Cosa è successo
Il ragazzo è entrato in classe con una pistola, fortunatamente giocattolo, e ha minacciato i compagni intimando loro di uscire, poi avrebbe ferito la professoressa all’avambraccio con un coltello. All'arrivo dei carabinieri, il ragazzo ha posato l'arma, a gas a pallini come quelle usate per il softair, sul banco, ha messo le mani sulla testa e si è consegnato senza opporre resistenza. Il giovane è stato successivamente trasportato all'ospedale San Paolo di Milano a causa di alcune ferite. Il ragazzo non ha precedenti penali e nella sua storia clinica non risultano problemi psichiatrici. Anche il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara raggiungerà la scuola. "Oggi mi recherò ad Abbiategrasso dove è accaduto un fatto particolarmente inquietante. Dopo l'esperienza del Covid gli episodi di bullismo si stanno moltiplicando, proprio perché si è interrotta quella relazione interpersonale che è fondamentale nello sviluppo educativo", ha dichiarato.La violenza continua a entrare prepotentemente senza sosta nella quotidianità delle nostre scuole, al punto che il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha annunciato che "valuterà i presupposti per proporre una costituzione di parte civile, eventualmente lamentando anche un danno d'immagine all’Amministrazione".
Scuola e violenza: il quadro preoccupante della situazione scolastica
Dal caso della professoressa di Inglese, di un istituto di Castellammare di Stabia, picchiata dalla mamma di un'alunna perché le avrebbe dato voti troppo bassi a quello del preside aggredito e colpito con un pugno dal parente di un'alunna a Cesena. Sono solo gli ultimi di una lunga scia di episodi che vedono i nostri insegnanti troppo spesso bersaglio di aggressioni e vessazioni.
Ma come mai accade tutto questo? Per fare chiarezza prendiamo in considerazione la recente indagine di Skuola.net che, interpellando 1.800 ragazze e ragazzi delle classi superiori di tutta Italia, ha fatto emergere un quadro davvero preoccupante.
All’origine di così tanta aggressività e insubordinazione da parte degli studenti di oggi, potrebbe esserci anche lo zampino di un mutato atteggiamento dei genitori. Perché in passato, di fronte a casi del genere, le famiglie tendevano a schierarsi in blocco dalla parte del docente.
Oggi, invece, gli equilibri sembrano essere nettamente mutati e i ragazzi potrebbero in qualche modo sentirsi appoggiati se decidono di passare all’azione. Infatti, sempre basandosi sui racconti dei giovani interpellati da Skuola.net, quando esplode lo scontro aperto, solamente poche volte (22%) a casa danno ragione comunque all’insegnante. La maggior parte (49%) vuole prima valutare il caso. E un preoccupante 29% tende ad appoggiare il figlio a prescindere. Così non sorprende che, solo dall’inizio di quest’anno scolastico, ben 1 studente su 5 ha raccontato di aver assistito a uno scontro frontale tra un suo compagno e il professore di turno mentre si trovavano in classe. Inoltre, in circa un terzo dei casi si è trattato addirittura di episodi sistematici e non isolati. Alla fine, volendo fare un bilancio di lungo periodo, in media 1 studente su 3 è stato testimone nel corso della sua carriera scolastica di almeno un’aggressione ai danni di un docente in cattedra.