Alla stazione, davanti al binario da dove centinaia di ebrei, nei primi anni Quaranta, venivano caricati su vagoni bestiame diretti ai campi di concentramento di Auschwitz–Birkenau, Mauthausen, Bergen-Belsen, Flossenbürg, Ravensbrück, Fossoli e Bolzano. Al "Binario 21" della stazione centrale di Milano, questa volta, ci sono invece i membri della famiglia dei cartoni animati più amata: "I Simpson deportati ad Auschwitz". È questo il titolo dei nuovi murales dell’artista aleXsandro Palombo apparsi sui muri del Memoriale della Shoah per celebrare la Giornata della Memoria.
I volti scavati, le gambe scheletriche, lo sguardo triste. E i pigiami a righe, le tipiche divise degli 'ospiti' dei campi di concentramento. Sul viso e nei corpi di Homer, Marge, Bart, Lisa e Meggy si legge la sofferenza, il dolore della vita nei campi di concentramento nazisti. Le opere di Palombo vogliono infatti essere un inciampo visivo contro l’indifferenza. L'artista realizza due murales significativi in cui racconta il prima e il dopo la deportazione: il primo è un ritratto della famiglia prima della deportazione, nel secondo i Simpson ormai prigionieri appaiono emaciati, patiti, privati della dignità. Una riflessione sul male assoluto che è stato il nazismo, un monito a custodire la memoria e a non permettere al tempo di farla cadere nell’oblio. Simbolica anche la scelta del luogo dello street artist, il Memoriale della Shoah di Milano, dove la storia, anche quella più drammatica, non può essere dimenticata.
Per ricordare l’olocausto e stigmatizzare il male, Palombo ha scelto di usare il suo linguaggio neo pop, da sempre vicino alla sensibilità dei giovani, vero motore del futuro a cui è necessario però dare le basi necessarie della memoria per non ripetere gli orrori passati. "Queste opere ci costringono a vedere quello che non vediamo più. Le cose più terribili possono diventare realtà e l’arte ha il dovere di ricordarle perché è un potente antidoto ai rischi dell’oblio. Bisogna trasmettere senza filtri l’orrore del genocidio ebreo alle nuove generazioni per proteggere l’umanità da altri orrori come la Shoah", ha dichiarato aleXsandro Palombo.
Palombo, artista contemporaneo e attivista, milanese d'adozione, è conosciuto in tutto il mondo per le sue opere satiriche, riflessive e irriverenti che si concentrano sulla cultura pop, la società, le disuguaglianze, l’inclusione e la diversità, l’etica e i diritti umani, prendendo spunto dall'attualità ma anche da eventi epocali che non possono essere lasciati all'oblio. Non è infatti la prima volta che l’artista affronta il tema della Shoah (lo scorso anno aveva utilizzato ancora la famiglia Simpson per l'importante anniversario), i suoi lavori sull'olocausto sono stati pubblicati e analizzati in importanti saggi internazionali tra cui "Holocaust Icons in Art: The Warsaw Ghetto Boy and Anne Frank" scritto dall’autorevole storica israeliana Batya Brutin, critico d’arte e ricercatrice di arti visive della Shoah in Israele e nel mondo, vincitrice dello Yad Vashem award alla carriera nel campo dell'educazione all’Olocausto.
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