Dopo il successo dell’edizione 2022 di Brave Women Awards, inaugurata con l’Università Bocconi di Milano, OTB Foundation non ha intenzione di fermarsi. La onlus ha infatti deciso di ampliare il progetto di empowerment femminile, tessendo una rete di collaborazioni con altre cinque università italiane, private e pubbliche.
"Valorizzare la diversità di genere a pari trattamento economico"
Oltre a Università Bocconi, le strutture che hanno sposato l'iniziativa "Otb Foundation Brave Women Awards" per l’anno accademico 2023-24 sono: la Luiss Guido Carli di Roma, l'Alma Mater di Bologna, l'università degli Studi di Padova e la Ca' Foscari Venezia. Questi atenei contribuiranno a dare vita a un progetto a lungo termine volto a sostenere il percorso universitario di studentesse meritevoli e contribuendo a formare una nuova generazione di donne che in futuro potranno guidare il nostro Paese e le sue aziende. Non poteva quindi mancare il commento di Arianna Alessi, vicepresidente della Fondazione OTB, che ha voluto sottolineare l'importanza della presenza femminile nel mondo del lavoro: "Permettendo a più ragazze di accedere a un più alto livello di formazione, creiamo i presupposti per entrare in settori ad oggi a limitata presenza femminile. L'obiettivo ultimo è quello di valorizzare la diversità di genere a pari trattamento economico. Donne e uomini sono diversi e queste differenze e complementarietà portano valore aggiunto a qualsiasi tavolo. È importante poi ricordare che incoraggiamo tutte le ragazze coinvolte nel progetto ad attivare a loro volta, appena ne avranno la possibilità, una borsa studio per altre giovani donne che vorranno seguirne i passi così da creare un circolo virtuoso di continua emancipazione".Il rapporto Istat sul gender gap
Dall'ultimo rapporto Istat sui livelli di istruzione e occupazionali relativi al 2021 emerge che se in Italia la quota di donne laureate supera quella maschile (23,1% contro il 16,8%), l’iniziale vantaggio non si traduce poi nella conquista di posti di lavoro. Il tasso di occupazione femminile è infatti inferiore a quello maschile (55,7% contro il 68,5% della media europea). Per quanto riguarda lo stipendio, l’Istat certifica che le donne percepiscono mediamente una retribuzione inferiore a quella maschile (variabile tra il 74 e 77% in meno rispetto agli uomini). Le differenze di genere si riscontrano quindi sia nel ruolo nel mondo del lavoro, sia negli stipendi. Ed è presente negli ambiti più disparati, dall’educazione al lavoro, dalla salute all’accesso alle attività economiche.