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Emergenza terremoto in Turchia e Siria, come aiutare concretamente le popolazioni

Da Coopi a Medici Senza Frontiere passando per la Fondazione Marina Rava: tanti volontari impegnati per soccorrere i sopravvissuti

di MAURIZIO COSTANZO -
18 febbraio 2023
Il devastante terremoto che ha colpito Turchia e Siria (Ansa)

Il devastante terremoto che ha colpito Turchia e Siria (Ansa)

La situazione emergenziale post terremoto che si vive in Turchia e Siria è drammatica. E guardando le terribili immagini che ancora arrivano da tv, web e giornali, la domanda è sempre la stessa: cosa posso fare per far arrivare, direttamente dal salotto di casa mia, un aiuto concreto alla popolazione che ha bisogno di tutto? In che modo posso riuscire ad alleviare le sofferenze di donne, bambini, orfani, malati e sfollati? Mentre si sta concludendo la fase di salvataggio che consiste nel cercare ancora, e sperare fino all’ultimo, di tirare fuori dalle macerie delle persone ancora vive, entra sempre di più nel vivo la fase umanitaria, con l’obiettivo di fornire cibo, acqua, coperte, un riparo, assistenza psicosociale, e più in generale un senso di futuro ai sopravvissuti, che in molti casi sotto gli edifici crollati hanno perso ogni cosa. Una cosa è certa: nelle zone più colpite dal sisma c’è bisogno di tutto, e per far fronte alle numerose necessità di una popolazione allo stremo e disperata, servono donazioni urgenti. Per questa ragione è partita una catena di solidarietà che sta inviando, attraverso vari canali, aiuti concreti dove c’è più bisogno. Ecco come contribuire ad alcune delle varie missioni solidali attive, che stanno agendo in più zone per portare aiuto e sollievo ai sopravvissuti.
I soccorsi nella cittadina di Kahramanmaras (Ansa)

I soccorsi nella cittadina di Kahramanmaras (Ansa)

Allarme Coopi dalla Siria: "Popolazione disperata per la scarsità aiuti"

Gli ultimi numeri parlano di circa 100mila persone rimaste senza una casa solo ad Aleppo, in Siria, a causa del devastante terremoto che la mattina del 6 febbraio ha colpito il nord del Paese in guerra e la vicina Turchia. A stimare il numero è l’organizzazione umanitaria Coopi – Cooperazione Internazionale, operativa a sostegno della popolazione nell’area, dove è presente da 5 anni. La situazione è emergenziale in ampie zone, mentre il bilancio globale dei morti ha superato quota 37mila, di cui oltre 31mila in Turchia e più di 5.700 in Siria. “Le persone sono fortemente traumatizzate e disperate, chiedono cibo e soldi per comprare le cose di cui hanno più bisogno, insieme a materassi e coperte”, dice Matteo Crosetti, coordinatore regionale Coopi in Medio Oriente. “Il nostro staff ad Aleppo riferisce che la tensione è molto alta. La gente è arrabbiata, perché gli aiuti stentano ad arrivare”, aggiunge.

C’è bisogno di tutto: dalle coperte alle stampelle

Coopi ha prestato i primi soccorsi a 4.500 uomini, donne, bambini e anziani, che hanno trovato riparo in 10 rifugi come scuole, chiese e moschee nelle aree di Kallaseh, Saif Aldauleh, Alneil Street, Jamilie, Sulayman Alhalabi, Bouston Alqasser, Qadi Askar. Mentre gli interventi proseguono, ha inoltre fornito sinora 500 coperte, 400 kit igienici (uno per famiglia), 800 lampade solari, 400 presidi medicali tra cui sedie a rotelle e stampelle, supporto psicologico a circa 1.500 persone. Ma il bisogno è altissimo.
Emergenza terremoto in Siria: COOPI ad Aleppo

Emergenza terremoto in Siria: COOPI ad Aleppo

La situazione in Siria

Coopi ha iniziato a lavorare in Siria nel 2016, occupandosi prima di tutto di fornire i mezzi di sussistenza alle famiglie più colpite dalla crisi e residenti nell’area di Damasco rurale. Nel 2018, ha aperto il programma di sostegno psicosociale ad Aleppo, puntando sui centri comunitari in grado di raggiungere nel tempo oltre 40.000 persone, attraverso terapie specializzate e campagne informative sulla salute mentale, la prevenzione della violenza e degli abusi sulle donne e sui bambini. A ciò, nel 2021, ha aggiunto il programma di sicurezza alimentare, che attraverso il sostegno dell’orticoltura, del piccolo allevamento o l’uso del sistema del cash for work o del cash transfer ha permesso a migliaia di famiglie di sopravvivere. Coopi interviene in 33 Paesi del mondo per rompere il ciclo delle povertà e per accompagnare le popolazioni colpite da guerre, crisi socioeconomiche o calamità naturali, verso la ripresa e lo sviluppo durato. Dal 1965 ad oggi, Coopi ha aiutato 110 milioni di persone realizzando 2.519 progetti in 73 Paesi, avvalendosi di 5.000 espatriati e 65.000 operatori locali.

Come donare a Coopi

Secondo i dati rilasciati dal ministero della Salute siriano, al 13 febbraio le persone colpite dal terremoto erano ormai 7,2 milioni, di cui oltre 2 milioni nel governatorato di Aleppo. Qui 56 edifici sono crollati completamente, mentre un numero imprecisato di costruzioni è danneggiato o in procinto di collassare. Nella città di Aleppo, si stima che 18.500 famiglie abbiano trovato ricovero nei rifugi messi a disposizione dalle autorità locali e religiose. Coopi ha attinto al suo fondo di prima emergenza per far fronte alle necessità immediate e organizzare nuove distribuzioni, ma è necessario fare di più, perciò rilancia un appello di raccolta fondi per sostenere le sue azioni di intervento umanitario a favore della popolazione. Si può donare a Coopi con la causale “Emergenza terremoto” in questo modo: online: https://dona.coopi.org/terremotosiria/. Con bonifico bancario (Banca Popolare Etica - IBAN IT89A0501801600000011023694) o con bollettino postale (c/c 990200 intestato a COOPI).

La Fondazione Francesca Rava al fianco dei terremotati

A Kilis, città turca a 20 chilometri dall’epicentro, i bisogni della popolazione colpita dal terribile terremoto della scorsa settimana aumentano di giorno in giorno. In collaborazione con le associazioni Joy for Children e Salaheddini Eyyubi Yardim Dernegi, già operative da diversi anni al confine turco-siriano, la Fondazione Francesca Rava continua ad essere al fianco delle famiglie e dei bambini colpiti da questa emergenza. Grazie all’aiuto di tutti – ciascuno può donare chiamando lo 02 54122917 o mandando un contributo (IBAN IT 39G 0306234210000000760000) - si stanno distribuendo loro pasti caldi, tende e abiti invernali.
Nave San Marco è arrivata in Turchia trasportando aiuti umanitari

Nave San Marco è arrivata in Turchia trasportando aiuti umanitari

Gli aiuti via mare

Inoltre continua la collaborazione nelle emergenze con la Marina Militare, e nei giorni scorsi è partita la nave San Marco, salpata dal porto di Brindisi, con l’obiettivo di portare aiuti sanitari e umanitari nelle zone colpite dal terremoto in Turchia e Siria. La nave militare, messa a disposizione dal Ministero della Difesa, è arrivata ieri ad Alessandretta, città portuale situata a sud della Turchia. La Fondazione Francesca Rava, nell’ambito di collaborazione per le emergenze con la Marina Militare, ha imbarcato sulla Nave San Marco bancali di farmaci e materiale sanitario per fronteggiare l'emergenza. Inoltre anche MSC Crociere è al fianco della Fondazione Francesca Rava per portare aiuto concreto in Turchia. La nave MSC Aurelia è in partenza da Napoli, diretta al porto di Alessandretta, a sud della Turchia. A bordo della nave è stato imbarcato un carico di beni di prima necessità e materiale sanitario raccolto da MSC Foundation insieme a Fondazione Francesca Rava. La MSC Aurelia trasporterà anche capi invernali e magliette termiche donati dal Vaticano. I prodotti saranno distribuiti alla popolazione di Kilis. Una volta arrivata in Turchia, la MSC Aurelia, con oltre 1000 posti letto in cabina, resterà ormeggiata a disposizione delle autorità, per ospitare gli sfollati come alloggio di emergenza.
La nave MSC Aurelia con gli aiuti umanitari per le popolazioni terremotate

La nave MSC Aurelia con gli aiuti umanitari per le popolazioni terremotate

Medici Senza Frontiere in azione per i sopravvissuti

Alle prime luci dell’alba, subito dopo il terremoto, Medici Senza Frontiere ha iniziato i soccorsi perché era già presente nel nord-ovest della Siria. Ha curato quasi 7.600 persone negli ospedali, donato materiale medico a diverse strutture. Le ambulanze di Medici Senza Frontiere stanno trasferendo i feriti negli ospedali e gli operatori hanno distribuito coperte, cibo, tende e materassi a 2.500 famiglie rimaste senza casa sotto la neve. Gli stessi beni li stanno donando ai sopravvissuti al sisma in Turchia. Dopo più di 11 anni di guerra, la Siria è un Paese in continuo stato di bisogno e questo terremoto non fa che peggiorare le drammatiche condizioni di vita della popolazione. Il modo più efficace per aiutare è con una donazione regolare: “Solo così – spiegano da Medici Senza Frontiere - ci permetti di portare soccorso tempestivo in Siria e in altri contesti di emergenze”. Si può donare online, chiamando gratis al numero 800 91 31 46, oppure tramite IBAN: IT60F0501803200000010102325

Oipa raccoglie fondi per gli animali

È emergenza anche per gli animali di Siria e Turchia vittime del terremoto. L'Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) con i suoi volontari è in azione sul campo per soccorrere i cani e i gatti rimasti senza più nulla e dall'Italia si sta occupando di organizzare la distribuzione degli aiuti da consegnare agli animali in difficoltà nelle zone terremotate. Chi voglia contribuire ad aiutarli può partecipare alla raccolta fondi straordinaria attivata dall'associazione "Emergenza Terremoto". "In pochissimi giorni siamo riusciti a far consegnare 450 chili di cibo dove pensavamo fosse più difficile arrivare, in Siria, un territorio dimenticato in cui troppo spesso i randagi sono considerati degli invisibili - spiega Valentina Bagnato, responsabile Relazioni internazionali di Oipa International -. Un'altra consegna è prevista nei prossimi giorni ad Aleppo, dove i volontari locali si stanno prodigando per aiutarci ad assistere i quattro zampe. Anche in Turchia, con il supporto della delegazione locale e in sinergia con volontari del luogo, l'Oipa sta intrecciando una rete solidale di aiuti che raggiungeranno le aree maggiormente bisognose, laddove il sostegno fatica ad arrivare. "Noi di Oipa ci stiamo occupando anche di questi difficili territori e in questi giorni ci stiamo organizzando per raggiungere Yarbasi, Adana, Elbistan, Adiyaman e Diyarbakir" precisa Bagnato. La pagina web dedicata alla raccolta fondi è https://www.oipa.org/italia/terremoto-turchia-siria-aiuto-agli-a nimali.

Le brutte storie…

Gli effetti del devastante terremoto del 6 febbraio scorso

Gli effetti del devastante terremoto del 6 febbraio scorso

Come se non bastassero le macerie, la disperazione, il sangue, le vittime, la fame, la sete, il freddo, le ferite e le lacrime, ci si mettono anche gli ‘sciacalli’ ad aggiungere dolore al dolore. La Turchia ha confermato l'arresto di 97 persone nell'ambito di un'inchiesta su furti e saccheggi avvenuti in 11 province del sud est anatolico dopo il terremoto che ha colpito la zona. Intanto diventa sempre più preoccupante il fenomeno dei tentati rapimenti in ospedale di bambini feriti dal sisma. Dopo lo sventato sequestro di Aya, la neonata trovata viva tra le macerie ancora attaccata al cordone ombelicale, un nuovo episodio è stato segnalato nel distretto di Samandag, nella provincia di Hatay. La polizia turca ha arrestato un uomo che cercava di portare via un bambino da un ospedale fingendo di essere un funzionario di polizia. Il personale si è accorto che il tesserino in suo possesso era falso e ha chiamato gli agenti. All'uomo sono state trovate carte d'identità militari e di polizia fasulle, oro e denaro in lire turche, dollari ed euro per un valore di circa 6.500 dollari. Alcuni genitori della regione hanno espresso all'Afp il loro allarme per i presunti rapimenti di bambini. Lunedì il ministro della Famiglia turco Derya Yanik ha dichiarato che almeno 1.362 bambini sono stati separati dalle loro famiglie a causa del terremoto.

…e le storie a lieto fine

Mentre si continua a scavare senza sosta tra le macerie, dai cumuli di detriti emergono non solo resti di vite spezzate, ma anche storie di speranza. Ha fatto il giro del mondo quella della neonata che i soccorritori hanno trovato viva, ancora attaccata alla sua mamma che non conoscerà mai con il cordone ombelicale. È stata salvata a Jandairis, città siriana al confine con la Turchia: venuta alla luce tra le potentissime scosse, la piccola è l'unica sopravvissuta della sua famiglia. Ma anche altri salvataggi sono la ricompensa più grande per chi scava ininterrottamente da giorni, senza mai arrendersi, tenendo viva la speranza.
Persone alla ricerca dei propri beni fra le macerie di una casa (Ansa)

Persone alla ricerca dei propri beni fra le macerie di una casa (Ansa)

Un 12enne di nome Kaan è stato messo in salvo dopo essere rimasto per 182 ore sepolto sotto le macerie di un edificio crollato per il terremoto ad Antiochia, in provincia di Hatay. Lo rende nota la tv di Stato turca Trt. Una donna è stata estratta viva dopo essere stata 180 ore, 7 giorni e mezzo, sotto le macerie nel quartiere Subat di Kahramanmaras, città turca dove è stato localizzato l'epicentro del terremoto. Lo riferisce la tv turca aggiungendo che il salvataggio è stato opera del lavoro congiunto di squadre di soccorso kirghise e turche. La donna, Hatice Akar il suo nome, appena essere stata liberata dai detriti ha detto ai soccorritori: "Ho molto freddo, copritemi i piedi". Cinque altre persone sono state tratte in salvo dopo essere rimaste sepolte sotto le macerie per oltre 170 ore in diversi punti della Turchia. Una donna 26enne, Derya Akdogan, è stata salvata nella provincia di Hatay dopo aver passato 175 ore sotto le macerie. Due ore dopo è toccato a Bunyamin Idaci, un 35enne rimasto intrappolato in uno dei palazzi crollati per il terremoto ad Adyman, una delle città più colpite dal sisma. Nella stessa città, un'ora dopo i media locali hanno informato che una una bambina di 6 anni di nome Miray è stata messa in salvo, così come una 70enne, Nuray Gürbüz, estratta viva dalle macerie della casa ad Antiochia. Anche una 17enne è stata estratta viva dalle macerie: in questo caso il salvataggio è avvenuto della provincia turca di Adiyaman, come riporta l'agenzia di stampa statale del Paese, Anadolu. Anche una madre coi suoi due bambini è stata estratta viva dopo essere rimasta sepolta per 228 ore sotto le macerie di uno degli edifici che è crollato a causa del terremoto ad Antiochia, una delle città del sud est della Turchia più colpite dal sisma. Dieci giorni schiacciati sotto i resti di un palazzo sbriciolato, poi il miracolo. Quasi contemporaneamente è stata tratta in salvo, dopo 227 ore sotto le macerie, una donna di 74 anni, Cemile Kekec, a Kahramanmaras, un'altra delle città più colpite dal sisma, dove era stata salvata anche una 45enne.. Ma al di là di questi casi individuali, il bilancio del terremoto è, purtroppo, altissimo. Il numero delle vittime al momento ha superato le 41mila persone ma è – purtroppo - destinato ancora ad aumentare quando le ricerche si fermeranno. Secondo gli ultimi dati, in Turchia i feriti sono in tutto più di 105mila: di contro sono oltre 8.000 le persone che, sempre in Turchia, sono state estratte vive dai resti dei palazzi crollati.