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Con Biagio Antonacci il palco è centrale: "Perché inclusione vuol dire rendere tutti felici allo stesso modo"

Il cantautore sabato 17 dicembre si esibirà a Firenze: "Da padre di figli grandi e di un piccolissimo sono a favore dell'adozione da parte coppie omosessuali e single. L'amore non ha sesso"

di LETIZIA CINI -
16 dicembre 2022
biagio antonacci

biagio antonacci

Biagio Antonacci sta portando le hit della sua carriera trentennale sui palchi dei più importanti palasport domani, sabato 17 dicembre sarà sul palco del Mandela Forum di Firenze (www.bitconcerti.it, ticketmaster.it, www.ticketone.it); inoltre alla tournée si aggiungono nuove date a maggio 2023. Dopo oltre 3 anni di silenzio, il periodo più lungo che abbia mai passato senza suonare dal vivo a causa della pandemia, torna davanti al pubblico. Felice? "La voglia di tornare sul palco è tanta, dopo la pandemia, l’attesa, la nebbia. La pandemia per l’essere umano è stata la nebbia fitta, l’oscurità. Sul palco ho ritrovato l’energia. Viviamo una crisi energetica incredibile, sotto tutti i punti di vista non solo reale, materiale, ma anche una crisi dell’anima e la musica può alleviare questa crisi".

Palco centrale tour è un concerto inclusivo, coinvolgente: protagonisti... tutti. Una sua precisa scelta? "Il concetto di inclusivo mi piace molto. Tutto è uguale per tutti. Il palco è al centro come il fuoco è al centro nelle tribù, ogni energia è al centro di ogni episodio, di unione e di soddisfazione nel sentirsi vicini a qualcuno. Inclusivo vuol dire rendere tutti felici allo stesso modo. L’inclusività è la parola del momento". Sui social ha definito Liberatemi, il disco della svolta, capace di "regalarle parte di libertà, di vivere di musica", cos’ha di speciale? "Liberatemi è speciale perché è attuale. Le cose non sono cambiate. L’uomo chiede sempre a questo Dio, che si manifesta sotto varie forme, di essere il risolutore di tutto. Per cercare un domani, la vita eterna. Io non sono più così convinto che la vita eterna vada cercata solo attraverso la fede. La vita eterna è la vita che viviamo oggi. Solo così possiamo vivere una buona vita". Recentemente davanti alla stazione di Milano, all’Isola d’Elba, dove trascorre lunghi periodi, capita di vederla suonare in una piazzetta di Capoliveri "poche note in solitudine": cosa la porta per strada? "Certo, l’Isola D’Elba è una delle mie terre sicuramente, la stazione di Milano. Ogni luogo con una chitarra diventa un luogo speciale. Poche note cantate per strada diventano note di tutti. La musica nasce per la strada. I vecchi cantautori, i bardi, cantavano fuori dalle chiese, cantavano all’aperto e vivevano di musica. La vita dell’artista dovrebbe essere tra la gente, per strada".

Biagio Antonacci il 17 dicembre sarà al Mandela Forum per il suo Palco Centrale Tour (Ph. Alessandro Treves)

Antonacci, lei risiede a Bertinoro ormai da 15 anni, è stato anche direttore artistico dell’iniziativa Danteinoro, che ha portato alla scoperta dei luoghi danteschi di quel territorio nel 2021 attraverso la voce di amici come Giuseppe Fiorello, Milena Gabanelli, Moni Ova: le piacciono più le terzine della Commedia o le atmosfere di quei luoghi? "Le terzine creano le atmosfere, ecco perché questi amici mi hanno aiutato a raccontare Dante con le loro voci meravigliose. Sono molto fiero di Danteinoro. La Romagna è una terra speciale. Ho conosciuto la terra attraverso la Romagna. Io sono cresciuto a Rozzano, in periferia, e ho vissuto a Bologna; ma per me la Terra è la Romagna". "Siamo lontanissimi dalla libertà perché siamo ancora imprigionati dai pregiudizi perché pensiamo ancora che tutto quello che facciamo noi sia quello che devono fare gli altri" ha detto recentemente. Pensa davvero che clima e guerra possano portare all’estinzione dell’uomo? "La naturale estinzione dell’uomo è un processo da anni ormai in corso e lo capiamo attraverso le situazioni che ci circondano come il dramma di Ischia, i nubifragi e la violenza del clima. Eravamo convinti di gestire la natura ma la natura si sta ribellando. Noi siamo ospiti di questo meccanismo meraviglioso eppure abbiamo deturpato le foreste e il verde attorno a noi". In un post su Instagram (Eppure sei grande e sei anche il più grande dei miei figli, ti chiamavano il professore e avevi 5 anni, già spiegavi l’amore con tecnica inspiegabile. Oggi scrivi canzoni, e vivi di musica con impegno. Sei sempre il piccolo Paolo per me, sei figlio e sei anche amico. Penso spesso a tuo nonno Paolo e a come sarebbe stato orgoglioso di te / in più oggi festeggi nella sua Bari. Buon Compleanno Paolo. Con INFINITO AMORE, Papà B.) fa una dedica al suo primogenito, Paolo. Lei ha figli di età molto diverse, con uno collabora grazie alla musica, all’altro (piccolissimo) insegna a camminare: cosa è cambiato nel suo modo di essere padre? "Essere padre è qualcosa di fantastico. Padre uguale responsabilità, impegno, uomo. Io ho avuto figli da giovane e un figlio da grande e mi piace vedere che le generazioni si amano, mio figlio grande che ama suo fratello. Mio figlio adora essere amato dai fratelli e la sorella. La natura da i tempi della nostra vita e diventare padre da grande è un grandissimo regalo e condividere la paternità con i miei figli è un enorme regalo e poi mi sento anche aiutato perché so che i miei figli più grandi potrebbero fare da educatori al più piccolo".

Biagio Antonacci con un tenero scatto pubblicato sui social augurava buon compleanno al figlio primogenito Paolo

Sempre in tema di genitorialità, fra i tanti artisti che hanno fatto sentire la propria voce, anche il suo collega Tiziano Ferro si batte per consentire in Italia l’adozione a coppie omosessuali o single: qual è il suo pensiero? "Il mio pensiero sull’adozione è aperto e non ha sesso. Nessuna cosa ha sesso, l’amore non ha sesso, la natura non ha sesso. Noi non abbiamo sesso. Abbiamo degli impulsi, ci distinguiamo perché siamo una specie divisa in maschi e femmine ma siamo liberi e quando un uomo è libero e riesce ad esserlo e lasciare i pregiudizi assurdi che ancora la gente usa per denigrare le persone diverse ci allontaniamo dallo scopo della nostra vita, ossia vivere all’insegna di nobili ideali, quelli che abbiamo dentro e ci rendono liberi". Suo nonno era un bersagliere, partito per il fronte russo nel ’42: al suo ritorno si chiese perché li avessero mandati ad ammazzare quella "brava gente. Gente che non voleva la guerra": questo non le ricorda la posizione degli ucraini oggi? "Mio nonno andò in Russia, sul fronte del Don e rimase li due anni. Mi ha raccontato cose davvero incredibili. Ha ucciso delle persone, ha incontrato e affrontato il popolo Russo ma si domandava ogni volta il perché, perché siamo andati a rompere le scatole a questa povera gente. Quando tornò mi portò un’icona meravigliosa che prese da una casa di campagna e che mi accompagna nel tempo nelle mie case. È incredibile il perché ancora l’uomo bombarda l’uomo". Inevitabile... finito il tour, progetti? "Nel 2023 uscirà il nuovo album, poi ci sarà forse un altro tour, e poi chissà forse un libro o una sceneggiatura".