Cinque giorni di congedo retribuito per le dipendenti che si assentano a causa della
dismenorrea. Sono sempre di più in Italia le imprese che introducono questa forma di welfare aziendale, un riconoscimento effettivo di una condizione invalidante per molte donne per le quali il ciclo è molto più che un semplice 'appuntamento' mensile fisiologico. Tra queste si aggiunge ora anche la
Masoni Industria Conciaria Spa di Pontedera, che ha deciso di introdurre questa misura di supporto per coloro a cui viene diagnosticata la condizione patologica, caratterizzata da un forte dolore uterino che sorge durante il periodo delle mestruazioni.
Cinque giorni retribuiti in caso di dismenorrea
Un benefit che ha pochi precedenti in Italia (ricordiamo due casi raccontati anche su
Luce!, quello della veneziana
Ormesani e del sito di fitness
Traininpink), almeno nel settore privato, mentre ad esempio in
Spagna è stato recentemente
introdotto per legge. La Masoni, così facendo, diventa una delle aziende pioniere in Italia a considerate il problema, tipicamente etichettato come "di genere", che però, in ambito lavorativo, non viene ancora riconosciuto tra le cause di assenza retribuita, come invece accade in caso di malattia.
Il dolore mestruale è comune a circa l'80% delle donne ma per alcune diventa perfino invalidante nella vita quotidiana
Con questa iniziativa, presa in totale autonomia, l'impresa di Pontedera – spiega una nota riportata su La Nazione locale – si pone "all'avanguardia in un tema come ben sappiamo molto dibattuto ma ritenuto di secondaria importanza e purtroppo, aggiungiamo, ancora
considerato tabù". "L'intento è quello di assottigliare fino ad abbattere del tutto quel
muro di pregiudizi e non detto che impedisce il totale raggiungimento della parità di genere nel mondo del lavoro – aggiunge Masoni Industria Conciaria Spa –. È infatti un
diritto riconosciuto assentarsi dal lavoro pur continuando a essere retribuiti a patto di dimostrare lo stato di malattia con un certificato medico. Ma se sei una donna e soffri di dismenorrea questo diritto non vale".
I dolori mestruali: quante ne soffrono e le cause
In realtà
una donna su quattro soffre di questa condizione patologica e in alcuni casi i dolori sono così forti da impedire le normali attività quotidiane. Nel nostro Paese
circa l'80% delle donne soffra di un qualche grado di dismenorrea, ma solo il 10-15% lamenta una forma grave. Le
più a rischio sono le ragazze sotto i 20 ani, quelle che hanno avuto il primo ciclo prima degli 11, le donne con cicli abbondanti o che hanno un flusso irregolare, quelle che non hanno mai avuto figli o le cui madri soffrono o hanno sofferto di questa patologia e le fumatrici. Si presenta di solito con dolore di tipo
crampiforme e colico che colpisce la parte bassa dell'addome. La sintomatologia dolorosa può estendersi alla parte bassa della schiena e agli arti inferiori e può essere associata a nausea, vomito, vertigini, sudorazione intensa ed episodi diarroici. Quando non se ne conosce la causa specifica si parla di dismenorrea
primaria, mentre si definisce
secondaria quando i sintomi sono legati a patologie come
endometriosi,
adenomiosi, fibromi uterini, infezioni o stenosi (restringimenti) della cervice uterina.
Congedo mestruale in Italia e all'estero
In Europa solo la Spagna ha da poco riconosciuto questo diritto e con lei pochissimi altri Paesi al mondo e spesso in forma autonoma, da parte di singole realtà.
Fabrizio Masoni, amministratore delegato dell'impresa conciaria di Pontedera
In Italia Masoni diventa la seconda azienda privata (terza se si aggiunge la società di Carlotta Gagna) a riconoscere il congedo retribuito per le dipendenti, aggiungendo così un importante tassello "nella creazione di un welfare aziendale che pone i bisogni di tutti, senza distinzione, al centro dell’interesse". "Il riconoscimento da parte dell’azienda di questo diritto, – aggiunge Fabrizio Masoni a La Nazione – ci toglie di dosso quella
patina di Medioevo che ancora persiste e tende a
minimizzare il dolore femminile come fosse 'normale'. Ho due figlie femmine e spero che il nostro atto serva a far sì che anche loro possano vivere nel ventunesimo secolo per tutti gli aspetti della loro vita". Questa nuova importante iniziativa si unisce a quella approvata lo scorso febbraio che introduce l’elargizione di
borse di studio per meriti scolastici ai
figli dei dipendenti che terminano l’ultimo anno di ogni ciclo, dalle elementari all’università.