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Home » Attualità » Aborto, 50 anni di Roe v. Wade: la sentenza ribaltata e le nuove sfide per le donne americane

Aborto, 50 anni di Roe v. Wade: la sentenza ribaltata e le nuove sfide per le donne americane

La storica decisione che ha garantito finora il diritto costituzionale all'interruzione volontaria di gravidanza è stata ribaltata a giugno dalla Corte Suprema a maggioranza conservatrice

Marianna Grazi
22 Gennaio 2023
La sentenza Roe v. Wade compie 50 anni. Primo anniversario da quando è stata rovesciata

La sentenza Roe v. Wade compie 50 anni. Primo anniversario da quando è stata rovesciata

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Da Paese dei sogni a Paese dell’incubo: così gli Stati Uniti, dai più considerati la nazione più progressista e liberale al mondo, si sono trasformati in un posto dove metà della popolazione rischia la vita pur di affermare un proprio diritto. Dal 1973, ogni anno, gli attivisti americani per il diritto all’aborto si sono riuniti il 22 gennaio, il “Roe v. Wade Day”, per celebrare la decisione della Corte Suprema che ha garantito il diritto costituzionale all’interruzione volontaria di gravidanza. Ma proprio in occasione dei 50 anni dalla decisione, il Roe v. Wade Day sarà diverso: questa volta si tratta del primo anniversario da quando la sentenza è stata ribaltata. E le lancette del tempo, invece che andare avanti, sembrano aver corso indietro, in senso inverso, rigettando milioni di donne in una situazione che sembrava appartenere ormai a un passato remoto.

Due anime dello stesso Paese: pro-life e pro-choice

Lo dimostrano, ad esempio, le migliaia di sostenitori del movimento pro-life che si sono ritrovati, già venerdì 20 gennaio, a Washington, per una marcia contro l’aborto a due giorni dal 50esimo anniversario della sentenza Roe v. Wade, galvanizzati dalla decisione della Corte – a maggioranza conservatrice – dello scorso giugno, che ha di fatto annullato il diritto all’interruzione di gravidanza in tutto il Paese.

Non a caso il nome della manifestazione, che si ripete annualmente in risposta a quella degli attivisti pro aborto, questa volta era “Prossimi passi: marciare verso un’America post-Roe” e la protesta si è conclusa davanti a Capitol Hill, per far pressione sul Congresso affinché approvi limiti ancora più stretti sull’aborto fino ad un divieto nazionale. Una mossa che, tuttavia, per molti strateghi repubblicani rischia di alienare il voto degli indecisi o dei conservatori moderati in vista delle presidenziali del 2024. Rischio che, in effetti, si era concretizzato alla elezioni di Midterm, lo scorso novembre. Ma mentre i manifestanti si radunano ancora una volta in tutta la nazione a sostegno dei diritti riproduttivi, i sostenitori dell’accesso all’aborto affermano che, invece di festeggiare, dovrebbero osservare le emozioni suscitate dalla presa di posizione della Corte, ben più dolorose: rabbia, paura, incertezza, lutto. Ma nonostante la forte riscossa conservatrice e l’approvazione, in questi mesi di dure leggi che vietano la procedura o la limitano fortemente, per i pro-choice questa giornata segna anche l’avvio di un nuovo anno di possibilità per i diritti riproduttivi e un’opportunità per reimmaginare l’accesso all’aborto dalle fondamenta in un mondo post-Roe. “La libertà riproduttiva è sempre stata più grande della Roe”, ha dichiarato Rachel O’Leary Carmona, direttrice esecutiva della Women’s March, organizzatrice della marcia nazionale a sostegno dell’accesso all’aborto, denominata “Bigger Than Roe”. “Ora dobbiamo sognare più in grande”.

Migliaia di persone sono scese in strada per la marcia anti-aborto al Campidoglio, Washington (Ansa)

Nikki Madsen, direttrice esecutiva dell’Abortion Care Network, l’associazione nazionale dei fornitori indipendenti di ivg, ha dichiarato che le organizzazioni per l’accesso alla procedura hanno assistito a “un’ondata di sostegno dopo l’annullamento della Roe”, che l’ha portata a provare “un misto di dolore e speranza” all’avvicinarsi del suo 50° anniversario. La decisione secondo lei ha scatenato una riflessione pubblica sull’accesso all’aborto “in un modo che non ho mai visto prima”. Per gli attivisti anti-aborto, la decisione sulla Dobbs è stata un momento galvanizzante e “un’enorme pietra miliare e il raggiungimento di un obiettivo fondamentale della Marcia per la Vita fin dall’inizio”, ha replicato invece Jeanne Mancini, presidente dell’iniziativa pro-life. La donna sostiene che il 22 gennaio 2023 apre una nuova era nel dibattito sull’aborto: “Sono grata che la Roe sia stata rovesciata, ma sono anche consapevole che il lavoro per costruire una cultura della vita non è ancora finito”, ha detto. “Siamo in una nuova stagione in cui il popolo gode di maggiore libertà nel promulgare leggi per proteggere la vita, quindi il nostro lavoro per cambiare i cuori e le menti è ancora più importante”.

La Marcia per la Vita

Biden: “Continueremo a lottare per difendere i diritti riproduttivi”

“La Corte Suprema 50 anni fa, il 22 gennaio 1973, ha emesso la storica sentenza, Roe v. Wade, per proteggere il diritto costituzionale delle donne di scegliere“, ha dichiarato invece Joe Biden, in una nota diffusa dalla Casa Bianca, ricordando l’anniversario della storica sentenza. Nel suo proclama il presidente difende il verdetto dei giudici, “una decisione equilibrata, con un ampio consenso che la maggioranza degli americani ha continuato a sostenere per gli ultimi 50 anni, e un principio costituzionale confermato da giudici nominati da presidenti democratici e repubblicani”. Ricordando “l’enorme numero di donne le cui vite e futuro sono stati salvati dalla Roe v Wade”, il presidente rilancia la determinazione “a lavorare per ristabilire il diritto di scelta“.

Biden legge aborto
Il presidente Biden contro la sentenza sull’aborto della Corte Suprema: “Estremista e inaccettabile”

“La mia amministrazione è risoluta nel suo impegno a difendere i diritti riproduttivi e continuare a progredire verso l’eguaglianza dei diritti di tutti – aggiunge -. In risposta alla decisione estrema della Corte Suprema ho emesso ordini esecutivi per garantire che i pazienti ricevano cure durante le emergenze mediche, per proteggere l’accesso ai servizi di contraccezione e aborto e per migliorare la sicurezza di pazienti, fornitori e cliniche”, ha sottolineato il presidente americano ricordando i provvedimenti presi in questi nove mesi. “Continuo a chiedere al Congresso di approvare una legge che renda queste misure valide per tutte a livello nazionale – è l’appello di Biden -. Fino ad allora, continuerò a usare la mia autorità per proteggere le donne e le famiglie dai danni provocati dalla decisione” della Corte Suprema.

Kamala Harris in Florida per l’anniversario

La vicepresidente USA in Florida per celebrare il 50° anniversario della sentenza Roe v. Wade

Kamala Harris, la vicepresidente degli Stati Uniti, sarà in Florida oggi per tenere un discorso di commemorazione del 50° anniversario della Roe v. Wade, la storica sentenza della Corte Suprema che ha sancito il diritto costituzionale all’aborto, ma che è stata annullata la scorsa estate. Secondo i funzionari del suo ufficio, che hanno fornito anticipazioni sul discorso, la Casa Bianca criticherà anche i repubblicani che in tutto il Paese hanno cercato di limitare l’accesso alla pratica e ad alcune forme di contraccezione nei mesi successivi all’annullamento della sentenza. Mentre il panorama americano post-Roe prende forma, con un mosaico di Stati che lavorano per limitare l’accesso all’aborto o per vietarlo del tutto, la Casa Bianca ha poche opzioni oltre all’uso del pulpito pubblico per stimolare il sostegno ai diritti riproduttivi da Stato a Stato. Senza i voti del Senato per inserire nella legge le tutele offerte dalla Roe e senza che il Presidente possa garantirle con un’azione esecutiva, i funzionari dell’amministrazione sperano che la presenza della Harris in Florida contribuisca a sostenere quel tipo di rabbia e rivendicazione che è diventata una forza trainante per gli elettori durante le elezioni di Midterm. “La vicepresidente sarà molto chiara: la lotta per garantire il diritto fondamentale delle donne all’assistenza sanitaria riproduttiva è tutt’altro che conclusa“, ha dichiarato in un comunicato la sua addetta stampa, Kirsten Allen.

Uno spiraglio di speranza e le nuove frontiere della lotta

Manifestanti pro-vita e pro-aborto davanti alla Corte Suprema americana

La decisione “Dobbs vs. Jackson Women’s Health Organization” del 24 giugno 2022 ha rivoluzionato l’accesso all’aborto in vaste aree del Paese. Le cliniche abortive negli Stati repubblicani più restrittivi hanno iniziato a chiudere quasi immediatamente. Le persone in cerca di cure abortive sono state costrette a viaggiare oltre i confini del proprio Stato. E in quelli in cui l’aborto rimane legale, i fornitori sono stati rapidamente sommersi dai pazienti. Nel 2022 in California, Michigan, Vermont, Kansas, Kentucky e Montana sono stati promossi i diritti all’aborto o sono state respinte misure che avrebbero ridotto l’accesso alla pratica. “È esasperante che la Roe non sia arrivata al suo 50° anniversario, che non abbiamo avuto la possibilità di festeggiare come abbiamo fatto negli anni passati”, ha detto Danika Severino Wynn, ostetrica ed esponente di Planned Parenthood -. Ma lo commemoreremo comunque, come segno della nostra intenzione di continuare a marciare e a lottare per ciò che ci è stato tolto”. Nonostante la decisione della Corte Suprema, i sostenitori hanno affermato che le recenti vittorie per un maggiore accesso all’aborto, tra cui il via libera della FDA alla vendita di pillole abortive nelle farmacie, la decisione del Dipartimento di Giustizia di consentire al Servizio Postale degli Stati Uniti di consegnare questi farmaci e le sfide ai divieti statali sull’aborto, aprono uno spiraglio di speranza.

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#lucenews #lis #avatar #questit
  • Una clinica convenzionata rifiuta un paziente “perché senza fissa dimora e analfabeta”. Succede a Palermo. A denunciare il fatto è la Fp Cgil Palermo, che parla di “gravissimo atto di discriminazione” e chiede al presidente della Regione, Renato Schifani, di avviare un’indagine – ci sarà un’ispezione dell’assessorato competente – per accertare i fatti “perché violazioni così gravi di rango costituzionale non debbano più succedere”.

La vicenda riguarda un clochard 67enne con un femore rotto a causa di un incidente automobilistico, che era stato trasportato al pronto soccorso del Policlinico di Palermo dove è rimasto per alcune ore in barella. Terminate le visite il medico ha disposto il ricovero prima di sottoporlo a un intervento chirurgico. Il posto in ospedale però non c’è ma grazie a un giro di telefonate, come previsto dal sistema, si trova disponibilità alla Casa di cura Latteri. Che prima accetta il paziente e poi lo rimanda indietro con questa motivazione: “In atto non è possibile ricoverare il paziente nella nostra struttura in quanto risulta analfabeta, senza parenti e dimora”.

Sulla vicenda arriva, tramite una nota, anche la versione della clinica convenzionata. “La direzione della casa di Cura Valsalva Latteri di Palermo – si legge in una nota – precisa che secondo le normative vigenti può prestare le cure a pazienti che siano in grado di poter dare il loro libero e informato consenso alle cure, diversamente da quanto è tenuta a garantire una area di emergenza pubblica che dovendo prestare istituzionalmente le prime cure può derogare a ciò per il bene del paziente. Nel caso di pazienti non collaboranti si richiede almeno l’assenso del parente più prossimo”. 

Sul rifiuto al ricovero, la clinica dice che “le condizioni di coscienza del paziente, la mancanza di riferimenti familiari che potessero sostituirsi nella espressione dell’indispensabile consenso alle cure, la sua condizione sociale, avrebbero necessitato dell’attivazione dei servizi sociali, che vista l’ora dell’arrivo dello stesso nel tardo pomeriggio non sarebbero stati rintracciabili”. 

✍ Barbara Berti 

#lucenews #lucelanazione #palermo #discriminazione
  • Jacinda Ardern, premier della Nuova Zelanda, ha rassegnato le dimissioni da capo del governo e convocato nuove elezioni per il 14 ottobre. 

«Ho dato tutta me stessa per essere primo ministro, ma mi è anche costato molto. Non posso e non devo fare questo lavoro se non ho il pieno di energie». 

L’ex premier ha precisato che resterà in carica fino al prossimo 7 febbraio, quindi proseguirà con il suo mandato di deputata fino alle elezioni di fine anno. 

«Avere un ruolo così privilegiato comporta responsabilità, tra cui quella di sapere in quale momento sei la persona giusta per stare al comando e anche in quale momento non lo sei» ha spiegato, specificando che si tratta di una decisione su cui stava riflettendo dall
  • 💍Abiti bianchi e mazzi rossi. I Maneskin celebrano il loro matrimonio… musicale.

In occasione dell’uscita del nuovo album “Rush!” i quattro ragazzi si sono giurati “unione” eterna nel nome del rock and roll e ognuno di loro ha promesso solennemente agli altri di rimanere insieme per sempre.

#lucenews #maneskin #rush #theysaidyes
Da Paese dei sogni a Paese dell'incubo: così gli Stati Uniti, dai più considerati la nazione più progressista e liberale al mondo, si sono trasformati in un posto dove metà della popolazione rischia la vita pur di affermare un proprio diritto. Dal 1973, ogni anno, gli attivisti americani per il diritto all'aborto si sono riuniti il 22 gennaio, il "Roe v. Wade Day", per celebrare la decisione della Corte Suprema che ha garantito il diritto costituzionale all'interruzione volontaria di gravidanza. Ma proprio in occasione dei 50 anni dalla decisione, il Roe v. Wade Day sarà diverso: questa volta si tratta del primo anniversario da quando la sentenza è stata ribaltata. E le lancette del tempo, invece che andare avanti, sembrano aver corso indietro, in senso inverso, rigettando milioni di donne in una situazione che sembrava appartenere ormai a un passato remoto.

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La Marcia per la Vita

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"La Corte Suprema 50 anni fa, il 22 gennaio 1973, ha emesso la storica sentenza, Roe v. Wade, per proteggere il diritto costituzionale delle donne di scegliere", ha dichiarato invece Joe Biden, in una nota diffusa dalla Casa Bianca, ricordando l'anniversario della storica sentenza. Nel suo proclama il presidente difende il verdetto dei giudici, "una decisione equilibrata, con un ampio consenso che la maggioranza degli americani ha continuato a sostenere per gli ultimi 50 anni, e un principio costituzionale confermato da giudici nominati da presidenti democratici e repubblicani". Ricordando "l'enorme numero di donne le cui vite e futuro sono stati salvati dalla Roe v Wade", il presidente rilancia la determinazione "a lavorare per ristabilire il diritto di scelta".
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Il presidente Biden contro la sentenza sull'aborto della Corte Suprema: "Estremista e inaccettabile"
"La mia amministrazione è risoluta nel suo impegno a difendere i diritti riproduttivi e continuare a progredire verso l'eguaglianza dei diritti di tutti - aggiunge -. In risposta alla decisione estrema della Corte Suprema ho emesso ordini esecutivi per garantire che i pazienti ricevano cure durante le emergenze mediche, per proteggere l'accesso ai servizi di contraccezione e aborto e per migliorare la sicurezza di pazienti, fornitori e cliniche", ha sottolineato il presidente americano ricordando i provvedimenti presi in questi nove mesi. "Continuo a chiedere al Congresso di approvare una legge che renda queste misure valide per tutte a livello nazionale - è l'appello di Biden -. Fino ad allora, continuerò a usare la mia autorità per proteggere le donne e le famiglie dai danni provocati dalla decisione" della Corte Suprema.

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