Quanto conta la bellezza nella vita di una Miss Italia? Chi vede le modelle sfilare su una passerella e sotto i riflettori, può pensare che per loro la forma fisica valga più di qualsiasi altra cosa. Ma Rachele Risaliti è la dimostrazione vivente che non è così, e lo dimostra il suo impegno nel mostrare che la bellezza va oltre la taglia, oltre il colore della pelle, oltre l’età, oltre i canoni standard. E lancia un messaggio a tutte le ragazze: “Non trasformatevi per conformarvi ai canoni dettati dai social”. Niente stress da dieta dunque, niente competizione ossessiva, ossessione per il tempo che passa, schiavitù da social o dall’aspetto esteriore. Semplicemente: “Per riuscire nei vostri sogni: siate voi stesse”.
Rachele, quella di partecipare a Miss Italia era un sogno che coltivava da piccola oppure è capitato per caso? “Non ci avevo mai pensato, né di partecipare né di poterlo vincere nel momento in cui ho deciso di provarci. Era metà luglio, le selezioni provinciali erano già partite, dopo poco sarebbero partite quelle regionali. Avevo finito gli esami all’università e in quel momento stavo frequentano il Polimoda a Firenze. L’idea è stata di una delle mie amiche, che mi ha iscritto per gioco. Ho vinto subito le prime regionali, poi la selezione regionale diventando Miss Toscana e infine la selezione nazionale, nella notte tra il 10 e l’11 settembre del 2016, quando mi hanno incoronata Miss Italia”. È vero che tra le concorrenti c’è solo competizione e mai amicizia? “Per quanto mi riguarda ho legato fin da subito con delle ragazze con cui ho partecipato al concorso sia a livello regionale che nazionale. Con quelle con cui ho fatto gruppo per 15 giorni a Jesolo mi sento sempre, siamo rimaste in contatto, abbiamo un gruppo WhatsApp. Con una di loro, in particolar modo, Martina Villanova che ha vinto la fascia di miss Tricologica: a giugno mi sposo e lei sarà una delle invitate”.
Il mondo della moda le ha imposto sacrifici? “Non mi sono mai messa obblighi di alcun tipo, come diete stressanti, né mi sono proposta di stare dietro a quello che richiedevano, perché per mia fortuna non ne ho mai avuto bisogno. La bellezza va oltre la taglia, oltre i dogmi dettati dal mondo della moda. Per fare un esempio: nell’anno in cui partecipai a Miss Italia, la seconda classificata è stata Paola Tottente, e Fabiana Pastorino venne eletta Miss Italia Curvy: portavano più di una 42”. Cos’è per lei la bellezza? E in cosa si traduce il suo impegno per una cultura del bello che va oltre i canoni classici? “Partendo dal fatto che la bellezza meramente estetica è soggettiva, dunque io stessa posso piacere a qualcuno e non ad un altro, proprio perché ognuno ha i suoi canoni: per bellezza, quella vera, intendo quella interiore, che vale molto di più, soprattutto nel momento storico che stiamo vivendo. Tutto questo lo traduco nella mia attività di imprenditrice. La prossima settimana avrò uno shooting fotografico dove scatterò una foto molto particolare per il mio brand di gioielli di lusso. Si tratta di un’immagine che voglio rappresenti la diversità della bellezza. Ci saranno una ragazza cinese, due ragazze di colore in carne, mamma e figlia, ci sarò io e una modella bionda che rappresenta la bellezza canonica. Il messaggio che voglio lanciare è questo: la bellezza va oltre l’età, la taglia, il colore della propria pelle, l’etnia. L’obiettivo di questo shooting, che faremo a Milano, è quello di voler uscire dai canoni di bellezza, far capire che tutti siamo belli, ciascuno a modo suo. Intendo con questo valorizzare e far passare l’idea della diversità nella bellezza”.
Cosa ne pensa dell’ossessione di essere belle a tutti i costi, che riguarda certe ragazze, soprattutto le più giovani? “Chi vuole cambiare per avvicinarsi a una bellezza dettata da social e televisione, per cui bisogna essere bionde, alte, magre ecc. sbaglia. Perché ognuna è bella a modo suo e deve puntare ad essere se stessa. Se una ragazza vuole partecipare a Miss Italia è bene lo faccia, ma non si deve trasformare per questo, anche perché prima o poi verranno fuori i punti deboli e quello che è veramente. Non ho niente contro la chirurgia estetica e capisco una persona che non si accetta: se una persona ha un difetto e desidera correggerlo è giusto che lo faccia, ma non per assomigliare a qualcun altro, unicamente per stare bene con se stesso”. La bellezza è un vantaggio o un ostacolo? “Dipende dal lavoro che uno fa ma nel mondo della moda ci sta che ci siano preferenze, a seconda dei vari brand. Ma in generale non dovrebbe avvantaggiare. In ogni caso bisogna puntare sulle proprie capacità e potenzialità, sempre. In certi campi la donna è vista ancora con altri occhi, il cammino per una vera parità di genere è ancora lungo”. Dalla moda al set: come ha trovato il mondo del cinema?
“Non ho mai abbandonato il mondo della moda, ho lavorato nel film di Michele Coppini Dio è in pausa pranzo e l’ho trovato entusiasmante. Spero che sia il primo di una serie di lavori, che il futuro mi riservi altre sorprese e ruoli nel mondo del cinema. La differenza tra la moda e il set? È notevole: la posa per una foto è statica, lì non parli, sei ferma. Nel cinema invece devi trasmettere qualcosa, lanciare un messaggio, e tutto è comunicazione, non solo le parole, anche come ti muovi, anche lo sguardo lo è. Da questo punto di vista il set è più difficile, ma è anche molto bello: per saper recitare devi essere naturale sulla scena. Mi sono divertita e spero il futuro mi prospetti altri lavori. Comunque sia, nella mia vita non sarà il mondo della moda o dello spettacolo a mettere i bastoni tra le ruote alla mia felicità e realizzazione: a prescindere da quello che mi riserverà il futuro, continuerò comunque a sorridere”. Modella, attrice, presto sposa: nella sua vita ci sono stati anche momenti difficili? “Nei miei 27 anni momenti di dolore ne ho avuti. Pochi fortunatamente, ma fanno crescere, insegnano a vedere la vita in maniera diversa. Momenti che ricordo più di crescita che di dolore”.