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Migranti, l’appello di Stop border violence a non restare indifferenti

Gli attivisti, tramite l’Ice, hanno lanciato una raccolta firme per chiedere “un’azione politica comune” di “tutti coloro che si oppongono alle violazioni dei diritti fondamentali” nei confronti delle persone migranti e richiedenti asilo in Europa

di CLAUDIA CANGEMI -
2 aprile 2024
Sbarco di migranti

Sbarco di migranti

Madri disperate che affidavano i figli neonati ai soldati americani in partenza perché li portassero lontano, disposte anche a separarsi da loro pur di saperli al riparo dal regime dei fanatici talebani che avevano appena ripreso il potere in Afghanistan. Abbiamo assistito attoniti a quelle immagini sui nostri televisori meno di due anni fa, nell’agosto 2022. Pensate a cosa sarebbe accaduto se quei soldati avessero lasciato cadere quei bambini o addirittura avessero sparato a quelle madri. Un'idea inconcepibile e scandalosa.

Le violenze sui migranti che tentano di raggiungere l’Europa

Eppure ogni giorno restiamo indifferenti di fronte a violenze ancora peggiori di quelle, perpetrate nei confronti di migranti che hanno la sola colpa – proprio come quelle donne – di voler fuggire da guerre, persecuzioni e carestie o di voler cercare una vita migliore per sé e i propri figli. Persone che in buona parte avrebbero diritto a ottenere asilo in Unione Europea. Ma cui viene impedito di arrivare anche solo a toccare il suolo del Paese in cui vorrebbero presentare la domanda. A migliaia i migranti muoiono nel tentativo di raggiungere l'Europa, e quasi tutti subiscono ogni sorta di violenza e tortura nei Paesi di attraversamento e in particolare in Libia, con l'aperta complicità e addirittura il lauto contributo in soldi e attrezzature da parte del governo italiano. Non meno lautamente vengono finanziati Paesi come la Turchia e la Grecia, cui è affidata la cosiddetta “esternalizzazione delle frontiere” con buona pace del rispetto dei diritti umani e civili dei migranti. E anche ai confini tra Serbia, Ungheria e Bulgaria le autorità di frontiera respingono con estrema violenza chi tenta di passare da un Paese all’altro. Ancora una volta noi tutti ci voltiamo dall'altra parte, ignorando sofferenze che non dovrebbero mai essere inflitte, tantomeno da Paesi che si dicono civili e democratici.

Ma c'è chi ha deciso di non restare indifferente di fronte alla violazione di diritti sanciti dai documenti fondanti dell'Ue: “L’Unione Europea si fonda sui valori indivisibili e universali della dignità umana, della libertà, dell’uguaglianza e della solidarietà”, è scritto nel preambolo della Carta dei diritti fondamentali, e in particolare l'articolo 4 della stessa Carta afferma: “Nessuno può essere sottoposto a tortura, né a pene o trattamenti inumani o degradanti”.

Naufragio a largo di Lampedusa
Naufragio a largo di Lampedusa

Attivisti di tutta Europa hanno quindi deciso di raccogliere un milione di firme in almeno sette diversi Paesi (come prescrive il regolamento) per chiedere il rispetto di tale enunciato attraverso un'Iniziativa dei cittadini europei (Ice) ai sensi del reg. Ue 2019/788. “Negli ultimi anni si assiste nei confronti dei migranti a un’escalation di violenza intollerabile per le coscienze europee – spiegano gli attivisti di Sbv, “Stop border violence” – in aperto contrasto con i principi fondamentali della Ue.

I rapporti di organizzazioni quali Unhcr, Amnesty International e Human Rights Watch, le inchieste giornalistiche, le numerose testimonianze delle vittime raccontano di torture, stupri e minacce nei centri di detenzione della Libia, Paese con il quale l’Italia ha stretto accordi per il controllo delle partenze; di condizioni di estremo degrado nei campi in Grecia e in Bosnia, dove sovraffollamento, assenza di sevizi igienici e di assistenza mettono a rischio la vita dei soggetti più vulnerabili; dell’uso spropositato della forza e di episodi ripetuti di vera e propria tortura da parte della polizia croata nei confronti di richiedenti asilo alla frontiera con la Serbia e la Bosnia; di situazioni di detenzione illegale di migranti in diversi Paesi della Ue o finanziati dalla Ue, di respingimenti violenti lungo tutte le frontiere d’Europa, di sospensione di fatto del diritto a richiedere asilo”.

L'Iniziativa dei cittadini europei non si limita a chiedere un “parere” sulla violazione dei diritti umani, ma sollecita con forza un'azione riparatrice e sanzioni per chi non rispetta il diritto fondamentale sancito all'articolo 4.

Ad esempio il collettivo "Opponiamoci", che sostiene l'Ice Stop border violence mette a disposizione una serie di brevi film e documentari a sostegno dell'Ice stessa. Eccone di seguito un esempio: 

Stop border violence: “Serve un’azione politica”

“Il nostro status di cittadini europei – riprende Stop border violence – ci impone di agire per chiedere all’Europa di tornare a dare significato alle solenni parole sottoscritte nel 2000 a Nizza dai capi di Stato e di governo dei nostri Paesi. È il momento di unire in un’azione politica comune tutti coloro che si oppongono alle violazioni dei diritti fondamentali, alle torture, agli abusi nei confronti di esseri umani inermi, colpevoli solo di cercare una vita dignitosa e una speranza per il futuro lontano dai propri Paesi di origine. Chiediamo all’Unione europea: un’azione concreta tesa a garantire il pieno rispetto da parte dei suoi Membri dell’art. 4 della Carta Ue dei diritti fondamentali, che prescrive l’obbligo non solo di repressione ma anche di prevenzione di atti di tortura, trattamenti disumani e degradanti nei confronti di tutti gli individui”.

Cosa fare per proteggere migranti e richiedenti asilo

“Chiediamo di proteggere le persone migranti o richiedenti asilo, attraverso: l’istituzione di meccanismi di monitoraggio volti a rilevare e fermare gli abusi dei diritti fondamentali e gli atti lesivi della dignità umana, tanto alle frontiere che nello spazio comune europeo; il recesso o la non stipulazione pro futuro di accordi internazionali in materia di contenimento dei flussi migratori con Stati terzi colpevoli di gravi violazioni dei diritti umani; la definizione di standard minimi di accoglienza validi per tutti i Paesi membri e per l’intero periodo di permanenza sui loro territori; l’eventuale previsione di sanzioni specifiche in caso di violazione delle normative Ue”.

L’accordo con l’Egitto 

Ancora più urgente appare l'azione dell'Ice considerando ciò che sta accadendo in questi giorni: la premier Giorgia Meloni e la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen hanno incontrato il presidente egiziano Abdel Fattah Al Sisi, ritenuto da molti responsabile delle torture e del brutale omicidio di Giulio Regeni e noto per reprimere brutalmente ogni forma di dissenso interno, siglando una dichiarazione congiunta che pone le basi per un partenariato strategico tra Ue ed Egitto e un pacchetto di aiuti da 7,4 miliardi di euro con l'obiettivo di ottenere la cooperazione del Cairo nella gestione dei flussi migratori irregolari.

Migranti: raduno davanti all'ambasciata d'Italia a Berlino
Migranti: raduno davanti all'ambasciata d'Italia a Berlino

Rischia di riproporsi dunque una situazione simile a quella già da anni in atto in Libia, Paese che il governo italiano pretenderebbe “sicuro”, tanto da consentire alla guardia costiera di riportare indietro i migranti intercettati nel Mediterraneo. Violando così un altro articolo della Carta dei diritti fondamentali, il numero 19: “1. Le espulsioni collettive sono vietate. 2. Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti”. Pochi mesi fa inoltre la Corte di Cassazione italiana ha stabilito che la Libia non può essere considerato un porto sicuro, e non è quindi lecito riportare in quel Paese i migranti che tentano di raggiungere l’Europa.

L’appello degli attivisti 

I tempi per procedere sono stretti: il milione di firme previsto dal regolamento deve essere raggiunto entro il 10 luglio prossimo. L'8 e 9 giugno sono previste inoltre le elezioni europee, e chi chiede il rispetto dei diritti umani dei migranti teme un'ulteriore svolta a destra del Parlamento. Ecco il link per firmare l'Ice, possono farlo tutti i cittadini maggiorenni dell'Unione europea, senza alcuna limitazione: Stop Border Violence. Gli attivisti aggiungono che sarebbe molto importante un contributo economico alla campagna, anche con piccole cifre, dal momento che l’iniziativa è completamente autofinanziata.