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Home » Spettacolo » Asia Argento e la nuova condanna di Weinstein: “Dopo la violenza, 16 anni di analisi”

Asia Argento e la nuova condanna di Weinstein: “Dopo la violenza, 16 anni di analisi”

L'attrice è stata tra le prime ad accusare il produttore di Hollywood già in carcere: "La vittima viene sempre giudicata, prima dello stupratore"

Barbara Berti
22 Dicembre 2022
Asia Argento (Instagram)

Asia Argento (Instagram)

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“La vittima di stupro, di molestie, viene sempre, prima di tutto, giudicata. Prima ancora dello stupratore”. E’ il pensiero di Asia Argento che torna a parlare di Harvey Weinstein, dopo la nuova condanna dell’ex produttore di Hollywood per tre reati: uno stupro e due aggressioni sessuali. L’attrice, nel 2017, è stata una delle prime a denunciare le violenze subite dal magnate. Una denuncia che, insieme a quella di molte altre attrici, innescò la campagna MeToo: un punto importante nella presa di coscienza a livello mondiale sul fenomeno delle molestie e violenze sessuali sulle donne, in particolare nel mondo dello spettacolo (ma non solo).Il produttore, che una volta era l’uomo più potente di Hollywood – campione di nomination, 330, e di Oscar, 81 – due anni fa era già stato condannato a New York per violenza sessuale. Attualmente sta scontando 23 anni di carcere, e a questi, con la nuova condanna, se ne potrebbero aggiungere altri 24 (ma la pena è da decidere).

L'attrice Asia Argento (Instagram)
L’attrice Asia Argento (Instagram)

“Nel 2017, dopo che io e altre donne liberammo la parola rendendo pubbliche le violenze sessuali subite da Harvey Weinstein, ci fu un vero e proprio tsunami mediatico, e subii da parte dei media e degli haters quello che viene chiamato ‘victim blaming’” scrive Argento in un lungo post su Instagram. E aggiunge: “Vennero dette e scritte frasi come ‘se l’era cercata, poteva dire no, l’ha fatto per farsi pubblicità’… perché la colpa del predatore in qualche strana maniera ricade sempre sulla donna, sulla vittima, anche se detesto questa parola. La vittima di stupro, di molestie, viene sempre, prima di tutto, giudicata. Prima ancora dello stupratore. E purtroppo anche la vittima per prima cosa interroga se stessa. Questo dovrebbe far capire com’è tutt’ora montata la nostra società”.

Il post di Asia Argento dopo la nuova condanna di Harvey Weinstein
Il post di Asia Argento dopo la nuova condanna di Harvey Weinstein

L’attrice ricordando quello che subì dal produttore dice: “Anch’io mi chiesi come mai non fossi riuscita a scappare, perché non gli avessi dato un calcio nelle palle come mi aveva insegnato mia madre, perché non avessi urlato e chiamato le forze dell’ordine. M’incolpavo dicendomi che davo troppa confidenza agli uomini. O che forse era colpa dei ruoli che interpretavo, le pose sexy sulle copertine dei giornali. Se qualcosa di irrisolto dentro di me non mi aveva mai permesso di amarmi completamente, dopo essere stata violentata iniziai a disprezzarmi”.

L'attrice Asia Argento, 47 anni (Instagram)

Dopo la violenza, l’attrice si è sentita in colpa e per tanti anni è stata in terapia. “Continuavo a ripetermi che ero una puttana e che me l’ero cercata. Non riuscivo a fuggire da questi pensieri. Allora ero ventenne, non avevo gli strumenti per capire cosa mi era successo. Ci sono volute due decadi e 16 anni di analisi per liberarmi di questo critico interiore, e per imparare a farmi scivolare sopra le insinuazioni dei detrattori, che facevano ancora più male perché ero stata io la prima a incolparmi” prosegue il post della figlia del maestro dell’horror, Dario Argento.

Asia Argento con il fidanzato Michele Martignoni, 26 anni, campione di MMA, arti marziali miste, soprannominato “The Italian Thunder" (Instagram)
Asia Argento con il fidanzato Michele Martignoni, 26 anni, campione di MMA, arti marziali miste, soprannominato “The Italian Thunder” (Instagram)

Tornando all’attualità, l’attrice dice: “Weinstein è stato condannato (dopo la sentenza di 23 anni a New York) a Los Angeles per stupro e violenze sessuali, potrebbe scontare 47 anni in carcere. Quarantasette anni è la mia età. Oggi sono una donna serena, una sopravvissuta, amo la vita, amo me stessa, ho trasformato il veleno in medicina, e so che la mia esperienza ha aiutato innumerevoli donne in tutto il mondo ad uscire dallo stigma delle violenze sessuali, a liberarsi di questo enorme fardello. E per questo sono e sarò sempre profondamente grata”.

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  • Nicoletta Sipos, giornalista e scrittrice, ha vissuto in Ungheria, in Germania e negli Stati Uniti, prima di raggiungere Milano e lì restare. Il suo romanzo “La guerra di H”, un romanzo fortemente ispirato a fatti realmente accaduti.

L’autrice indaga in maniera del tutto nuova e appassionante un momento drammatico, decisivo della storia del nostro continente: la Seconda guerra mondiale. A raccontare l’ascesa e la disfatta del Nazismo è stavolta la voce di un bambino tedesco, che riporta con semplicità e veracità le molte sofferenze patite dal suo popolo durante il conflitto scatenato da Hitler, focalizzando l’attenzione del lettore sul drammatico paradigma che accomuna chiunque si trovi a vivere sulla propria pelle una guerra: la sofferenza. Pagine toccanti, le sue, tanto più intense perché impregnate di fatti reali, emozioni provate e sentite dai protagonisti e condivise da quanti, tuttora, si trovano coinvolti in un conflitto armato. La memoria collettiva è uno strumento potente per non commettere gli stessi errori. 

"Imparai poco alla volta – scrive il piccolo Heinrich Stein, protagonista del romanzo – che nel nostro strano Paese la verità aveva più volti con infinite sfumature”.

👉Perché una storia così e perché ora?
“Ho incontrato il protagonista di questa mia storia molto tempo fa, addirittura negli anni ’50, ossia in un’epoca che portava ancora gli strascichi della guerra. Diventammo amici, parlammo di Hitler e della miseria della Germania. Poco per volta, via via che ci incontravamo, lui aggiungeva ricordi, dettagli, confessioni. Per anni ho portato dentro di me la testimonianza di questa storia che si arricchiva sempre più di dettagli. Molte volte avrei voluto scriverla, magari a quattro mani con il mio amico, ma lui non se la sentiva. Io stessa esitavo ad affrontare questa storia che racconta una famiglia tedesca in forte sofferenza in una Germania ferita e umiliata. La gente ha etichettato tutto il popolo tedesco durante il nazismo come crudele per antonomasia. Non si pensa mai a quanto la gente comune abbia sofferto, alla fame e al freddo che anche il popolo tedesco ha patito”.

✍ Caterina Ceccuti

#lucenews #giornodellamemoria #27gennaio
  • È dalla sua camera con vista affacciata sull’Arno che Ornella Vanoni accetta di raccontare un po’ di sé ai lettori di Luce!, in attesa di esibirsi, sabato 28 gennaio sul palco della Tuscany Hall di Firenze, dov’è in programma una nuova tappa della nuova tournée Le Donne e la Musica. Un ritorno atteso per Ornella Vanoni, che in questo tour è accompagnata da un quintetto di sole donne.

Innanzitutto come sta, signora Vanoni?
“Stanca, sono partita due mesi dopo l’intervento al femore che mi sono rotto cadendo per una buca proprio davanti a casa mia. Ma l’incidente non mi ha impedito di intraprendere un progetto inaspettato che, sin da subito, mi è stato molto a cuore. Non ho perso la volontà di andare avanti. Anche se il tempo per prepararlo e provare è stato pochissimo. E poi sono molto dispiaciuta“.

Per cosa?
“La morte dell’orso Juan Carrito, travolto e ucciso da un’auto cercava bacche e miele: la mia carissima amica Dacia (Maraini, ndr) l’altro giorno ha scritto una cosa molto bella dedicata a lui. Dovrò scrollarmi di dosso la malinconia e ricaricarmi in vista del concerto“.

Con lei sul palco ci sarà una jazz band al femminile con Sade Mangiaracina al pianoforte, Eleonora Strino alla chitarra, Federica Michisanti al contrabbasso, Laura Klain alla batteria e Leila Shirvani. Perché questa scelta?
“Perché sono tutte bravissime, professioniste davvero eccezionali. Non è una decisione presa sulla spinta di tematiche legate al genere o alle quote rosa, ma nata grazie a Paolo Fresu, amico e trombettista fantastico del quale sono innamorata da sempre. Tempo fa, durante una chiacchierata, Paolo mi raccontò che al festival jazz di Berchidda erano andate in scena tante musiciste bravissime. E allora ho pensato: ’Se sono così brave perché non fare un gruppo di donne? Certo, non l’ha fatto mai nessuno. Bene, ora lo faccio io“.

Il fatto che siano tutte donne è un valore aggiunto?
“In realtà per me conta il talento, ma sono felice della scelta: è bellissimo sentire suonare queste artiste, vederle sul palco intorno a me mi emoziona“.

L
  • Devanshi Sanghvi è una bambina di otto anni che sarebbe potuta crescere e studiare per gestire l’attività di diamanti multimilionaria appartenente alla sua facoltosissima famiglia, con un patrimonio stimato di 60 milioni di dollari.

Ma la piccola ha scelto di farsi suora, vivendo così una vita spartana, vestita con sari bianchi, a piedi nudi e andando di porta in porta a chiedere l’elemosina. Si è unita ai “diksha” alla presenza di anziani monaci giainisti. La bimba è arrivata alla cerimonia ingioiellata e vestita di sete pregiate. Sulla sua testa poggiava una corona tempestata di diamanti. Dopo la cerimonia, a cui hanno partecipato migliaia di persone, è rimasta in piedi con altre suore, vestita con un sari bianco che le copriva anche la testa rasata. Nelle fotografie, la si vede con in mano una scopa che ora dovrà usare per spazzare via gli insetti dal suo cammino per evitare di calpestarli accidentalmente.

Di Barbara Berti ✍

#lucenews #lucelanazione #india #DevanshiSanghvi
  • Settanta giorni trascorsi in un mondo completamente bianco, la capitana dell’esercito britannico Harpreet Chandi, che già lo scorso anno si era distinta per un’impresa tra i ghiacci, è una fisioterapista che lavora in un’unità di riabilitazione regionale nel Buckinghamshire, fornendo supporto a soldati e ufficiali feriti. 

Ha dimostrato che i record sono fatti per essere battuti e, soprattutto, i limiti personali superabili grazie alla forza di volontà e alla preparazione. E ora è diventata una vera leggenda vivente, battendo il record del mondo femminile per la più lunga spedizione polare – sola e senza assistenza – della storia.

Il 9 gennaio scorso, 57esimo giorno del viaggio che era cominciato lo scorso 14 novembre, la 34enne inglese ha raggiunto il centro del Polo Sud dopo aver percorso circa 1100 chilometri. Quando è arrivata a destinazione nel bel mezzo della calotta polare era felice, pura e semplice gioia di aver raggiunto l’agognato traguardo: “Il Polo Sud è davvero un posto incredibile dove stare. Non mi sono fermata molto a lungo perché ho ancora un lungo viaggio da fare. È stato davvero difficile arrivare qui, sciando tra le 13 e le 15 ore al giorno con una media di 5 ore di sonno”.

Di Irene Carlotta Cicora ✍

#lucenews #lucelanazione #polosud #HarpreetChandi #polarpreet
“La vittima di stupro, di molestie, viene sempre, prima di tutto, giudicata. Prima ancora dello stupratore”. E’ il pensiero di Asia Argento che torna a parlare di Harvey Weinstein, dopo la nuova condanna dell'ex produttore di Hollywood per tre reati: uno stupro e due aggressioni sessuali. L'attrice, nel 2017, è stata una delle prime a denunciare le violenze subite dal magnate. Una denuncia che, insieme a quella di molte altre attrici, innescò la campagna MeToo: un punto importante nella presa di coscienza a livello mondiale sul fenomeno delle molestie e violenze sessuali sulle donne, in particolare nel mondo dello spettacolo (ma non solo).Il produttore, che una volta era l'uomo più potente di Hollywood - campione di nomination, 330, e di Oscar, 81 - due anni fa era già stato condannato a New York per violenza sessuale. Attualmente sta scontando 23 anni di carcere, e a questi, con la nuova condanna, se ne potrebbero aggiungere altri 24 (ma la pena è da decidere).
L'attrice Asia Argento (Instagram)
L'attrice Asia Argento (Instagram)
“Nel 2017, dopo che io e altre donne liberammo la parola rendendo pubbliche le violenze sessuali subite da Harvey Weinstein, ci fu un vero e proprio tsunami mediatico, e subii da parte dei media e degli haters quello che viene chiamato ‘victim blaming’” scrive Argento in un lungo post su Instagram. E aggiunge: “Vennero dette e scritte frasi come ‘se l’era cercata, poteva dire no, l’ha fatto per farsi pubblicità’… perché la colpa del predatore in qualche strana maniera ricade sempre sulla donna, sulla vittima, anche se detesto questa parola. La vittima di stupro, di molestie, viene sempre, prima di tutto, giudicata. Prima ancora dello stupratore. E purtroppo anche la vittima per prima cosa interroga se stessa. Questo dovrebbe far capire com’è tutt’ora montata la nostra società”.
Il post di Asia Argento dopo la nuova condanna di Harvey Weinstein
Il post di Asia Argento dopo la nuova condanna di Harvey Weinstein
L’attrice ricordando quello che subì dal produttore dice: “Anch’io mi chiesi come mai non fossi riuscita a scappare, perché non gli avessi dato un calcio nelle palle come mi aveva insegnato mia madre, perché non avessi urlato e chiamato le forze dell’ordine. M’incolpavo dicendomi che davo troppa confidenza agli uomini. O che forse era colpa dei ruoli che interpretavo, le pose sexy sulle copertine dei giornali. Se qualcosa di irrisolto dentro di me non mi aveva mai permesso di amarmi completamente, dopo essere stata violentata iniziai a disprezzarmi”. L'attrice Asia Argento, 47 anni (Instagram) Dopo la violenza, l’attrice si è sentita in colpa e per tanti anni è stata in terapia. “Continuavo a ripetermi che ero una puttana e che me l’ero cercata. Non riuscivo a fuggire da questi pensieri. Allora ero ventenne, non avevo gli strumenti per capire cosa mi era successo. Ci sono volute due decadi e 16 anni di analisi per liberarmi di questo critico interiore, e per imparare a farmi scivolare sopra le insinuazioni dei detrattori, che facevano ancora più male perché ero stata io la prima a incolparmi” prosegue il post della figlia del maestro dell’horror, Dario Argento.
Asia Argento con il fidanzato Michele Martignoni, 26 anni, campione di MMA, arti marziali miste, soprannominato “The Italian Thunder" (Instagram)
Asia Argento con il fidanzato Michele Martignoni, 26 anni, campione di MMA, arti marziali miste, soprannominato “The Italian Thunder" (Instagram)
Tornando all’attualità, l’attrice dice: “Weinstein è stato condannato (dopo la sentenza di 23 anni a New York) a Los Angeles per stupro e violenze sessuali, potrebbe scontare 47 anni in carcere. Quarantasette anni è la mia età. Oggi sono una donna serena, una sopravvissuta, amo la vita, amo me stessa, ho trasformato il veleno in medicina, e so che la mia esperienza ha aiutato innumerevoli donne in tutto il mondo ad uscire dallo stigma delle violenze sessuali, a liberarsi di questo enorme fardello. E per questo sono e sarò sempre profondamente grata”.
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