Si è parlato a più riprese in questi giorni del fatto che il tasso occupazionale femminile in Italia sia tra i più bassi d’Europa. E i numeri forniti dai dati Eurostat confermano quella che indubbiamente rappresenta una tendenza preoccupante, sia in termini pensionistici che di sostegno alla longevità: solo il 56,5% nella fascia 20-64 anni, contro il 70,2% della media europea.
A dispetto di questo, la vita media attesa per le donne nel nostro Paese è di 85,2 anni (quindi non breve), sostenuta però da un reddito pensionistico medio lordo di soli 1.500 euro circa, inferiore da dati INPS del 35% rispetto a quello degli uomini. La quota rosa degli iscritti alle forme di previdenza complementare è di appena il 38%. Insomma, possiamo dire a gran voce che per il genere femminile si prospetti una grande sfida di sostenibilità tra vita attiva e pensionistica, considerando anche l’aumento delle donne nella fascia 55-64 anni che hanno scelto di non lavorare per motivi familiari.
Ma un’arma in più per affrontare la sfida in questione arriva dalla società di employability, sviluppo e transizione di carriera INTOO (di Gi Group Holding), che propone una serie di consigli pratici per le donne over 50, suddivisi in tre scenari: cambio di lavoro, ricollocazione professionale, costruzione della longevità per mirare a una vita lavorativa e pensionistica sostenibile.
“Le donne scontano ancora oggi l’impatto di disuguaglianze nella retribuzione, negli orari di lavoro, nel tempo fuori dal mercato per maternità e per esigenze di cura e di assistenza – commenta Alessandra Giordano, direttore Employability e Career Development di INTOO -. Considerando inoltre che queste differenze di genere aumentano con l’età, è indispensabile per le donne occuparsi della propria longevità il prima possibile, attraverso una pianificazione che tenga conto dei tre capitali in gioco: quello finanziario, quello fisico e quello delle competenze, insieme alle diverse necessità che possono sopraggiungere col tempo.
Significa comprendere come mantenersi occupabili nel tempo, valutare i tempi, le modalità di accesso e l’importo della pensione, capire come ottenere un possibile reddito extra, come proteggersi da imprevisti e come proseguire a lavorare, anche a tempo parziale o con una transizione graduale. È poi essenziale tenere conto di due aspetti: il primo è comprendere come potrebbe evolvere il proprio ruolo, anche attraverso trasformazioni delle organizzazioni e innovazione tecnologica; il secondo consiste nel tenere a mente l’odierna sensibilità generale per l’inclusione e la diversità, che può portare alle donne diverse opportunità anche in campi e ambienti che in passato le avevano perlopiù escluse”.
Dottoressa Giordano, può esemplificare alcuni consigli proposti da INTOO per cambiare lavoro? “Cominciamo col dire alle donne di essere consapevoli. Per prima cosa, per definire quale strategia attuare, serve consapevolezza sulla propria situazione previdenziale. Il primo passo è scaricare dal sito INPS l’estratto previdenziale e successivamente valutare la tipologia di cassa dove verrebbero versati eventuali nuovi contributi, per vagliare eventuali ricongiunzioni, cumuli gratuiti e totalizzazioni. Da valutare anche possibili consulenze previdenziali per avere un quadro il più completo possibile. Secondo consiglio è quello di allenare il proprio network. Tutti hanno un network formale e informale di contatti per raccogliere informazioni utili su posizioni aperte. Anzi, tutti ne posseggono almeno tre: quello personale, quello professionale e quello formativo. Occorre mappare e analizzare con accuratezza i propri network per capire da quali contatti iniziare, preferibilmente da quelli con cui si è più in confidenza. Non bisogna dare per scontati i gruppi mamme e/o i “fornitori” personali come il parrucchiere, l’estetista o in generale tutti coloro che si incontrano quotidianamente. Ancora, consigliamo di sfruttare la tecnologia per ottenere informazioni e curare la propria comunicazione. Per esempio, ChatGPT può essere utilizzato per interpretare al meglio le posizioni su LinkedIn e personalizzare i messaggi di contatto."
Invece qualche consiglio per ricollocarsi/ritrovare lavoro? “Prima di tutto avere chiara la propria situazione previdenziale: è fondamentale sia per definire anche in questo caso una strategia d’azione, sia per valutare – magari con l’aiuto di un esperto - l’impatto di un’eventuale contribuzione figurativa e/o di periodi non coperti da contribuzione, di modo da non rimandare l’eventuale data di pensione anticipata. Servirà anche adottare una mentalità aperta e flessibile rispetto a ruoli, settori e soluzioni contrattuali diversi da quanto già sperimentato o da quanto idealmente desiderato, che si tratti di lavoro dipendente, autonomo in partita IVA o di collaborazione/consulenza, ponendo particolare attenzione anche ai bandi e alle iniziative specifiche del territorio per l’occupazione femminile. Il punto fondamentale è rientrare velocemente nel mercato del lavoro e ridurre al minimo i periodi non coperti da contribuzione.”
So che questi sono solo alcuni dei molti consigli che avete previsto, in quello che rappresenta un vademecum concreto per il miglioramento della posizione professionale di molte donne, ma può esemplificare anche qualche suggerimento per quanto riguarda anche la terza area da lei annunciata, vale a dire la costruzione della propria longevità professionale? “Certamente. Essendo ormai in maggioranza nel sistema di calcolo contributivo, il consiglio è di valutare il prima possibile un’eventuale previdenza complementare come sostegno al reddito post-pensionamento. Anzi, oltre ad aprire la propria posizione, è possibile farlo con largo anticipo temporale anche per i propri figli o nipoti. Dopo di che è necessario acquisire consapevolezza dell’evoluzione del proprio ruolo all’interno dell’organizzazione e del proprio settore, lavorando sulla valorizzazione delle competenze agite e possedute; sé necessario essere proattive nel ricercare e frequentare corsi su competenze tecniche e trasversali per affrontare le trasformazioni del ruolo. Inoltre consiglio di mantenersi sempre aggiornate sui cambiamenti aziendali e sulle evoluzioni del settore di appartenenza, monitorando siti specialistici e partecipando a eventi e a convegni anche interaziendali. Ancora, monitorare il proprio livello di committment, verificando periodicamente l’allineamento della propria prestazione lavorativa alle aspettative aziendali e valutando un piano d’azione congruo ai propri obiettivi di longevità professionale e personale. Insomma, investire sulla propria employability è la chiave per la longevità professionale. Valorizzare e aggiornare costantemente le competenze, consapevoli delle evoluzioni dei ruoli e delle organizzazioni, con l’aiuto del networking, è cruciale per sostenere le fasi finali della vita lavorativa e pianificare serenamente la terza età, specialmente per le lavoratrici che affrontano disuguaglianze di genere. Ce lo conferma la nostra esperienza quotidiana negli interventi a supporto della ricollocazione e della valorizzazione della maternità. La permanenza delle donne nel mercato del lavoro e la garanzia della loro longevità professionale sono sfide che vanno perseguite in sinergia tra le singole persone, le organizzazioni e le Istituzioni per raggiungere un mondo del lavoro può equo, sostenibile e inclusivo, che consenta la completa emancipazione delle diverse categorie.”