Laura Pausini contro la violenza sulle donne: “Le vittime mi chiedono aiuto”

Ha interrotto il concerto al Forum di Assago per lanciare un importante messaggio: “L’ergastolo a chi uccide una donna non la riporta in vita ma è un segno forte”. E ricorda la storia di una fan che ha condiviso il suo lungo calvario con lei

di MARIANNA GRAZI
29 novembre 2024
Laura Pausini (Instagram)

Laura Pausini (Instagram)

“Per quanto dare l’ergastolo a un uomo che ha ucciso una donna non fa riportare qui la donna, è comunque un gesto, un segno importante”. Dal palco del Forum di Assago dove si sta esibendo in concerto, Laura Pausini manda un fortissimo messaggio contro la violenza sulle donne, contro i femminicidi e la cultura patriarcale che ancora tende a giustificarli, mentre la giustizia finalmente condanna chi li compie a pene esemplari. Come nel caso di Alessandro Impagnatiello per aver assassinato la fidanzata Giulia Tramontano e con lei il bimbo che portava in grembo. O come la richiesta fatta dai pm della stessa pena per Filippo Turetta, per aver trucidato con 75 coltellate Giulia Cecchettin. 

Il carcere a vita non permettono certo a queste giovani donne di tornare in vita, ma danno un segnale forte di reazione, di non accettazione di una strage che non si ferma e continua a mietere ogni anno decine di vittime. Pausini, con un abito in stile vestale rosso, accompagnata dalle ballerine sul palco, interviene ancora sulla questione della violenza di genere, perch interrompere quella sinfonia di morte che nessuna musica può sovrastare, nemmeno la sua, per quanto potente sia. Le sue parole sono accolte con partecipazione dal pubblico, che la interrompe gridandole “Brava” e applaudendo. 

Non si può lasciare a casa un essere umano che un essere umano non è”, ha proseguito l’artista per poi spiegare: “Non sono venuta per fare discorsi politici, ma questo è il racconto di tante donne, tante delle quali scrivono a me, da quando sono piccola”.

“Mi raccontano un sacco di dettagli che mi lasciano senza parole. Qualche anno fa – ricorda la cantante – una ragazza di Torino ha telefonato in diretta a una radio mentre stavo facendo un’intervista e ha chiesto semplicemente che io la richiamassi perché non poteva dire in radio, davanti a tutti, che cosa le stava succedendo. Lei si chiama Alessia e per circa 5 anni ogni volta che veniva violentata chiamava me. Telefonava a me” racconta ancora turbata da quella storia. 

Alessia le ha chiesto aiuto nel momento di massima vulnerabilità, si è rivolta a un personaggio pubblico perché la sua vicenda non finisse nel buio, nel silenzio, nella solitudine di tante altre vittime come lei. “Ho sentito tutto – continua Pausini –, ho chiamato sempre la polizia e ogni volta andava a casa la mamma diceva che era una semplice ‘discussione di famiglia’. A un certo punto la polizia mi ha chiesto di smettere di chiamare. E Alessia cosa faceva? Si è fatta distruggere da suo padre. Io lo sapevo e ho fatto di tutto proprio per aiutarla. Lei è viva, e ha raccontato questa storia in un libro recentemente”.

Alessia è una sopravvissuta. Per anni e anni è stata abusata da suo padre ma ce l’ha fatta a restare in vita. Forse anche grazie all’aiuto di Laura Pausini, del suo interessamento e del coinvolgimento delle forze dell’ordine. Ma altre non hanno questi supporti, non hanno la forza di chiedere aiuto o se ce l’hanno a volte non vengono credute, o sono sminuite o non vengono supportate in tempo.

 “Quando e se conoscete una persona che ha vissuto una tragedia del genere, ed è ancora viva, aiutatela ancora – invita infine l’artista dal palco del Forum di Assago –. Perché queste cose non si dimenticano. E c’è una cosa in assoluto che vi chiedo con tutto il cuore: questa sera la cosa che dovete ricordare i più non è nessuna mia canzone, nessun mio abito, nessun ballerino, nessun musicista, nessuno. È questo gesto qui che dovete ricordarvi domani e per sempre”, conclude mostrando il palmo della mano che si chiude attorno al pollice, gesto ormai riconosciuto come richiesta di aiuto di chi è vittima di violenza