Dal bullismo al liceo al successo planetario scoppiato all'improvviso. L'attore e modello australiano Jacob Elordi, 25 anni, si racconta a trecentosessanta gradi. Icona di stile della Gen Z e rubacuori anche nella vita reale - tra le sue ex ci sono la top model Kaia Gerber, l'attrice, cantante e ballerina Zendaya e l'attrice Joey Lynn King - Elordi è diventato noto al grande pubblico per il personaggio di Noah Flynn nel film Netflix "The Kissing Booth" nel 2018 ma il suo esordio ufficiale nel mondo del cinema risale al 2017 con una piccola parte nel film con Johnny Depp "Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar". Poi, nel 2019 il ruolo da protagonista - è Nate - nel teen cult "Euphoria".
L'incredibile rapidità della sua ascesa alla notorietà lo ha un po’ spiazzato: solo cinque anni fa, aveva appena finito il liceo nella nativa Brisbane, capitale del Queensland in Australia. Poi è arrivata la parte dell’aitante Noah Flynn nella commedia romantica "The Kissing Booth" (poi diventata una trilogia) che è stata vista da decine di milioni di persone e lo ha trasformato, da un giorno all’altro, in una celebrità. Anzi in una notte: Netflix ha rilasciato il film a mezzanotte a Los Angeles, quindi Elordi è andato a letto come un ragazzo normale e al risveglio aveva 4 milioni di nuovi follower sul proprio account Instagram (oggi ha 13,2 milioni di fan). "Ho dovuto cancellare le foto del liceo perché era l’Instagram in cui raccontavo la mia vita. Vorrei che le persone capissero quanto sia stato drastico il cambiamento" racconta l'attore a "British GQ" che gli dedica la copertina.
Un'ascesa rapida e inaspettata. "All’epoca dell’ultimo provino sul conto avevo forse tra i 400 e gli 800 dollari. Se non fosse andato bene me ne sarei tornato a casa per un po’ per mettere da parte qualcosina e tornare" racconta ancora alla rivista. Quando si è trasferito a Los Angeles si è fatto ospitare a casa di un amico nella San Fernando Valley per un paio di settimane e ha persino dormito in macchina in un parcheggio di Mulholland Drive.Visualizza questo post su Instagram
Ma "Euphoria" ha cambiato tutto. La serie televisiva di punta della HBO, che racconta la vita sregolata degli studenti liceali della Generazione Z, lo ha fatto diventare un divo mondiale. La prima stagione è andata in onda nel 2019 e ha ottenuto un enorme successo di critica, nel 2022, quando la seconda stagione è andata in onda, 19,5 milioni di spettatori si sono sintonizzati negli Stati Uniti a ogni episodio, il numero più alto dal 2004 per qualsiasi show HBO diverso da "Game of Thrones". Elordi è, quindi, diventato l’affascinante antieroe di una serie entrata subito nel cuore del pubblico e si è ritrovato in una spirale di celebrità che, da allora, sta ancora cercando di gestire. La passione di Elordi per la recitazione è nata intorno ai 12 anni, l’età in cui Nate di "Euphoria" ha cominciato a sviluppare un’identità da maschio alfa attraverso una routine di allenamento che prevedeva trazioni e grida talmente forti da non permettere a nessuno di accusarlo di essere effeminato. A scuola Elordi ha iniziato a sperimentare la recitazione quando ancora era faceva parte della squadra di rugby. "Appena ho cominciato a recitare, a scuola mi hanno dato del gay, ma avevo molta fiducia in me stesso. Perché sapevo di potermi dedicare a entrambe le attività", confessa a "GQ". E dice: "Ero abbastanza bravo nello sport e altrettanto nel teatro. Mi ritenevo al di sopra della banalità di un simile chiacchiericcio e questo mi faceva sentire più vecchio. In realtà, si trattava di una maggiore maturità. Non mi sono mai preoccupato di essere considerato meno uomo dai miei coetanei. Inoltre, la situazione mi permetteva di fare spettacoli teatrali insieme alle scuole femminili. Trascorrevo i fine settimana in compagnia delle ragazze più belle dell’istituto o, in alternativa, a leggere le parole in assoluto più romantiche che siano mai state scritte". Più veniva sfidato dai bulli e più rispondeva a modo, come quando in "Sogno di una notte di mezza estate" di William Shakespeare per il ruolo di Oberon decise di eccedere con il make-up per far vedere che non si vergognava di nulla. "Mi sono allontanato dalla cultura della birra e dello sport e se questo mi rendeva poco uomo non m’importava, volevo essere fedele a chi ero, un ragazzo etero che ama l’arte" specifica l'attore alla rivista. "Non sono mai riuscito a capire come si possa etichettare qualcosa, in assoluto. Quanto è assurdo identificare lo sport come un’attività prettamente maschile? In che modo la sessualità può influenzare l’abilità di un atleta o di un performer?" si chiede Elordi. Poi ricorda: "Giocare a rugby rendeva fiero mio padre. Fare teatro faceva sentire orgogliosa mia madre. Quindi, se riuscivo a seguire entrambi gli interessi nati dalla mia educazione, come potevo sbagliare? Sembra un ragionamento fatto col senno di poi, ma all’epoca ne ero consapevole. Ed è un traguardo i cui frutti porto ancora dentro". Aspettando la terza stagione di "Euphoria", l'attore è nel cast di "Acque profonde", il film con Ben Affleck uscito a marzo scorso su Prime Video. L’agenda dei suoi prossimi progetti è piena: sarà un aristocratico inglese in "Saltburn" (il seguito di "Una donna promettente" della scrittrice e regista Emerald Fennell) in cui recita accanto a Rosamund Pike. Poi apparirà in un thriller con Zachary Quinto e in un road movie realizzato da un collaboratore dei fratelli Safdie. Ha scoperto che appena la telecamera smette di riprendere, i dubbi esistenziali cominciano a emergere e gli si fanno strada nella mente. "Riesco a vedere il precipizio mentre cammino in bilico sul suo ciglio. La mia paura è una sola: quale sarà il passo da cui non potrò più tornare indietro?" dichiara l'attore a "GQ".Visualizza questo post su Instagram