricorda anche che a due mesi dal sisma di Turchia e Siria, 2,5 milioni di bambini hanno ancora bisogno di supporto umanitario e sono a rischio di cadere in povertà, lavoro minorile o matrimoni precoci. Oltre ai vaccini, l’Unicef sta fornendo anche ulteriori aiuti, attrezzature mediche e acqua potabile. In particolare, più di 390.000 persone hanno ricevuto kit igienici, abiti invernali, riscaldamento elettrico e coperte. Nelle zone colpite dal terremoto, inoltre, l’Unicef ha realizzato 37 centri di supporto per bambini, adolescenti e famiglie in 10 provincie per fornire aiuti di tipo psicosociale, corsi di recupero, supporto per i compiti e servizi di protezione.