Negli ultimi 20 anni due miliardi di persone hanno ottenuto accesso all’acqua potabile

Nel nuovo rapporto di Oms, Unicef e Banca Mondiale si evidenziano anche ampie disparità geografiche e il rischio di esposizione all'inquinamento

di DOMENICO GUARINO
5 novembre 2022
Diritto di accesso all'acqua

Diritto di accesso all'acqua

Ogni tanto, tra guerre, crisi climatica, carestie, diritti negati e quant’altro, ci sono però anche le belle notizie. Il nuovo rapporto di Oms, Unicef e Banca Mondiale rileva che negli ultimi 20 anni sono stati fatti molti passi avanti per quello che riguarda il diritto all’accesso all’acquaTra il 2000 e il 2020, la popolazione mondiale con accesso a casa a servizi di acqua potabile gestiti in modo sicuro è infatti  aumentata di oltre 2 miliardi, passando da 3,8 miliardi a 5,8 miliardi di persone.

Sono tra i 94 e i 220 milioni le persone a rischio di esposizione all'inquinamento soprattutto nelle acque sotterranee

Le disuguaglianze e i problemi da abbattere

Va detto che le medie nazionali, regionali e globali celano notevoli disuguaglianze nei livelli di servizio tra i paesi e all'interno degli stessi. Ad esempio, mentre nel 2020 tre persone su quattro nel mondo utilizzavano servizi di acqua potabile gestiti in modo sicuro, la copertura regionale variava dal 96% in Europa e Nord America ad appena il 30% nell'Africa sub-sahariana. Così come il fatto che lo stesso rapporto sottolinea che esistono ancora ampie disparità geografiche e 2 miliardi di persone non utilizzano ancora acqua potabile gestita in modo sicuro.

In più c’è il problema dell’inquinamento ( tra 94 e 220 milioni di persone sono a rischio di esposizione a concentrazioni elevate di arsenico nelle acque sotterranee, la maggior parte in Asia) e della dispersione ( ogni giorno, a livello globale, quasi 350 milioni di metri cubi di acqua vanno persi a causa delle reti di distribuzione), tanto che nel 2021, 546 milioni di bambini non disponevano di un servizio di base di acqua potabile nella loro scuola, di questi 288 milioni non avevano alcun servizio di acqua potabile. Non a caso nello stesso rapporto si tiene a precisare che, per fornire accesso universale ad acqua sicura da bere entro il 2030, i governi e i partner dovranno incrementare drasticamente gli impegni politici per l'acqua potabile e quadruplicare gli investimenti.

Ma che alcuni importanti progressi siano stati fatti è tanto innegabile quanto da valorizzare. L'acqua potabile non sicura è infatti una causa diretta o indiretta di morte. Ogni anno oltre 1,5 milioni di persone  muoiono a causa della diarrea, la maggior parte dei quali sono neonati e bambini piccoli. Poi c’è la febbre tifoide, il colera (malattia endemica in 69 Paesi) che si stima provochi 2,9 milioni di casi all'anno.

Maria Neira, Direttore del Dipartimento Ambiente, Cambiamento Climatico e Salute dell'OMS

"Nessun bambino dovrebbe essere costretto a scegliere tra acqua sporca da bere e non andare a scuola"

"Fornire un più ampio accesso all'acqua sicura da bere ha salvato molte vite, la maggior parte bambini. Ma il cambiamento climatico sta intaccando questi risultati - ha dichiarato Maria Neira, Direttore del Dipartimento Ambiente, Cambiamento Climatico e Salute dell'OMS - Dobbiamo accelerare i nostri sforzi per assicurare che ogni persona abbia un accesso adeguato ad acqua pulita da bere - che è un diritto umano, non un lusso".

Mentre Aidan Cronin, direttore UNICEF ad interim per l'Acqua e i Servizi igienici e Clima, Ambiente, Energia e Riduzione del Rischio di Catastrofi, ha dichiarato: “Nessun bambino dovrebbe essere costretto a scegliere tra acqua sporca da bere - uno dei principali killer di bambini - o intraprendere viaggi pericolosi per raccogliere acqua e non andare a scuola- L'acqua sicura da bere accessibile e affidabile è fondamentale per assicurare che i bambini siano sani, istruiti e crescano". Fare di più e fare meglio, dunque. Ma la strada intrapresa è quella giusta.