In Iran non si placano le proteste. E mentre la gente continua a manifestare nelle piazze e nelle strade arrivano le prime condanne. “Propaganda anti sistema, danni all’ordine pubblico, collusione contro la sicurezza” sono le accuse che porteranno al processo 315 persone coinvolte, nella sola Teheran, nelle proteste per Mahsa Amini, la 22enne di origine curda morta il 16 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia morale perché non indossava il velo in modo corretto. L’annuncio è del procuratore del tribunale rivoluzionario della capitale iraniana, Ali Salehi, che ha fatto sapere che quattro di loro rischiano la pena capitale. La loro esecuzione aumenterebbe il già tragico bilancio di vittime registrate nelle dimostrazioni esplose in tutto l’Iran da oltre un mese e ancora nel vivo. Secondo Harana, l’agenzia di stampa degli attivisti dei diritti umani iraniani, sarebbero 248 i morti e oltre 12mila gli arresti. Tra questi c’è anche l’italiana Alessia Piperno che si trovava in Iran quando sono iniziate le proteste e aveva manifestato sui social media sostegno per le dimostrazione. In tutto sarebbero nove gli stranieri arrestati e, oltre all’italiana, ci sarebbero delle spie francesi accusate di “raduno e collusione contro la sicurezza nazionale” e “spionaggio”.