Giornate che iniziano alle quattro del mattino e che finiscono a sera inoltrata. Un ciclo continuo che toglie tempo a tutto il resto. Ma non è questa la giusta lettura della vita di Biagio Fattizzo e della sua compagna Letizia. Non si tratta di privazioni, anzi. Tutte queste ore loro le dedicano a salvare vite, quelle dei cani. Delle sbarre forzate fino ad aprirsi, di colore bianco su sfondo nero: un simbolo di evasione? Più che altro di libertà. E' quello che rappresenta Korunera, l'associazione fondata a Parabita un anno fa e guidata da Biagio Fattizzo, che salva decine e decine di cani nell'entroterra pugliese. Lo fa con aiuti che provengono da tutta Italia e oltre ma, soprattutto, grazie all'impegno di questi giovani volontari. Così, in una terra dove il randagismo e l'abbandono sono diffusissimi, loro si impegnano in adozioni, volontariato in canile, accudimenti, cure e tutto quello che ruota intorno alla vita di cuccioli, cani adulti e anziani.
animali. Ora di anni ne ha 35 e questo incontro è stato di quelli che davvero cambiano l'esistenza. "Con i cani ci capiamo, non so come spiegarlo a parole" dice. Li recupera da anfratti, strade abbandonate, capannoni... nulla lo frena. Un'intesa particolare, quasi telepatica, come accade nei branchi. E il rapporto con gli animali è senza dubbio la parte più semplice di tutto questo racconto.
Dietro al grande lavoro di Korunera c'è ben altro. "Facciamo volontariato in canile, cerchiamo di fare adottare quanto più possibile i cani abbandonati o rinchiusi. Trovare famiglie consapevoli, sensibilizzare le istituzioni, i cittadini, trovare fondi, parlare coi veterinari. Ci sono molte cose da fare ogni giorno, ma la mia è una scelta di vita, come chi sceglie di fare una famiglia o di diventare prete" spiega il fondatore di Korunera. Biagio conta sulle sue braccia, sulla sua macchina, sulle sue entrate economiche. "Io non chiedo donazioni, certo, sono grato a chi dona e devo dire che sempre più persone da quando ci conoscono anche attraverso i social, decidono di regalare cibo, antiparassitari, giochi, ossi e molto altro - dice ancora Biagio -. Ma per perseguire il mio progetto sto sfruttando tutto quello che guadagno: voglio arrivare a realizzare uno spazio dove i cani, soprattutto i più difficili, possano passare il tempo, dove io possa rieducarli. Non come adesso che stanno chiusi in un box. Il canile non è un posto dove una creatura vivente può resistere un giorno, figuriamoci anni. Invece ancora troppo spesso purtroppo accade".
Biagio è anche un educatore cinofilo. "Penso che sarebbe giusto e umano adibire dei luoghi ad hoc nella natura per accogliere anche i soggetti più difficili. Qui sarebbe possibile iniziare percorsi costruttivi e con il tempo, rendere davvero adottabili tutti i cani" spiega ancora. I numeri di Korunera sono altissimi: in un anno sono stati adottati 60 cani, più i cuccioli. E l'associazione non abbandona nessuno, neanche dopo l'avvio del percorso in famiglia. "Siamo sempre a disposizione - spiega Biagio - dopo il contatto con la famiglia ci occupiamo della prassi sanitaria e di mettere tutto in regola. E, come quasi mai è successo, ci fosse la necessità, noi riaccogliamo qui i cani adottati. La porta è sempre aperta".
Biagio ha iniziato a 25 anni questa vita, da quando una brutta depressione dopo un incidente, lo ha portato ad avvicinarsi agliMain Partner
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