Margherita Cassano sarà presidente della Corte di Cassazione: la prima donna al comando

Il tetto di cristallo è stato rotto in nome della parità di genere: la fiorentina figlia di un noto magistrato sostituirà l'attuale capo della Suprema Corte Pietro Curzio

di MARIANNA GRAZI
14 febbraio 2023
UNA DONNA GUIDERA’ LA CASSAZIONE, IL CSM INDICA CASSANO

UNA DONNA GUIDERA’ LA CASSAZIONE, IL CSM INDICA CASSANO

Una donna diventerà per la prima volta in Italia primo presidente della Cassazione. A Margherita Cassano va infatti il merito di aver infranto il tetto di cristallo: la fiorentina, classe 1955 e figlia di un alto magistrato molto noto per i processi negli anni di piombo, andrà a ricoprire l'incarico - finora prerogativa assoluta maschile - alla guida della Suprema Corte, di cui attualmente è presidente aggiunto. A indicare - all'unanimità - il suo nome è stata la Quinta Commissione (quella per gli incarichi direttivi) del Consiglio Superiore della Magistratura, seguendo l'indicazione data dal relatore e togato indipendente Andrea Mirenda. La nomina di Margherita Cassano dovrà comunque essere confermata dal plenum del Csm: la riunione è prevista per il primo marzo, alla presenza del Capo dello Stato Sergio Mattarella.

Giustizia: le prime volte delle donne, da Cartabia a Cassano

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con Marta Cartabia, prima donna alla guida della Corte Costituzionale

L'attuale primo presidente della Cassazione, Pietro Curzio, proprio all'inizio del mese prossimo lascerà l'incarico per raggiunti limiti di età. Insomma mancano giusto le formalità di rito ma intanto è stato compiuto un altro significativo passo avanti sul cammino della parità di genere, che arriva a 4 anni di distanza da un risultato che sino a quel momento sembrava impossibile da raggiungere: l'elezione nel 2019 a presidente della Corte costituzionale di Marta Cartabia. Una novità che ha fatto scuola visto che anche oggi la Consulta ha come presidente una donna, Silvana Sciarra. Stavolta la svolta porta la firma del Csm appena insediatosi, guidato dal vicepresidente Fabio Pinelli. La nomina di Cassano risulta ancor più significativa perché un altro concorrente, in effetti, c'era: Giorgio Fidelbo, presidente di sezione in Cassazione. Ma a far pendere il piatto della bilancia, al termine di un'approfondita audizione dei due candidati, dalla parte della fiorentina è stato il ruolo di "numero due" della Suprema Corte che ricopre dal 2020. Il voto finale ci sarà dunque il primo marzo, ma l'esito è scontato. "Ci sono passaggi che segnano in positivo il cambiamento e la crescita culturale e sociale di un Paese. La scelta unanime della Commissione incarichi direttivi del Csm di designare Margherita Cassano come presidente della Corte di Cassazione è uno di questi". Il presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, saluta così la storica decisione del Csm di scegliere per la prima volta nella storia d'Italia una donna per la guida della Cassazione. "Ricordo - afferma Giani - la professionalità e l'autorevolezza con cui la dottoressa Cassano ha presieduto la Corte d'appello di Firenze e sono certo che le sue qualità e competenze emergeranno nel nuovo altissimo incarico cui viene chiamata. A lei le felicitazioni mie personali e di tutta la giunta regionale toscana".

Chi è Margherita Cassano

La Corte di Cassazione a Roma

Nella carriera della prossima presidente della Cassazione, c'era già un altro record: è stata anche la prima donna ad accedere ai vertici della Suprema Corte. Margherita Cassano è nata a Firenze ma ha origini lucani, ha 67 anni, ed è in magistratura dal 1980. Figlia di Pietro, magistrato fiorentino che ha presieduto tanti processi negli anni di piombo, ha iniziato proprio alla procura della Repubblica di Firenze, dove si è occupata anche di questioni relative alle tossicodipendenze e al traffico di droga, temi che ha continuato a seguire in tutta la sua carriera. A Firenze ha lavorato con assiduità con il procuratore Pier Luigi Vigna. Dal 1982 è stata componente del gruppo specializzato nelle indagini in materia di stupefacenti e di criminalità organizzata. Dal 1991 al 1998 è stata assegnata della Direzione distrettuale antimafia di Firenze. Esponente di Magistratura indipendente, la corrente delle toghe che si definisce più "moderata", è stata consigliere del Csm dal 1998 per quattro anni. Poi dal 2003 è approdata alla Corte di Cassazione, dove è stata anche presidente della prima sezione penale, ruolo in cui si è occupata di reati di omicidio e violenze. Dal 2016 ha presieduto la Corte d'appello di Firenze dove è rimasta circa quattro anni.