Un grande aiuto per le donne in cura contro un
carcinoma mammario può arrivare dalle cosiddette "terapie integrate". Dallo
yoga all'
agopuntura, dalla nutrizione personalizzata a specifici programmi di fitness, fino a consulenze psicologiche e integratori naturali. I
benefici sono importanti, per esempio riescono a rendere i trattamenti più sopportabili. Tuttavia nel nostro Paese meno di una paziente su due con
tumore al seno ricorre a questo tipo di terapie, il più delle volte perché nessuno gliene parla o per assenza di disponibilità nella struttura in cui sono in cura. Ad alzare il velo su questa carenza sono gli specialisti della
Rete oncologica pazienti Italia (Ropi), in una ricerca sull'argomento presentata in occasione del primo incontro "Terapie integrate e carcinoma mammario" che si è tenuto a Roma presso la Fondazione Policlinico "Gemelli" per favorire l'aderenza terapeutica e renderla anche più efficace.
Le terapie integrate possono essere di grande aiuto per le donne in cura contro un carcinoma mammario
La ricerca sulle pazienti
La ricerca è stata condotta attraverso l'analisi delle risposte a circa
200 questionari sottoposti a pazienti con
carcinoma mammario avanzato in fase precoce e in fase avanzata, in cura in diverse strutture in Italia, in un periodo che va da
ottobre a dicembre 2022. Dai risultati è emerso che solo il
46% delle donne con carcinoma mammario ha utilizzato una o più terapie integrate. Di queste donne, il 74% ne ha avuto accesso al di fuori del Ssn e ne ha usufruito per gestire meglio gli
effetti collaterali, sia fisici che psicologici, delle terapie e della malattia. Tra le terapie integrate a cui si ricorre maggiormente ci sono le cosiddette "discipline body-mind" (22%), tra cui lo yoga, il tai chi, il Qui gong, la mindfullness; e in egual misura (22%) le cosiddette "terapie complementari", cioè agopuntura, shiatsu, riflessologia. Seguono l'arteterapia (5%), la musicoterapia (2%) e altre non ben specificate.
Yoga e agopuntura tra le terapie integrate a cui si ricorre maggiormente
I benefici delle terapie integrate
Oltre a rendere i trattamenti più sopportabili, le terapie integrate
favoriscono l'aderenza terapeutica e la rendono anche più efficace, riducendo gli effetti collaterali. "
Le terapie integrate in oncologia consistono nella combinazione di cure mediche standard con
trattamenti complementari, al fine di migliorare la tolleranza alle terapie antitumorali e nella promozione di
stili di vita salutari - spiega
Stefania Gori, direttore del Dipartimento Oncologico Irccs Sacro Cuore Don Calabria di Negrar di Valpolicella e presidente Ropi -. Promuovere sani stili di vita può ridurre il rischio di recidive tumorali o l'insorgenza di secondi tumori legati al persistere di abitudini comportamentali a rischio". È lunga la lista delle
terapie integrate incluse nelle linee guida della Sio (Society for integrative oncology) accettate anche dalla Società americana di oncologia medica (Asco): musicoterapia, meditazione e yoga per la riduzione dell'ansia/stress; meditazione, rilassamento, yoga, massaggi e musicoterapia per la
depressione/disturbi dell'umore; meditazione e yoga per migliorare la qualità della vita; digitopressione e agopuntura per ridurre la nausea e il vomito indotti dalla
chemioterapia.
Tumore al seno: le terapie integrate aiutano
Terapie integrate, queste "sconosciute"
"Nonostante il 96% delle pazienti ritiene di aver tratto beneficio dalle terapie integrative - riferisce
Alessandra Fabi, responsabile della Medicina di precisione neoplasia della mammella al Policlinico universitario Gemelli Irccs - il 54% delle donne con
carcinoma mammario non ne ha utilizzata neanche una. La metà di queste pazienti perché
non ne ha sentito parlare, il 30% perché non ne ha voglia e tempo, e il 15% perché non ha possibilità di accedervi nella zona in cui vive". Tra le pazienti che hanno ricorso alle terapie integrate, il 51% si è rivolto a
professionisti privati e solo il 21% ne ha usufruito presso il proprio centro di cura. Mentre il 23% ha avuto accesso grazie alle associazioni di volontariato. "Nonostante le numerose evidenze scientifiche che dimostrano
l'efficacia delle terapie integrate nel migliorare la qualità della vita delle pazienti e, di conseguenza, anche l'aderenza terapeutica, nonché nel ridurre il rischio recidive, in Italia sono ancora sottoutilizzate - aggiunge Fabi -. Questo perché in parte c'è una
scarsa formazione dei medici e in parte perché non tutte le strutture prevedono al loro interno servizi e consulenze mirate a tale scopo. È importante concentrarsi anche sulla
ricerca scientifica per sperimentare modalità di nuovi interventi che migliorino la qualità di vita delle pazienti oggi lungosopravviventi".
Yoga e agopuntura tra le terapie integrate a cui si ricorre maggiormente
Le "Cenerentole" della ricerca
"I dati indicano chiaramente la necessità di
diffondere nozioni relative alle terapie integrate tra gli oncologi e tra quanti gestiscono le pazienti con
carcinoma mammario - sottolinea
Stefani Gori, presidente Ropi - per permettere la diffusione di una cultura basata sull'evidenza relativa a queste terapie, evitando informazioni non veritiere e il ricorso a terapie alternative da parte delle pazienti. E questo è importante sia per il numero elevato di
nuove diagnosi di carcinoma mammario in Italia, nel 2022 è stato infatti il
tumore più frequentemente diagnosticato (55.700 casi, +0,5% rispetto al 2020), sia per i progressi ottenuti dai trattamenti oncologici nei confronti del
carcinoma mammari in fase precoce e in fase metastatica". "L'importanza della qualità di vita deve sempre essere un obiettivo della
ricerca clinica in ambito oncologico - conclude
Massimo Di Maio, direttore dell'Oncologia dell'A.O. Ordine Mauriziano di Torino, e segretario nazionale Aiom -. Questo argomento è stato spesso relegato a endpoint 'Cenerentola' della ricerca, ma negli ultimi anni sta acquistando
un'importanza crescente per la comunità scientifica e anche nel processo di valutazione dei
farmaci da parte delle agenzie regolatorie. La ricerca oncologica deve valorizzare il punto di vista dei pazienti sulle terapie che ricevono. Trovo culturalmente importante che si discuta e si faccia formazione scientifica su questo tema".