Main Partner
Partner
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • 8 marzo
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Luce

Home » Attualità » Basta un click: dal bullismo in classe al cyberbullismo in Rete. Serve sensibilizzare a tutto tondo

Basta un click: dal bullismo in classe al cyberbullismo in Rete. Serve sensibilizzare a tutto tondo

Nella giornata mondiale sul tema, che si celebra anche in Italia il 7 febbraio, le iniziative a contrasto di un fenomeno che è ancora ben radicato

Giovanni Bogani
7 Febbraio 2023
Sono sempre più diffusi gli episodi di bullismo e cyberbullismo

Sono sempre più diffusi gli episodi di bullismo e cyberbullismo

Share on FacebookShare on Twitter

Oggi, 7 febbraio, è la giornata mondiale contro bullismo e cyberbullismo. La giornata si celebra anche in Italia, con molte azioni di sensibilizzazione sul tema, rivolte agli studenti ma anche, semplicemente, a tutte le persone con un cervello e un cuore. Bullismo e cyberbullismo. Sono parole relativamente recenti, che indicano un fenomeno in realtà molto vecchio. Brutale. Il disprezzo degli altri, l’umiliazione dell’altro. La prepotenza, l’offesa, la violenza – più verbale che fisica – di studenti su altri studenti.

Un fenomeno duro a morire

Il bullo. O, più spesso, il gruppo di bulli. Di ragazzi che si sentono forti nel deridere altri ragazzi, o altre ragazze. Da denigrare, umiliare, fare sentire fuori posto e fuori luogo. Inadeguati, perdenti, sconfitti. Indegni. Per gioco, certo. Si dice sempre che è per gioco, per scherzare, per divertirsi. E intanto si fa male. Si fa del male che non si può neanche immaginare, non si può neanche quantificare. Per gioco si insulta qualcuno, il più debole o la più debole del branco, della classe, del gruppo. Si deride un ragazzino perché non è bello, non ha le spalle larghe, perché ha gli occhiali, è una ‘pippa’ a giocare a pallone. O per il colore della pelle. Gli si dà un soprannome offensivo, cattivo, del quale vergognarsi. Lo si espone alla risata altrui. Lo si lascia solo, fisicamente e umanamente. E tutto questo vale per i ragazzi come per le ragazze.

Il 7 febbraio è la Giornata Nazionale contro il bullismo
Il 7 febbraio è la Giornata Nazionale contro il bullismo

Da bullismo a cyberbullismo in un click

Può accadere quando si esclude costantemente qualcuno dal gruppo. Quando lo si ignora, volutamente, gelidamente. Può accadere che si mettano in giro voci che non sono vere. Può accadere che si rivelino informazioni personali, segreti delicati di una persona. E da quando siamo tutti appesi alle finestre dei nostri telefonini, agli schermi dei nostri computer, il bullismo è semplicemente volato sul web. Ed è diventato cyberbullismo. Si può attaccare l’autostima di una persona deridendola online, insultandola, mostrando foto imbarazzanti di lui o di lei, esponendolo a una gogna potenzialmente infinita, con un post. Con un clic. Con una storia di Instagram, con un video su Tiktok. Chi è vittima di bullismo può sentire crescere dentro di sé la sfiducia nella propria persona, negli altri. La sfiducia nel genere umano tutto intero, e nella vita. Può chiudersi in sé, per giorni o per anni. Nei casi più gravi, essere vittima di bullismo può portare ad atti di autolesionismo, al suicidio.

La certificazione antibullismo della Federpugilato

Nata nel 2017, la Giornata mondiale contro il bullismo ci ricorda l’importanza fondamentale, assoluta di rispettare il prossimo. Fra le molte iniziative c’è anche quella della Federpugilato italiana. Che avrà palestre con certificazione governativa “antibullismo”. È stato annunciato a Roma un progetto – promosso da Konsumer Italia e dall’Osservatorio nazionale contro il bullismo, finanziato dalla presidenza del Consiglio in collaborazione con Federpugilato – per assegnare la “certificazione antibullismo” ad alcune attività sportive. Si partirà dal pugilato. “Non ho mai incontrato atleti più rispettosi e più ‘non violenti’ dei pugili”, afferma Silvia Salis, vicepresidente vicario del Coni. “Il pugilato è uno sport fatto da regole, che spesso curano le ferite di una vita cominciata in salita. Gli sport di combattimento hanno un ruolo sociale importantissimo in zone d’Italia dove istituzioni e scuola faticano ad arrivare”. Le prime dieci società sportive della Federpugilato laziale inizieranno il percorso di certificazione questo mese.

Corti e film per sensibilizzare sul tema

Fra le numerose altre iniziative, il Rotary Club Firenze Brunelleschi ha finanziato un cortometraggio sul cyberbullismo. Ispirato ad alcune storie vere, il corto si intitola “Ti accorgi di me?”.

Vede la partecipazione amichevole di Paolo Conticini e Pino Ammendola. Protagonista è la giovanissima Anna Agio, recentemente protagonista della serie Rai “Nudes“, dedicata anch’essa al cyberbullismo – su Raiplay. Realizzato dal Laboratorio cinematografico Immagina di Firenze, il video è stato diffuso su Youtube, così come la canzone “Laura sa volare“, che racconta in musica i temi del film. Prossimamente verrà proiettato in una serata speciale alla Scuola di cinema Immagina e in una sala cinematografica fiorentina.

Potrebbe interessarti anche

Laura Pausini si è sposata (Instagram)
Spettacolo

Matrimonio Laura Pausini, luna di miele speciale. Ecco dove va

22 Marzo 2023
Nina Rosa Sorrentino, 19 anni, con sindrome di Down
Attualità

Nina, la sindrome di Down e il no del liceo di Bologna alla Maturità

21 Marzo 2023
Pugilato, Mondiali donne: oro per Irma Testa
Sport

Pugilato: Irma Testa, la farfalla campana, vince i mondiali a New Delhi

26 Marzo 2023

Instagram

  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
Oggi, 7 febbraio, è la giornata mondiale contro bullismo e cyberbullismo. La giornata si celebra anche in Italia, con molte azioni di sensibilizzazione sul tema, rivolte agli studenti ma anche, semplicemente, a tutte le persone con un cervello e un cuore. Bullismo e cyberbullismo. Sono parole relativamente recenti, che indicano un fenomeno in realtà molto vecchio. Brutale. Il disprezzo degli altri, l’umiliazione dell’altro. La prepotenza, l’offesa, la violenza – più verbale che fisica – di studenti su altri studenti.

Un fenomeno duro a morire

Il bullo. O, più spesso, il gruppo di bulli. Di ragazzi che si sentono forti nel deridere altri ragazzi, o altre ragazze. Da denigrare, umiliare, fare sentire fuori posto e fuori luogo. Inadeguati, perdenti, sconfitti. Indegni. Per gioco, certo. Si dice sempre che è per gioco, per scherzare, per divertirsi. E intanto si fa male. Si fa del male che non si può neanche immaginare, non si può neanche quantificare. Per gioco si insulta qualcuno, il più debole o la più debole del branco, della classe, del gruppo. Si deride un ragazzino perché non è bello, non ha le spalle larghe, perché ha gli occhiali, è una 'pippa' a giocare a pallone. O per il colore della pelle. Gli si dà un soprannome offensivo, cattivo, del quale vergognarsi. Lo si espone alla risata altrui. Lo si lascia solo, fisicamente e umanamente. E tutto questo vale per i ragazzi come per le ragazze.
Il 7 febbraio è la Giornata Nazionale contro il bullismo
Il 7 febbraio è la Giornata Nazionale contro il bullismo

Da bullismo a cyberbullismo in un click

Può accadere quando si esclude costantemente qualcuno dal gruppo. Quando lo si ignora, volutamente, gelidamente. Può accadere che si mettano in giro voci che non sono vere. Può accadere che si rivelino informazioni personali, segreti delicati di una persona. E da quando siamo tutti appesi alle finestre dei nostri telefonini, agli schermi dei nostri computer, il bullismo è semplicemente volato sul web. Ed è diventato cyberbullismo. Si può attaccare l’autostima di una persona deridendola online, insultandola, mostrando foto imbarazzanti di lui o di lei, esponendolo a una gogna potenzialmente infinita, con un post. Con un clic. Con una storia di Instagram, con un video su Tiktok. Chi è vittima di bullismo può sentire crescere dentro di sé la sfiducia nella propria persona, negli altri. La sfiducia nel genere umano tutto intero, e nella vita. Può chiudersi in sé, per giorni o per anni. Nei casi più gravi, essere vittima di bullismo può portare ad atti di autolesionismo, al suicidio.

La certificazione antibullismo della Federpugilato

Nata nel 2017, la Giornata mondiale contro il bullismo ci ricorda l’importanza fondamentale, assoluta di rispettare il prossimo. Fra le molte iniziative c’è anche quella della Federpugilato italiana. Che avrà palestre con certificazione governativa "antibullismo". È stato annunciato a Roma un progetto – promosso da Konsumer Italia e dall’Osservatorio nazionale contro il bullismo, finanziato dalla presidenza del Consiglio in collaborazione con Federpugilato – per assegnare la "certificazione antibullismo" ad alcune attività sportive. Si partirà dal pugilato. "Non ho mai incontrato atleti più rispettosi e più ‘non violenti’ dei pugili", afferma Silvia Salis, vicepresidente vicario del Coni. "Il pugilato è uno sport fatto da regole, che spesso curano le ferite di una vita cominciata in salita. Gli sport di combattimento hanno un ruolo sociale importantissimo in zone d’Italia dove istituzioni e scuola faticano ad arrivare". Le prime dieci società sportive della Federpugilato laziale inizieranno il percorso di certificazione questo mese.

Corti e film per sensibilizzare sul tema

Fra le numerose altre iniziative, il Rotary Club Firenze Brunelleschi ha finanziato un cortometraggio sul cyberbullismo. Ispirato ad alcune storie vere, il corto si intitola "Ti accorgi di me?".

Vede la partecipazione amichevole di Paolo Conticini e Pino Ammendola. Protagonista è la giovanissima Anna Agio, recentemente protagonista della serie Rai "Nudes", dedicata anch’essa al cyberbullismo – su Raiplay. Realizzato dal Laboratorio cinematografico Immagina di Firenze, il video è stato diffuso su Youtube, così come la canzone "Laura sa volare", che racconta in musica i temi del film. Prossimamente verrà proiettato in una serata speciale alla Scuola di cinema Immagina e in una sala cinematografica fiorentina.
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Attualità
  • Politica
  • Economia
  • Sport
  • Lifestyle
  • Scienze e culture
  • Spettacolo
  • Cos’è Luce!
  • Redazione
  • Board
  • Contattaci
  • 8 marzo

Robin Srl
Società soggetta a direzione e coordinamento di Monrif
Dati societariISSNPrivacyImpostazioni privacy

Copyright© 2023 - P.Iva 12741650159

CATEGORIE
  • Contatti
  • Lavora con noi
  • Concorsi
ABBONAMENTI
  • Digitale
  • Cartaceo
  • Offerte promozionali
PUBBLICITÀ
  • Speed ADV
  • Network
  • Annunci
  • Aste E Gare
  • Codici Sconto