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Home » Spettacolo » Nancy Brilli, no alla violenza: “L’adolescenza segnata da donne che non amavano le donne”

Nancy Brilli, no alla violenza: “L’adolescenza segnata da donne che non amavano le donne”

L'attrice romana si racconta a Luce! fra vita privata e carriera, grandi successi ma anche soprusi: "I peggiori? Li ho subiti da persone arroganti e non dimentico"

Guido Guidi Guerrera
15 Giugno 2022
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Ha lavorato in film diretti da importanti registi come Pasquale Squitieri , Carlo Verdone e Ricky Tognazzi e a fianco di attori famosi del calibro di Gigi Proietti ed Enrico Montesano. Attrice versatile di cinema, televisione e teatro, Nancy Brilli con un aspetto dai lineamenti dolci ed espressivi, tali da evocare molto da vicino la collega americana Michelle Pfifer, ha incantato il pubblico sin dai suoi precocissimi esordi. Nel 1984 la figlia del regista Squitieri, Vittoria, la presenta al padre che impressionato dal talento naturale fa debuttare la giovanissima Nancy in ‘Claretta’, assegnandole la parte di Miriam Petacci.

La carriera

Nancy Brilli, nata 58 anni fa a Roma, in una copertina con il pancione nel 2020

Da quel momento la carriera dell’attrice romana è stata un susseguirsi di successi che hanno suscitato l’interesse di pubblico e critica ma anche l’accendersi di pari passo di una attenzione talvolta eccessiva sulla sua vita privata. Una donna bella e volitiva, Nancy, come il suo segno zodiacale esige. Lei, ariete in tutto, si è scontrata con il mondo sin da bambina. Ha lottato contro un destino non sempre amico, ha avuto la sua rivincita ed è rimasta sempre in prima linea. Il tono della voce è guardingo all’inizio, il dialogo breve, tende a svelarsi a fatica, lo fa a poco a poco: ma proclama di amare la gentilezza, lo fa sapere ed è una specie di patto d’alleanza. Poi il timbro si ammorbidisce, fa pensare al suo viso, a quel modo particolare di strizzare gli occhi, all’espressione birichina. E si capisce come chi ha sofferto tanto, tenda a difendersi con unghie e denti. E ne ha tutto il diritto.

Nancy, cosa le evoca la parola inclusione?

Nancy Brilli in una foto di scena della fiction di Canale 5 Madame (2004)
Nancy Brilli in una foto di scena della fiction di Canale 5 Madame (2004)

“La contemporaneità. E’ l’accento che occorre mettere su tutto, offrendosi specialmente a questo periodo in modo totale e con sguardo aperto. Ci dobbiamo rendere conto che dobbiamo considerare e apprezzare sempre le varie potenzialità umane, declinate nella loro diversità. E questo accertandosi di non farsi mai condizionare dai pregiudizi.”

Pregiudizi di cui in qualche modo è stata vittima?

“Certo. Essere donna e aver vissuto gran parte della mia adolescenza con donne che non amavano le donne e avere imparato precocemente quanto certe mentalità non andassero affatto bene, è stato un insegnamento precoce e feroce. In molti casi sono stata così testimone di situazioni che avrebbero dovute essere classificate come decisamente insopportabili e invece erano fatte passare sotto silenzio. Diciamo che i tempi erano assolutamente diversi.”

Le è capitato di essere oggetto di vere e proprie violenze?

“Per fortuna non ho mai subito vere e proprie violenze. Ma questo non chiude il discorso. Infatti i soprusi che mi sono stati inflitti sono tanti e non li dimentico certo. Gli affronti peggiori li ho subiti da persone arroganti, tutti atteggiamenti che mi hanno ferito parecchio e che considero insulti indelebili. Da buona nativa dell’ariete proprio in questi casi parto in quarta, a testa bassa ed è difficile fermarmi. Non sono affatto una persona accomodante o remissiva e se vengo offesa non mi passa tanto facilmente. Sono davvero intransigente con chi non è gentile, con chi mi manca di rispetto. Mi spiego meglio: puoi dire la stessa cosa in maniera garbata o in modo aggressivo. E questo fa la differenza. Chi è violento anche solo verbalmente non è una persona che può fare per me.”

Allude anche al comportamento di certi suoi partner?

“Perché no. Direi che lascio che facciano i conti con la propria coscienza. Ed è giusto che ciascuno paghi le conseguenze delle proprie azioni.”

Cosa ne pensa delle molestie nel mondo del cinema?

Nancy Brilli ha lavorato in film diretti da importanti registi come Pasquale Squitieri , Carlo Verdone e Ricky Tognazzi e a fianco di attori famosi del calibro di Gigi Proietti ed Enrico Montesan
Nancy Brilli (58 anni) ha lavorato in film diretti da importanti registi come Pasquale Squitieri , Carlo Verdone e Ricky Tognazzi e a fianco di attori famosi del calibro di Gigi Proietti ed Enrico Montesano

“Credo di essere stata abile e ferma nel bloccarle sul nascere. Tuttavia è indiscutibile che quell’ambiente era e resta spiccatamente maschilista e potenzialmente ‘pericoloso’. E’ inutile dire quante volte ci hanno provato con me sin dagli esordi della mia carriera e come in altrettanti casi mi sono trovata a dover rispondere in maniera ferma, e comunque riuscendo a cavarmela . Poi con il passare del tempo si impara a gestire meglio determinate situazioni e l’esperienza insegna a spegnere sul nascere certe avances, potendo contare su più strumenti a disposizione per poterti difendere all’occorrenza”.

Cosa si sente di raccomandare alle giovani aspiranti attrici?

“Per prima cosa di frequentare tantissimo i cinema e i teatri senza stancarsi mai di guardare e riguardare quanto è stato realizzato, e possibilmente studiare tanto: cosa che io non ho fatto subito come invece avrei dovuto. E’ vero che nonostante quella mia trascuratezza sono stata lo stesso fortunata perché ho lavorato con i migliori attori in assoluto, capaci di insegnarmi tutto, e questo si è tradotto in un enorme vantaggio. Ovviamente trovo più saggio iniziare con il piede giusto, non dimenticando quanto sia fondamentale la formazione di base.”

E a quelle ragazze che spesso si fanno troppe illusioni e rischiano di cadere ingenuamente in trappole pericolose?

“Ecco, se si trovano di fronte al presunto ‘cinematografaro’ che esordisce con un bel ‘ signorina si spogli, se vuole diventare una star…’ sappiano che hanno sicuramente sbagliato indirizzo. Non esiste proprio una cosa del genere. I provini si fanno in luoghi appropriati e non appartati, mai a casa dei registi e men che meno in luoghi apertamente sospetti, bensì in studi accreditati e alla presenza di assistenti e personale professionalmente adeguato.”

Essere una bella donna si è rivelato per lei un vantaggio o paradossalmente un ostacolo?

“Tutt’e due le cose. Mi ha avvantaggiato molto nel rapporto con la gente disposta ad apprezzarmi anche per il mio aspetto: è scontato che se sei appena fotogenica e appari in molti servizi la gente comincia ad elogiare la tua immagine. Forse anche per questo sono diventata una specie di beniamina del pubblico in età davvero precoce. Ma il cinema dal canto suo, abituato a appiccicare etichette frettolose quanto inappellabili, mi ha bloccato in una immagine stereotipata e decorativa che non potevo proprio sopportare. Per questo ho preferito di gran lunga ruoli teatrali e televisivi, in grado di mettere in risalto quel che sapevo fare ben oltre l’esclusiva piacevolezza del mio aspetto. Racconto questo aneddoto: Virna Lisi, che era una mia cara amica, aveva smesso per dieci anni di accettare quelle parti ‘da bella’ che compulsivamente continuavano ad offrirle. Fino al giorno in cui Lattuada le propose di lavorare nel film ‘La Cicala’ , il cui ruolo era quello di una ex bella donna un po’ sfiorita. Allora lei accettò con entusiasmo.”

E’ vero che la sua è stata un’infanzia difficile?


Nancy Brilli ha lavorato in film diretti da registi come Pasquale Squitieri , Carlo Verdone e Ricky Tognazzi, ma ha anche lavorato molto in teatro e tv

“No, l’infanzia direi di no. Finché c’è stata mia madre è andato tutto bene. La mia adolescenza è stata invece brutta, triste e solitaria. Dopo la morte di mia madre sono stata costretta a vivere con questa nonna paterna di cui ho raccontato in altre occasioni e che si è rivelata il castigo personificato della femminilità in generale, la castrazione di qualunque possibile, per quanto lecito, desiderio. Il mio impossibile rapporto con lei era infarcito da un rosario di ‘no’ come risposta a qualunque mia futile richiesta. Erano solo ‘no’ e basta.”

In cosa crede oggi soprattutto Nancy Brilli?

“Credo nella evidenza della materia ma anche nella possibilità di una dimensione spirituale. Ho speranza in un ‘oltre’ che non è necessariamente coincidente con il concetto della cultura cattolica in cui sono nata. Non penso che tutto finisca con la nostra vita fisica, nonostante non possa esserne sicura. Ma non mi interessa che tutto abbia necessariamente una spiegazione Diciamo che accetto il mistero .”

E crede di più nell’amore universale o in quello secolare e immanente?

“Credo nell’Amore. Purché grande, incommensurabile. Attenzione: non in quello romantico e sdolcinato ma in quello assoluto e ‘universale’ capace di muovere la passione che ti fa fare bene le cose, con un occhio rivolto al mondo. Quanto all’innamorarsi ancora, forse sì. Chissà?
Evitando categoricamente di perdere la testa.”

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  • È la storia di Carson Pickett che non è solo una favola sportiva, ma un esempio di forza volontà e voglia di superare limiti fisici e pregiudizi. ⚽️

Nell’amichevole contro la Colombia, la Nazionale femminile degli Stati Uniti ha dimostrato ancora una volta quanto è all’avanguardia e ha fatto esordire Carson Pickett, giocatrice nata senza una parte del braccio sinistro. 

"La sensazione di essere diverso e l’ansia di non adattarsi è qualcosa che ho passato. Spero di incoraggiare altri a non vergognarsi di quello che sono.”

Questa volta la Nazionale statunitense ha mostrato, ancora una volta, quanto sia avanti nell’inclusione sociale e nelle pari opportunità. I diritti umani e sociali sono sempre in primo piano nella testa delle ragazze e della Federazione, che non di rado si sono esposte su tematiche importanti come il razzismo, l’omofobia e più in generale su questioni spinose.

Dopo il raggiungimento dell’obiettivo della parità salariale con i colleghi uomini, lo sdoganamento dell’omosessualità e altro ancora, ora i riflettori si puntano verso la disabilità e come nonostante essa si possa diventare giocatrici professioniste.

Di Edoardo Martini ✍

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  • Il suo desiderio, più che legittimo, è semplicemente quello di partecipare al Jova Beach party di Viareggio, a settembre, insieme ai suoi amici. Eppure Enrico, classe 1965, padre di due meravigliosi figli adottivi e costretto su una sedia a rotelle dal 1988, non è riuscito a fare quello che tutto il resto della sua comitiva ha fatto con pochi semplici click sul sito di Ticketone: acquistare il suo biglietto. 

“Per noi disabili cose come questa sarebbero troppo semplici. Forse non tutti sanno che la realtà è che, se una persona nelle mie condizioni desidera partecipare a un qualsiasi evento, solitamente gli viene richiesto di individuare per conto proprio gli organizzatori, cercare sul rispettivo sito le indicazioni sulla modalità di richiesta dei biglietti (che variano da organizzatore ad organizzatore) e in fine allegare alla domanda di partecipazione il certificato di invalidità e un documento d’identità. Mai ci è permesso di usare le piattaforme online ad acquisto diretto come Ticketone.

Mi sono sentito ulteriormente discriminato: oltre ai miei limiti fisici mi sono dovuto scontrare con ulteriori ostacoli rappresentati da procedure imposte da persone che non hanno la minima idea di cosa significhi la parola ‘inclusione‘. E quello che più mi ha sorpreso è che questi limiti siano arrivati in abbinamento ad un evento di Jovanotti, che ritengo un paladino dell’inclusione. Mi chiedo se lui sia a conoscenza di tutto questo e cosa ne pensi in tal caso”.

Il racconto di Enrico nell’intervista a cura di Caterina Ceccuti ✍

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  • “Per cantare ho affrontato un lungo percorso di logopedia, ma voglio fare della musica un posto più inclusivo. 

Mi chiamo Francesco, in arte Brazzo, sono sordo e nella vita faccio rap”. In una frase, lo specchio di una vita in salita. La fatica di imparare a cantare senza poter ascoltare nulla se non “le vibrazioni delle casse”, gli anni della logopedia e la voglia di mettere in versi la realtà, le battaglie per il riconoscimento della propria comunità e la denuncia sociale.

Brazzo nasce a Taranto in una famiglia di sordi da tre generazioni e si trasferisce a Milano nel 2008.

“Già da bambino desideravo cantare solo che mi sentivo imbarazzato per il fatto che un sordo potesse cantare. Ho iniziato a parlare a cinque anni, all’inizio non parlavo molto bene e ho affrontato un lungo percorso di logopedia. Poi a trent’anni avevo questo desiderio lasciato nel cassetto e ho deciso di lanciarmi”.

Quando rappa – e rappa bene – lo fa anche attraverso la lingua dei segni. Nel 2020 ha partecipato a Italia
Ha lavorato in film diretti da importanti registi come Pasquale Squitieri , Carlo Verdone e Ricky Tognazzi e a fianco di attori famosi del calibro di Gigi Proietti ed Enrico Montesano. Attrice versatile di cinema, televisione e teatro, Nancy Brilli con un aspetto dai lineamenti dolci ed espressivi, tali da evocare molto da vicino la collega americana Michelle Pfifer, ha incantato il pubblico sin dai suoi precocissimi esordi. Nel 1984 la figlia del regista Squitieri, Vittoria, la presenta al padre che impressionato dal talento naturale fa debuttare la giovanissima Nancy in ‘Claretta’, assegnandole la parte di Miriam Petacci.

La carriera

Nancy Brilli, nata 58 anni fa a Roma, in una copertina con il pancione nel 2020
Da quel momento la carriera dell’attrice romana è stata un susseguirsi di successi che hanno suscitato l’interesse di pubblico e critica ma anche l’accendersi di pari passo di una attenzione talvolta eccessiva sulla sua vita privata. Una donna bella e volitiva, Nancy, come il suo segno zodiacale esige. Lei, ariete in tutto, si è scontrata con il mondo sin da bambina. Ha lottato contro un destino non sempre amico, ha avuto la sua rivincita ed è rimasta sempre in prima linea. Il tono della voce è guardingo all’inizio, il dialogo breve, tende a svelarsi a fatica, lo fa a poco a poco: ma proclama di amare la gentilezza, lo fa sapere ed è una specie di patto d’alleanza. Poi il timbro si ammorbidisce, fa pensare al suo viso, a quel modo particolare di strizzare gli occhi, all’espressione birichina. E si capisce come chi ha sofferto tanto, tenda a difendersi con unghie e denti. E ne ha tutto il diritto. Nancy, cosa le evoca la parola inclusione?
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Nancy Brilli ha lavorato in film diretti da importanti registi come Pasquale Squitieri , Carlo Verdone e Ricky Tognazzi e a fianco di attori famosi del calibro di Gigi Proietti ed Enrico Montesan
Nancy Brilli (58 anni) ha lavorato in film diretti da importanti registi come Pasquale Squitieri , Carlo Verdone e Ricky Tognazzi e a fianco di attori famosi del calibro di Gigi Proietti ed Enrico Montesano
“Credo di essere stata abile e ferma nel bloccarle sul nascere. Tuttavia è indiscutibile che quell’ambiente era e resta spiccatamente maschilista e potenzialmente ‘pericoloso’. E’ inutile dire quante volte ci hanno provato con me sin dagli esordi della mia carriera e come in altrettanti casi mi sono trovata a dover rispondere in maniera ferma, e comunque riuscendo a cavarmela . Poi con il passare del tempo si impara a gestire meglio determinate situazioni e l’esperienza insegna a spegnere sul nascere certe avances, potendo contare su più strumenti a disposizione per poterti difendere all’occorrenza". Cosa si sente di raccomandare alle giovani aspiranti attrici? “Per prima cosa di frequentare tantissimo i cinema e i teatri senza stancarsi mai di guardare e riguardare quanto è stato realizzato, e possibilmente studiare tanto: cosa che io non ho fatto subito come invece avrei dovuto. E’ vero che nonostante quella mia trascuratezza sono stata lo stesso fortunata perché ho lavorato con i migliori attori in assoluto, capaci di insegnarmi tutto, e questo si è tradotto in un enorme vantaggio. Ovviamente trovo più saggio iniziare con il piede giusto, non dimenticando quanto sia fondamentale la formazione di base.” E a quelle ragazze che spesso si fanno troppe illusioni e rischiano di cadere ingenuamente in trappole pericolose? “Ecco, se si trovano di fronte al presunto ‘cinematografaro’ che esordisce con un bel ‘ signorina si spogli, se vuole diventare una star…’ sappiano che hanno sicuramente sbagliato indirizzo. Non esiste proprio una cosa del genere. I provini si fanno in luoghi appropriati e non appartati, mai a casa dei registi e men che meno in luoghi apertamente sospetti, bensì in studi accreditati e alla presenza di assistenti e personale professionalmente adeguato.” Essere una bella donna si è rivelato per lei un vantaggio o paradossalmente un ostacolo? “Tutt’e due le cose. Mi ha avvantaggiato molto nel rapporto con la gente disposta ad apprezzarmi anche per il mio aspetto: è scontato che se sei appena fotogenica e appari in molti servizi la gente comincia ad elogiare la tua immagine. Forse anche per questo sono diventata una specie di beniamina del pubblico in età davvero precoce. Ma il cinema dal canto suo, abituato a appiccicare etichette frettolose quanto inappellabili, mi ha bloccato in una immagine stereotipata e decorativa che non potevo proprio sopportare. Per questo ho preferito di gran lunga ruoli teatrali e televisivi, in grado di mettere in risalto quel che sapevo fare ben oltre l’esclusiva piacevolezza del mio aspetto. Racconto questo aneddoto: Virna Lisi, che era una mia cara amica, aveva smesso per dieci anni di accettare quelle parti ‘da bella’ che compulsivamente continuavano ad offrirle. Fino al giorno in cui Lattuada le propose di lavorare nel film ‘La Cicala’ , il cui ruolo era quello di una ex bella donna un po’ sfiorita. Allora lei accettò con entusiasmo.” E’ vero che la sua è stata un’infanzia difficile?

Nancy Brilli ha lavorato in film diretti da registi come Pasquale Squitieri , Carlo Verdone e Ricky Tognazzi, ma ha anche lavorato molto in teatro e tv
“No, l’infanzia direi di no. Finché c’è stata mia madre è andato tutto bene. La mia adolescenza è stata invece brutta, triste e solitaria. Dopo la morte di mia madre sono stata costretta a vivere con questa nonna paterna di cui ho raccontato in altre occasioni e che si è rivelata il castigo personificato della femminilità in generale, la castrazione di qualunque possibile, per quanto lecito, desiderio. Il mio impossibile rapporto con lei era infarcito da un rosario di ‘no’ come risposta a qualunque mia futile richiesta. Erano solo ‘no’ e basta.” In cosa crede oggi soprattutto Nancy Brilli? “Credo nella evidenza della materia ma anche nella possibilità di una dimensione spirituale. Ho speranza in un ‘oltre’ che non è necessariamente coincidente con il concetto della cultura cattolica in cui sono nata. Non penso che tutto finisca con la nostra vita fisica, nonostante non possa esserne sicura. Ma non mi interessa che tutto abbia necessariamente una spiegazione Diciamo che accetto il mistero .” E crede di più nell’amore universale o in quello secolare e immanente? “Credo nell’Amore. Purché grande, incommensurabile. Attenzione: non in quello romantico e sdolcinato ma in quello assoluto e ‘universale’ capace di muovere la passione che ti fa fare bene le cose, con un occhio rivolto al mondo. Quanto all’innamorarsi ancora, forse sì. Chissà? Evitando categoricamente di perdere la testa.”
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