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Home » Attualità » Festa del papà, anche tra gli animali ci sono padri modello e non

Festa del papà, anche tra gli animali ci sono padri modello e non

Il papà animale meno premuroso è il capofamiglia saki Ticiano, Lucky è invece un papà bertuccia modello ma a rischio estinzione e il 19 marzo sarà festeggiato al Parco Natura Viva

Maurizio Costanzo
19 Marzo 2023
La piccola di saki oggi a 5 mesi di vita sulle spalle di mamma Yuta, (Ph: Elena Livia Pennacchioni)

La piccola di saki oggi a 5 mesi di vita sulle spalle di mamma Yuta, (Ph: Elena Livia Pennacchioni)

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La mamma si alza prima di tutti, prepara la colazione, porta i figli a scuola, va a fare la spesa, cucina, apparecchia, sparecchia, spolvera, lava, stira, accudisce i figli, e oltre a queste cose, svolge durante il giorno tutta un’infinità di altre faccende quotidiane. Il papà? Si alza, prende il caffè (già pronto), va al lavoro, torna, mangia (pranzo e cena già pronte), guarda la televisione, poi va a letto a… ‘riposare’. E lo fa mentre la mamma deve ancora sparecchiare, mettere in ordine, portare a letto i figli piccoli, mettere ordine al disordine ecc. Quelli che sembrano luoghi comuni non lo sono affatto. Ma c’è di più: non solo alcuni papà umani (fortunatamente sempre meno) si comportano così. Anche nel regno animale ci sono papà… e papà. Alcuni si dimostrano premurosi, affettuosi, addirittura eroici, ma c’è anche chi, come nel caso di Ticiano, non è per nulla attento alle attenzioni della prole. Anzi, questo papà saki dalla faccia bianca è bravo solo a scaricare sulle spalle di mamma Yuta tutto il peso di crescere l’ultima arrivata di casa.

Ticiano, il papà animale meno premuroso

Ticiano, “capofamiglia” di un gruppo di 6 saki dalla faccia bianca che vive al Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), si è guadagnato il primato negativo di essere il papà meno premuroso di tutti. Nei confronti dei figli si limita ai propri “doveri” con la difesa del territorio e del gruppo. Per il resto, lascia tutto il carico della prole sulle spalle della mamma, nonostante il loro ultimo figlio non dimostri la minima intenzione di iniziare a cavarsela da solo. L’ultima piccola di casa, a cinque mesi compiuti e dalle fattezze ormai simili ad una giovane saki, si lascia trasportare ancora ovunque da mamma Yuta. Non solo: dorme sulle sue spalle, mangia, gioca, impara e interagisce con i fratelli sempre dalle spalle di Yuta. Cosa fa papà Ticiano in tutto questo? Praticamente nulla. Guarda, osserva, ma invece di dare una mano se ne resta a braccia, anzi, a zampe conserte.

Alcune specie scaricano la cura dei figli sulle spalle della mamma

Piccola saki dalla faccia bianca ancorata al ventre della sua mamma (Ph: Valeria Cascella)

“A seconda delle diverse specie – spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva – i compiti in famiglia vengono distribuiti in modo diverso. Tra questi primati sudamericani, che vivono tra le fronde e i rami degli alberi, il papà saki si occupa della difesa del gruppo usando vocalizzazioni specifiche in caso di predatori aerei o terricoli. Non si dedica alla crescita dei piccoli, ai quali provvede la mamma finché non sono loro stessi ad affrancarsi. È proprio a 5 mesi che i piccoli in genere scendono dalla schiena materna. Ma non in questo caso in cui, probabilmente la vivacità dei fratelli più grandi della nostra piccola, non la fa ancora sentire molto al sicuro”.

Il papà bertuccia è il migliore (ma è a rischio estinzione)

Un modello familiare diametralmente opposto a quello di Ticiano spetta a un altro primate, in questo caso africano. Si tratta di Lucky, papà di molti piccoli di bertuccia che vive anche lui al Parco Natura Viva. Lui è un esempio di dedizione della prole, tanto da essere definito un papà modello. Oltre ad accudirli ogni giorno, è sempre stato per i propri piccoli un esempio prezioso per crescere. Un atteggiamento tipico di questa specie, nella quale non solo le mamme ma anche i papà si occupano dei piccoli. Per uno strano scherzo del destino, secondo l’Unione Internazionale per la protezione della Natura, proprio questa specie è a rischio estinzione. Per questo, domenica 19 marzo il Parco Natura Viva organizza una festicciola a cui tutti i visitatori possono partecipare creando festoni e addobbi per il reparto delle bertucce, mentre i keeper si occuperanno di preparare un pic nic loro dedicato. Tovaglie imbandite e fagotti da scartare per celebrare un papà speciale, con appuntamento alle 14 presso il reparto bertucce. Una festa per tutti, anche per i papà umani: nel giorno della Festa del papà, il Parco Natura Viva festeggia i padri di tutte le età con uno sconto del 20% presso lo shop Bazar Natura.

Dal pinguino al fenicottero rosa: esempi di papà virtuosi

Il papà Pinguino imperatore si occupa di covare l’uovo deposto dalla femmina

In occasione della Festa del Papà, il Wwf Italia ha raccontato come alcuni papà proteggono i propri cuccioli. Nei branchi di lupi, durante i primi giorni di vita è proprio il papà lupo che si occupa di portare le prede alla femmina nella tana, in modo che questa possa dedicarsi solo all’allattamento. Un altro padre speciale è il maschio dell’aotide, una scimmia sudamericana, che trasporta e accudisce i cuccioli, mentre la madre si limita ad allattarli. Eroico è il papà del pinguino imperatore, specie che si riproduce in inverno sul ghiaccio aperto. Le femmine depongono un solo uovo, che abbandonano subito dopo, per intraprendere un viaggio di circa due mesi, per cacciare in mare aperto e quindi sono i papà a mantenere al caldo le uova appena deposte, tenendole in equilibrio sui piedi e proteggendole con una piega della pelle, nota come “marsupio della covata”. In questi due mesi di cure parentali, i maschi non mangiano nulla e devono resistere agli eventi atmosferici dell’Antartide. Solo con il ritorno della madre, i coraggiosi padri abbandonano la covata e vanno a cercare cibo in mare.
Menzione speciale, rileva il Wwf, anche per il cavalluccio marino, che porta avanti una vera gravidanza: la femmina depone le uova, ma lo fa in una speciale sacca incubatrice nel ventre del maschio. Alla schiusa è proprio il papà a espellere i giovani pesci (chiamati avannotti) con delle contrazioni addominali simili al parto femminile. Il maschio dell’Abedus herberti, una specie della famiglia degli Belostomatidi (grandi insetti acquatici) non è da meno: al termine dell’accoppiamento, la femmina attacca le uova sul suo dorso con una colla naturale e nelle tre settimane successive l’insetto si comporta come “un papà eccezionale”, difendendo le sue uova da pericoli e predatori. Il nandù, un grosso uccello sudamericano, alleva quasi in solitaria i pulcini. Sono i maschi a costruire il nido dove le femmine depositano le uova, il papà le cova per circa sei settimane, e dopo la schiusa si occupa dei pulcini, difendendoli dai pericoli e da qualsiasi intruso cerchi di avvicinarsi.

Il maschio del fenicottero trascorre più tempo della propria compagna a covare e difendere il nido per permetterle di riprendersi dopo lo sforzo della deposizione dell’uovo

Il fenicottero rosa è un ottimo padre, e rientra a pieno titolo tra gli animali che rappresentano il giorno di San Giuseppe e la festa del papà. Lo ha dimostrato uno studio “How to be a great dad“, condotto dal Parco Natura Viva, in collaborazione con l’Università di Parma e l’Università di Padova, pubblicato sulla rivista internazionale PeerJ. La ricerca ha rivelato come in questa specie il papà compensi l’investimento di energie che mamma fenicottero profonde nel deporre l’uovo, trascorrendo da quel momento più tempo della propria compagna a covare e difendere il nido, permettendole di riposarsi.

 

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere
La mamma si alza prima di tutti, prepara la colazione, porta i figli a scuola, va a fare la spesa, cucina, apparecchia, sparecchia, spolvera, lava, stira, accudisce i figli, e oltre a queste cose, svolge durante il giorno tutta un’infinità di altre faccende quotidiane. Il papà? Si alza, prende il caffè (già pronto), va al lavoro, torna, mangia (pranzo e cena già pronte), guarda la televisione, poi va a letto a… 'riposare'. E lo fa mentre la mamma deve ancora sparecchiare, mettere in ordine, portare a letto i figli piccoli, mettere ordine al disordine ecc. Quelli che sembrano luoghi comuni non lo sono affatto. Ma c’è di più: non solo alcuni papà umani (fortunatamente sempre meno) si comportano così. Anche nel regno animale ci sono papà… e papà. Alcuni si dimostrano premurosi, affettuosi, addirittura eroici, ma c’è anche chi, come nel caso di Ticiano, non è per nulla attento alle attenzioni della prole. Anzi, questo papà saki dalla faccia bianca è bravo solo a scaricare sulle spalle di mamma Yuta tutto il peso di crescere l'ultima arrivata di casa.

Ticiano, il papà animale meno premuroso

Ticiano, "capofamiglia" di un gruppo di 6 saki dalla faccia bianca che vive al Parco Natura Viva di Bussolengo (Verona), si è guadagnato il primato negativo di essere il papà meno premuroso di tutti. Nei confronti dei figli si limita ai propri "doveri" con la difesa del territorio e del gruppo. Per il resto, lascia tutto il carico della prole sulle spalle della mamma, nonostante il loro ultimo figlio non dimostri la minima intenzione di iniziare a cavarsela da solo. L’ultima piccola di casa, a cinque mesi compiuti e dalle fattezze ormai simili ad una giovane saki, si lascia trasportare ancora ovunque da mamma Yuta. Non solo: dorme sulle sue spalle, mangia, gioca, impara e interagisce con i fratelli sempre dalle spalle di Yuta. Cosa fa papà Ticiano in tutto questo? Praticamente nulla. Guarda, osserva, ma invece di dare una mano se ne resta a braccia, anzi, a zampe conserte.

Alcune specie scaricano la cura dei figli sulle spalle della mamma

Piccola saki dalla faccia bianca ancorata al ventre della sua mamma (Ph: Valeria Cascella)
"A seconda delle diverse specie - spiega Caterina Spiezio, responsabile del settore ricerca e conservazione del Parco Natura Viva - i compiti in famiglia vengono distribuiti in modo diverso. Tra questi primati sudamericani, che vivono tra le fronde e i rami degli alberi, il papà saki si occupa della difesa del gruppo usando vocalizzazioni specifiche in caso di predatori aerei o terricoli. Non si dedica alla crescita dei piccoli, ai quali provvede la mamma finché non sono loro stessi ad affrancarsi. È proprio a 5 mesi che i piccoli in genere scendono dalla schiena materna. Ma non in questo caso in cui, probabilmente la vivacità dei fratelli più grandi della nostra piccola, non la fa ancora sentire molto al sicuro".

Il papà bertuccia è il migliore (ma è a rischio estinzione)

Un modello familiare diametralmente opposto a quello di Ticiano spetta a un altro primate, in questo caso africano. Si tratta di Lucky, papà di molti piccoli di bertuccia che vive anche lui al Parco Natura Viva. Lui è un esempio di dedizione della prole, tanto da essere definito un papà modello. Oltre ad accudirli ogni giorno, è sempre stato per i propri piccoli un esempio prezioso per crescere. Un atteggiamento tipico di questa specie, nella quale non solo le mamme ma anche i papà si occupano dei piccoli. Per uno strano scherzo del destino, secondo l’Unione Internazionale per la protezione della Natura, proprio questa specie è a rischio estinzione. Per questo, domenica 19 marzo il Parco Natura Viva organizza una festicciola a cui tutti i visitatori possono partecipare creando festoni e addobbi per il reparto delle bertucce, mentre i keeper si occuperanno di preparare un pic nic loro dedicato. Tovaglie imbandite e fagotti da scartare per celebrare un papà speciale, con appuntamento alle 14 presso il reparto bertucce. Una festa per tutti, anche per i papà umani: nel giorno della Festa del papà, il Parco Natura Viva festeggia i padri di tutte le età con uno sconto del 20% presso lo shop Bazar Natura.

Dal pinguino al fenicottero rosa: esempi di papà virtuosi

Il papà Pinguino imperatore si occupa di covare l'uovo deposto dalla femmina
In occasione della Festa del Papà, il Wwf Italia ha raccontato come alcuni papà proteggono i propri cuccioli. Nei branchi di lupi, durante i primi giorni di vita è proprio il papà lupo che si occupa di portare le prede alla femmina nella tana, in modo che questa possa dedicarsi solo all'allattamento. Un altro padre speciale è il maschio dell'aotide, una scimmia sudamericana, che trasporta e accudisce i cuccioli, mentre la madre si limita ad allattarli. Eroico è il papà del pinguino imperatore, specie che si riproduce in inverno sul ghiaccio aperto. Le femmine depongono un solo uovo, che abbandonano subito dopo, per intraprendere un viaggio di circa due mesi, per cacciare in mare aperto e quindi sono i papà a mantenere al caldo le uova appena deposte, tenendole in equilibrio sui piedi e proteggendole con una piega della pelle, nota come "marsupio della covata". In questi due mesi di cure parentali, i maschi non mangiano nulla e devono resistere agli eventi atmosferici dell'Antartide. Solo con il ritorno della madre, i coraggiosi padri abbandonano la covata e vanno a cercare cibo in mare. Menzione speciale, rileva il Wwf, anche per il cavalluccio marino, che porta avanti una vera gravidanza: la femmina depone le uova, ma lo fa in una speciale sacca incubatrice nel ventre del maschio. Alla schiusa è proprio il papà a espellere i giovani pesci (chiamati avannotti) con delle contrazioni addominali simili al parto femminile. Il maschio dell'Abedus herberti, una specie della famiglia degli Belostomatidi (grandi insetti acquatici) non è da meno: al termine dell'accoppiamento, la femmina attacca le uova sul suo dorso con una colla naturale e nelle tre settimane successive l'insetto si comporta come "un papà eccezionale", difendendo le sue uova da pericoli e predatori. Il nandù, un grosso uccello sudamericano, alleva quasi in solitaria i pulcini. Sono i maschi a costruire il nido dove le femmine depositano le uova, il papà le cova per circa sei settimane, e dopo la schiusa si occupa dei pulcini, difendendoli dai pericoli e da qualsiasi intruso cerchi di avvicinarsi.
Il maschio del fenicottero trascorre più tempo della propria compagna a covare e difendere il nido per permetterle di riprendersi dopo lo sforzo della deposizione dell'uovo
Il fenicottero rosa è un ottimo padre, e rientra a pieno titolo tra gli animali che rappresentano il giorno di San Giuseppe e la festa del papà. Lo ha dimostrato uno studio "How to be a great dad", condotto dal Parco Natura Viva, in collaborazione con l'Università di Parma e l'Università di Padova, pubblicato sulla rivista internazionale PeerJ. La ricerca ha rivelato come in questa specie il papà compensi l'investimento di energie che mamma fenicottero profonde nel deporre l'uovo, trascorrendo da quel momento più tempo della propria compagna a covare e difendere il nido, permettendole di riposarsi.  
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