Svolta storica a
Cuba: dopo numerosi dibattiti e modifiche,
il nuovo Codice della famiglia verrà votato dai cubani. “Frutto d’intelligenza popolare“, sancirà la fine delle persecuzioni e dell’emarginazione della comunità Lgbtq+.
La notizia
Nella Repubblica socialista si terrà un referendum il 25 settembre sull’adozione di una riforma del diritto di famiglia, che includerebbe per la prima volta la
legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e la maternità surrogata. “La decisione finale sara’ lasciata nelle mani del popolo”, ma “siamo convinti che a tempo debito la maggioranza del popolo cubano appoggerà questo codice rivoluzionario, inclusivo e democratico”, ha affermato il segretario dell’Assemblea nazionale, il Parlamento cubano.
Il nuovo diritto di famiglia
Il nuovo diritto di famiglia sostituirà la normativa in vigore da 47 anni. Gli attivisti Lgbtq avevano tentato di includere il matrimonio tra persone dello stesso sesso nella Costituzione cubana quando è stata rivista nel 2019, ma alla fine e’ stato ritirato a causa della forte opposizione di alcune chiese e gruppi conservatori. Se il referendum passerà, Cuba si unirà ad altri sette Paesi dell’America Latina che consentono il matrimonio tra persone dello stesso sesso: Costa Rica, Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Uruguay e, più recentemente,
Cile.
Cile: Consuelo Morales Aros, 38 anni, e la sua compagna Pabla Heuser Amaya
Nel marzo scorso Consuelo Morales Aros, 38 anni, e la sua compagna Pabla Heuser Amaya sono finalmente
felici. Le due donne, insieme da 16 anni, sono state tra le prime a sposarsi in Cile giovedì 10 marzo, dopo l’entrata in vigore di una
legge storica che permette i
matrimoni tra persone dello stesso sesso. Alle coppie omosessuali, nonostante il Paese sia profondamente cattolico, già dal 2015 era consentito stipulare
unioni civili. Tuttavia questo tipo di contratto ampliava, certo, i benefici legali delle persone Lgbtq+, ma non li rendeva ancora pari a quelli delle coppie sposate (quindi eterosessuali), soprattutto
in materia di bambini e della loro cura. Tema che in Italia conosciamo molto bene, essendo tuttora in corso
una battaglia storica perché venga
riconosciuto legalmente il matrimonio egualitario sostituendo la
legge Cirinnà sulle unioni civili (del 2016). La capitale del
Messico ha invece autorizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso nel 2009, con la maggior parte dei suoi 32 Stati che hanno seguito l’esempio.
25 settembre 2022
Il 25 settembre potrebbe quindi essere una
data cruciale per il diritto della famiglia a Cuba. I cittadini sono chiamati a votare per il referendum "vincolante" che porterebbe alla legalizzazione del matrimonio tra persone dello stesso sesso e della maternità surrogata. "La decisione finale sarà lasciata nelle mani del popolo", ha detto
Homero Acosta, segretario dell’Assemblea nazionale (il Parlamento cubano): "Siamo convinti che a tempo debito la maggioranza del popolo cubano appoggerà questo codice rivoluzionario, inclusivo e democratico". Come riportato dall’agenzia di stampa Latinoamericana
Prensa Latina, La domanda alla quale dovranno rispondere i cubani è: “Siete d’accordo con il Codice della famiglia?”. Se più del 50% dei voti sarà positivo, la norma sarà approvata.
La parata del 2019
Come ricordato dall’organo di stampa ufficiale del partito comunista,
Granma, il testo del nuovo codice "frutto dell’intelligenza popolare e del profondo carattere democratico del progetto rivoluzionario" è stato più volte modificato e dibattuto in parlamento. "Questo è un momento molto emozionante per tutto il nostro popolo, impegnato nelle idee più avanzate", ha dichiarato
Mariela Castro, figlia del leader
Raul Castro e direttrice del Centro nazionale per l’educazione sessuale (Cenesex). A Cuba, la normativa che regola il diritto di famiglia ha 47 anni. Negli anni ’60 e ’70, il regime perseguitava ed emarginava gli omossessuali. Gli
attivisti Lgbtq+ avevano tentato già nel 2019 di far legalizzare i matrimoni gay, quando la Costituzione aveva subito una rivisitazione. Centinaia di cubani erano scesi in piazza a L’Avana cantando «lunga vita a una Cuba diversa» e sventolando bandiere arcobaleno durante la marcia. La parata, però, non aveva ricevuto l’autorizzazione dal governo comunista e venne definita "sovversiva". La polizia la interruppe e almeno tre persone finirono in arresto. «Questo momento segna un prima e un dopo per la comunità Lgbt. Ma anche per la società civile cubana in generale», aveva dichiarato la giornalista indipendente e attivista Maykel Gonzalez Vivero. Si temeva che alcuni gruppi stessero pianificando di indebolire il governo incoraggiati dall’aggressività dell’amministrazione Trump contro Cuba.
L’influenza dei social nella politica
Se il referendum avrà esito positivo, Cuba si unirà agli altri sette che in America Latina già prevedono l’unione legale di due persone dello stesso sesso: Costa Rica, Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Uruguay e Cile
Secondo gli attivisti, però, il partito stava solo dando seguito alle pressioni delle chiese evangeliche e alcuni gruppi di conservatori, che da anni si stavano battendo
contro l’espansione dei diritti gay. L’uso strategico dei social network, però, ha promosso così tanto le iniziative del popolo cubano al punto da riuscire, a volte, a influenzare anche la politica. Era successo con una legge che regolamentava il settore privato, modificata dopo le lamentele degli imprenditori. Il tentativo degli attivisti Lgbtq+ di
cambiare la Costituzione era in parte naufragato in quel 2019, ma da quel giorno la comunità cubana ha portato avanti
battaglie e proteste che stanno culminando in questo referendum.
Se il referendum avrà esito positivo, Cuba si unirà agli altri sette che in America Latina già prevedono l’unione legale di due persone dello stesso sesso: Costa Rica, Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Uruguay e Cile
Se avrà esito positivo, il Paese si unirà agli altri sette che in
America Latina già già prevedono l’unione legale di due persone dello stesso sesso:: Costa Rica, Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Uruguay e Cile.