La Chiesa apra le sue porte ai cattolici Lgbt: a chiederlo è nientemeno che Papa Francesco, in una breve intervista con il gesuita James Martin pubblicata lunedì 9 maggio. Una dichiarazione importante e rivoluzionaria, accolta con piacere da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Partito Gay per i Diritti LGBT+, che però ci tiene a sottolineare: "Ci auguriamo che a queste parole seguano delle azioni concrete che facciano realmente cambiare la chiesa e tutte le migliaia di associazioni, strutture sanitarie, scuole, strutture sportive e strutture per anziani gestite dalla chiesa cattolica. Questa sarebbe una rivoluzione!". Insomma buoni gli intenti ma che non si dimostrino solo promesse e si concretizzino invece in una reale apertura.
L'intervista del Papa
"Una Chiesa 'selettiva', di 'sangue puro', non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta". Il Pontefice sembra avere le idee ben chiare in materia di cattolici Lgbt, almeno dalle risposte date a padre James Martin nella mini-intervista rivoltagli dal gesuita. "Il 5 maggio, a nome di Outreach, ho chiesto a papa Francesco se fosse disposto a rispondere ad alcune delle domande più comuni che mi vengono poste dai cattolici Lgbtq e dalle loro famiglie", racconta padre Martin sul sito Outreach. "Nella mia nota, scritta in spagnolo, ho fatto tre domande e ho detto al Papa che poteva essere breve quanto desiderava [...] Tre giorni dopo, ho ricevuto una nota scritta a mano con le sue risposte", spiega il sacerdote, da sempre difensore dei diritti dei fedeli della comunità arcobaleno.Il primo quesito posto a Bergoglio chiedeva: "Quale diresti che sia la cosa più importante che le persone Lgbt devono saper su Dio?" e il Papa ha risposto: "Dio è Padre e non rinnega nessuno dei suoi figli. E 'lo stile' di Dio è 'vicinanza, misericordia e tenerezza'. Lungo questa strada troverete Dio". Alla seconda questione, "Cosa vorresti che le persone Lgbt sapessero della Chiesa?", il Pontefice ha replicato: "Vorrei che leggessero il libro degli Atti degli Apostoli. Là troveranno l'immagine della Chiesa vivente". Infine alla terza domanda, "Cosa dici a un cattolico Lgbt che ha subito un rifiuto dalla Chiesa?", Francesco ribatte: "Vorrei che lo riconoscessero non come 'il rifiuto della Chiesa', ma piuttosto di 'persone nella Chiesa'. La Chiesa è madre e chiama insieme tutti i suoi figli. Prendiamo ad esempio la parabola degli invitati alla festa: 'I giusti, i peccatori, i ricchi e i poveri, ecc'. (Matteo 22:1-15; Luca 14:15-24). Una Chiesa 'selettiva', di 'sangue puro', non è la Santa Madre Chiesa, ma piuttosto una setta". Una dichiarazione forte e chiara, quella del Papa, che fin dai primi mesi di Pontificato, nell'estate del 2013 durante il viaggio di ritorno dal Brasile, pronunciando il celebre "chi sono io per giudicare?", rivolto agli omosessuali che "cercano Dio" e "hanno buona volontà", si è sempre dimostrato propenso all'accogliere piuttosto che al cacciare, al comprendere che la Fede possa abitare anche in coloro che non rientrano nei 'dogmi' tradizionali, all'abbracciare all'interno della Chiesa cattolica le persone omosessuali anche quando il resto dell'istituzione stessa li discrimina.Il Papa alle persone Lgbt: Dio è Padre e non rinnega nessuno dei suoi figli - Vatican News https://t.co/p0uRUAfGyG
— James Martin, SJ (@JamesMartinSJ) May 9, 2022