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Home » Lifestyle » Arianna Alessi: “Il mio sogno? Creare un circolo di donne che aiutino le prossime generazioni”

Arianna Alessi: “Il mio sogno? Creare un circolo di donne che aiutino le prossime generazioni”

La vicepresidente di OTB Foundation spiega progetti e strategie per la formazione di una nuova classe di "career woman"

Margherita Ambrogetti Damiani
6 Gennaio 2023
Arianna Alessi, vicepresidente di OTB Foundation

Arianna Alessi, vicepresidente di OTB Foundation

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Anche nel 2022 poco di nuovo sul fronte dell’empowerment femminile. Abbiamo un primo ministro donna, è vero. Ma per tutte le altre poco è stato fatto affinché la vita, troppo spesso divisa tra lavoro e carriera, non sia un percorso a ostacoli per giunta in salita. Stando ai dati forniti dal Gender Diversity Index 2021, studio presentato dall’European Women on Boards, in Italia le donne presenti nei consigli di amministrazione sono solo il 37%. La percentuale di donne CEO è ancora più bassa: il 3%. A fare da cuscinetto a questa deriva sociale sono da segnalare percorsi e progetti che, ciascuno per la propria parte, cercano di aiutare le donne ad avviarsi verso una piena realizzazione. È il caso, ad esempio, di OTB Foundation “Brave Women Awards”, nato dalla collaborazione tra la Fondazione del Gruppo OTB e l’Università Bocconi. Lo scorso novembre, sono state selezionate le prime 8 studentesse in difficoltà economica che, grazie al contributo complessivo di 280.000 euro messi a disposizione da OTB Foundation, hanno avuto l’opportunità di frequentare un corso magistrale biennale presso Università Bocconi di Milano. Le ragazze hanno potuto scegliere tra quattro diversi master of science (Economics and Management of Government and International Organizations; Politics and Policy Analysis; International Management e Management) che metteranno a loro disposizione le competenze necessarie per entrare a far parte del mondo del lavoro in due ambiti particolarmente importanti, la Pubblica Amministrazione e la direzione di grandi aziende. Un percorso di formazione per le donne di domani che guideranno le aziende e il Paese.

Le studentesse che potranno frequentare un corso magistrale biennale all’Università Bocconi di Milano
Le studentesse che potranno frequentare un corso magistrale biennale all’Università Bocconi di Milano

Ne abbiamo parlato con Arianna Alessi, vicepresidente di OTB Foundation, per comprendere le prospettive di un’iniziativa che ha le carte in regola per trasformarsi in modello virtuoso.

Empowerment femminile: in Italia verrebbe da definirlo “questo sconosciuto”, eppure sono sempre di più le donne che si stanno facendo largo in luoghi di potere che fino a qualche anno fa erano roba per soli uomini. Qualcosa sta cambiando, dunque. Ma serve accelerare il fenomeno. Il vostro progetto va in questa direzione?

“Assolutamente. Gli studi e le statistiche dicono che le aziende, ma anche i governi, di tutto il mondo che hanno una presenza equilibrata dei diversi generi nelle loro posizioni di potere funzionano meglio e sono più efficienti ed efficaci. Il progetto ‘Brave Women Awards’ vuole creare le condizioni affinché sempre più ragazze in difficoltà economica con talento e determinazione abbiano accesso ai migliori atenei, così da acquisire competenze e preparazione al fine di conquistarsi il proprio spazio nelle ‘stanze del potere’. Sembra assurdo, ma anche in questo caso le statistiche parlano: i professionisti che hanno completato un corso di studi STEM sono quelli la cui retribuzione media è più alta e ovviamente le facoltà STEM sono quelle che hanno la minore presenza di studentesse. È da qui che inizia il percorso, dalla scuola, oltre che dalla famiglia ovviamente. Che a questo punto vedo procedere di pari passo. Senza alcuna rinuncia”.

Passiamo a un tema cruciale e complesso: “Donne che aiutano le donne”. Nel vostro progetto la strada viene tracciata alle più giovani da donne che “ce l’hanno fatta”. È così anche nella società o ancora c’è tanta strada da fare?

“Il concetto del ‘supporto circolare’ è ben centrale nel nostro progetto; infatti, diamo proprio come condizione alle ragazze che vi prendono parte di impegnarsi a loro volta, quando il loro tenore di vita lo permetterà, per aiutare altre ragazze, attivando a loro volta una borsa di studio da mentoring, networking, ecc. Il mio sogno è quello di creare un circolo di donne di alto profilo e tantissima passione che aiutano le prossime generazioni ad arrivare dove vogliono anche grazie al lavoro e alle esperienze di chi ci è passato prima di loro. C’è così tanta conoscenza nel mondo, perché sprecarla e ricominciare ogni volta da zero?”.

Perché quello nelle donne è un investimento, sempre, a vincere?

“Perché le donne sono all’origine del mondo: sono naturalmente inclusive e spesso empatiche, sono più sensibili, hanno senso pratico, sono più disposte alla negoziazione, al compromesso perché hanno un approccio al risultato più che al processo (o alle competizioni) per arrivarci, sono multitasking… Devo continuare?”.

La vicepresidente di OTB Foundation, Arianna Alessi, a colloquio con le 8 studentesse selezionate
La vicepresidente di OTB Foundation, Arianna Alessi, a colloquio con le 8 studentesse selezionate

Tra le novità di OTB Foundation anche la terza edizione di “Brave actions for a better world”, un doppio bando di 300.000 euro realizzato per supportare gli empori solidali in Italia e l’empowerment femminile e giovanile nel mondo. Fino al 26 gennaio 2023, le organizzazioni non profit che lavorano coerentemente con i Sustainable Development Goals (SDG) delle Nazioni Unite per un futuro senza povertà, con ampio accesso a un lavoro dignitoso, alla sanità e all’educazione e per la riduzione delle disuguaglianze, avranno la possibilità di concorrere. Il primo dei due bandi ha come obiettivo la promozione dello sviluppo degli empori solidali in Italia, a sostegno di progetti capaci di rispondere ai bisogni di persone e famiglie in condizioni di povertà, ma anche di spazi in cui offrire assistenza e formazione a chi ne ha più bisogno. Il secondo bando ha una visione internazionale e si sdoppia in due ambiti, l’empowerment femminile e quello giovanile. Il primo è rivolto a progetti e iniziative che contribuiscono al miglioramento della vita delle donne – che godono del 75% dei diritti in meno rispetto agli uomini – nei Paesi in cui si trovano a vivere in una condizione di fragilità, discriminazione e privazione delle libertà. Il secondo è aperto a progetti che si rivolgono a giovani svantaggiati, che vivono in condizioni di povertà ed emarginazione attraverso progetti di formazione e inserimento lavorativo. Ad affiancare la fondazione è “Italia non profit”, altra realtà che si adopera per ridurre le diseguaglianze. A entrambi i bandi possono partecipare solo organizzazioni con sede legale e operativa in Italia iscrivendosi al sito https://braveactions.italianonprofit.it e completando l’iter. Giovani e donne al centro. Si spera, non solo di OTB Foundation.

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  • Era il 1° febbraio 1945, quando la lotta per la conquista di questo diritto, partita tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei, raggiunse il suo obiettivo. Con un decreto legislativo, il Consiglio dei Ministri presieduto da Ivanoe Bonomi riconobbe il voto alle donne, su proposta di Palmiro Togliatti e Alcide De Gasperi. 

Durante la prima guerra mondiale le donne avevano sostituito al lavoro gli uomini che erano al fronte. La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che della famiglia, crebbe e con essa la volontà di rivendicare i propri diritti. Già nel 1922 un deputato socialista, Emanuele Modigliani aveva presentato una proposta di legge per il diritto di voto femminile, che però non arrivò a essere discussa, per la Marcia su Roma. Mussolini ammise le donne al voto amministrativo nel 1924, ma per pura propaganda, poiché in seguito all’emanazione delle cosiddette “leggi fascistissime” tra il 1925 ed il 1926, le elezioni comunali vennero, di fatto, soppresse. Bisognerà aspettare la fine della guerra perché l’Italia affronti concretamente la questione.

Costituito il governo di liberazione nazionale, le donne si attivarono per entrare a far parte del corpo elettorale: la prima richiesta dell’ottobre 1944, venne avanzata dalla Commissione per il voto alle donne dell’Unione Donne Italiane (Udi), che si mobilitò per ottenere anche il diritto di eleggibilità (sancito da un successivo decreto datato 10 marzo 1946). Si arrivò così, dopo anni di battaglie per il suffragio universale, al primo febbraio 1945, data storica per l’Italia. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.

Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946 e l’affluenza femminile superò l’89%. 

#lucenews #lucelanazione #dirittodivoto #womenrights #1febbraio1945
  • La regina del pulito Marie Kondo ha dichiarato di aver “un po’ rinunciato” a riordinare casa dopo la nascita del suo terzo figlio. La 38enne giapponese, considerata una "Dea dell’ordine", con i suoi best seller sull’economia domestica negli ultimi anni ha incitato e sostenuto gli sforzi dei comuni mortali di rimettere in sesto case e armadi all’insegna del cosa “provoca dentro una scintilla di gioia”. Ma l’esperta di decluttering, famosa in tutto il mondo, ha ammesso che con tre figli da accudire, la sua casa è oggi “disordinata”, ma ora il riordino non è più una priorità. 

Da quando è diventata madre di tre bambini, ha dichiarato che il suo stile di vita è cambiato e che la sua attenzione si è spostata dall’organizzazione alla ricerca di modi semplici per rendere felici le abitudini di tutti i giorni: "Fino a oggi sono stata una organizzatrice di professione e ho dunque fatto il mio meglio per tenere in ordine la mia casa tutto il tempo”, e anche se adesso “ci ho rinunciato, il modo in cui trascorro il mio tempo è quello giusto per me in questo momento, in questa fase della mia vita”.

✍ Marianna Grazi 

#lucenews #lucelanazione #mariekondo
  • La second hand, ossia l’oggetto di seconda mano, è una moda che negli ultimi anni sta diventando sempre più un’abitudine dei consumatori. Accumulare roba negli armadi, nei cassetti, in cantina, non è più un disagio che riguarda soltanto chi soffre di disposofobia, ossia di chi è affetto da sindrome dell’accumulatore compulsivo. Se l’acquisto è l’unica azione che rende felice l’uomo moderno, non riuscire a liberarsene è la condanna di molti.

Secondo quanto emerge dall’Osservatorio Second-hand Economy 2021, realizzato da BVA Doxa per Subito.it, sono 23 milioni gli italiani che, nel 2021, hanno fatto ricorso alla compravendita di oggetti usati grazie alle piattaforme online. Il 52% degli italiani ha comprato e/o venduto oggetti usati, tra questi il 15% lo ha fatto per la prima volta. L’esperienza di compravendita online di second hand è quella preferita, quasi il 50% degli affari si conclude online anche perché il sistema di vendita è simile a un comune eCommerce: internet è il canale più veloce per quasi la metà dei rispondenti (49%), inoltre offre una scelta più ampia (43%) e si può gestire comodamente da casa (41%). Comprare second hand diventa una sana abitudine che attrae ogni anno nuove persone, è al terzo posto tra i comportamenti sostenibili più messi in atto dagli italiani (52%) – preceduto sempre dalla raccolta differenziata (94%) e l’acquisto di lampadine a LED (71%) –, con picchi ancora più alti di adozione nel 2021 da parte dei laureati (68%), di chi appartiene alla generazione Z (66%), di chi ha 35-44 anni (70%) e delle famiglie con bambini (68%). 

Ma perché concretamente si acquista l’usato? Nel 2021 le prime tre motivazioni che inducono a comprare beni usati sono: il risparmio (56%, in crescita di 6 punti percentuali rispetto al 2020), l’essere contrari agli sprechi e credere nel riuso (49%) e la convinzione che la second hand sia un modo intelligente di fare economia e che rende molti oggetti più accessibili (43%). 

✍E tu? Hai mai comprato accessori oppure oggetti di seconda mano? Cosa ne pensi?

#lucenews #lucelanazione #secondhand #vintage
  • È iniziata come una sorta di sfida personale, come spesso accade tra i ragazzi della sua età, per testare le proprie capacità e resistenza in modo divertente. Poi però, per Isaac Ortman, adolescente del Minnesota, dormire nel cortile della sua casa è diventata una missione. 

“Non credo che la cosa finisca presto, potrei anche continuare fino all’università – ha detto il 14enne di Duluth -. È molto divertente e non sono pronto a smettere”. 

Tanto che ormai ha trascorso oltre 1.000 notti sotto le stelle. Il giovane, che fa il boy scout, come una specie di moderno Barone Rampante ha scoperto per caso il piacere di trascorrere le ore di sonno fuori dalle mura di casa, persino quando la temperatura è scesa a quadi 40 gradi sotto lo zero. Tutto è iniziato circa tre anni fa, nella baita della sua famiglia a 30 miglia da casa, diventando ben presto una routine notturna. Il giovane Ortman ricorda bene il giorno in cui ha abbandonato la sua camera da letto per un’amaca e un sacco a pelo, il 17 aprile 2020, quando era appena in prima media: “Stavo dormendo fuori dalla nostra baita e ho pensato: ‘Wow, potrei provare a dormire all’aperto per una settimana’. Così ho fatto e ho deciso di continuare”. 

“Non si stanca mai: ogni notte è una nuova avventura“, ha detto il padre Andrew Ortman, 48 anni e capo del suo gruppo scout. 

Sua mamma Melissa era un po’ preoccupata quella notte, lei e il padre gli hanno permesso di continuare la sua routine. “Sa che deve entrare in casa se qualcosa non va bene. Dopo 1.000 notti, ha la nostra fiducia. Da quando ha iniziato a farlo, è cresciuto sotto molti aspetti, e non solo in termini di statura”, dice orgogliosa. 

“Non lo sto facendo per nessun record o per una causa, mi sto solo divertendo. Ma con il ragazzo che dorme in Inghilterra, credo si possa dire che si tratta di una gara non ufficiale”, ha detto Isaac riferendosi all’adolescente inglese Max Woosey, che ha iniziato la sua maratona di sonno all’aperto il 29 marzo 2020, con l’obiettivo di raccogliere fondi per un ospedale che cura un suo anziano amico.

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Anche nel 2022 poco di nuovo sul fronte dell’empowerment femminile. Abbiamo un primo ministro donna, è vero. Ma per tutte le altre poco è stato fatto affinché la vita, troppo spesso divisa tra lavoro e carriera, non sia un percorso a ostacoli per giunta in salita. Stando ai dati forniti dal Gender Diversity Index 2021, studio presentato dall’European Women on Boards, in Italia le donne presenti nei consigli di amministrazione sono solo il 37%. La percentuale di donne CEO è ancora più bassa: il 3%. A fare da cuscinetto a questa deriva sociale sono da segnalare percorsi e progetti che, ciascuno per la propria parte, cercano di aiutare le donne ad avviarsi verso una piena realizzazione. È il caso, ad esempio, di OTB Foundation “Brave Women Awards”, nato dalla collaborazione tra la Fondazione del Gruppo OTB e l’Università Bocconi. Lo scorso novembre, sono state selezionate le prime 8 studentesse in difficoltà economica che, grazie al contributo complessivo di 280.000 euro messi a disposizione da OTB Foundation, hanno avuto l’opportunità di frequentare un corso magistrale biennale presso Università Bocconi di Milano. Le ragazze hanno potuto scegliere tra quattro diversi master of science (Economics and Management of Government and International Organizations; Politics and Policy Analysis; International Management e Management) che metteranno a loro disposizione le competenze necessarie per entrare a far parte del mondo del lavoro in due ambiti particolarmente importanti, la Pubblica Amministrazione e la direzione di grandi aziende. Un percorso di formazione per le donne di domani che guideranno le aziende e il Paese.
Le studentesse che potranno frequentare un corso magistrale biennale all’Università Bocconi di Milano
Le studentesse che potranno frequentare un corso magistrale biennale all’Università Bocconi di Milano
Ne abbiamo parlato con Arianna Alessi, vicepresidente di OTB Foundation, per comprendere le prospettive di un’iniziativa che ha le carte in regola per trasformarsi in modello virtuoso. Empowerment femminile: in Italia verrebbe da definirlo "questo sconosciuto", eppure sono sempre di più le donne che si stanno facendo largo in luoghi di potere che fino a qualche anno fa erano roba per soli uomini. Qualcosa sta cambiando, dunque. Ma serve accelerare il fenomeno. Il vostro progetto va in questa direzione? "Assolutamente. Gli studi e le statistiche dicono che le aziende, ma anche i governi, di tutto il mondo che hanno una presenza equilibrata dei diversi generi nelle loro posizioni di potere funzionano meglio e sono più efficienti ed efficaci. Il progetto 'Brave Women Awards' vuole creare le condizioni affinché sempre più ragazze in difficoltà economica con talento e determinazione abbiano accesso ai migliori atenei, così da acquisire competenze e preparazione al fine di conquistarsi il proprio spazio nelle 'stanze del potere'. Sembra assurdo, ma anche in questo caso le statistiche parlano: i professionisti che hanno completato un corso di studi STEM sono quelli la cui retribuzione media è più alta e ovviamente le facoltà STEM sono quelle che hanno la minore presenza di studentesse. È da qui che inizia il percorso, dalla scuola, oltre che dalla famiglia ovviamente. Che a questo punto vedo procedere di pari passo. Senza alcuna rinuncia". Passiamo a un tema cruciale e complesso: "Donne che aiutano le donne". Nel vostro progetto la strada viene tracciata alle più giovani da donne che "ce l'hanno fatta". È così anche nella società o ancora c'è tanta strada da fare? "Il concetto del 'supporto circolare' è ben centrale nel nostro progetto; infatti, diamo proprio come condizione alle ragazze che vi prendono parte di impegnarsi a loro volta, quando il loro tenore di vita lo permetterà, per aiutare altre ragazze, attivando a loro volta una borsa di studio da mentoring, networking, ecc. Il mio sogno è quello di creare un circolo di donne di alto profilo e tantissima passione che aiutano le prossime generazioni ad arrivare dove vogliono anche grazie al lavoro e alle esperienze di chi ci è passato prima di loro. C’è così tanta conoscenza nel mondo, perché sprecarla e ricominciare ogni volta da zero?". Perché quello nelle donne è un investimento, sempre, a vincere? "Perché le donne sono all’origine del mondo: sono naturalmente inclusive e spesso empatiche, sono più sensibili, hanno senso pratico, sono più disposte alla negoziazione, al compromesso perché hanno un approccio al risultato più che al processo (o alle competizioni) per arrivarci, sono multitasking... Devo continuare?".
La vicepresidente di OTB Foundation, Arianna Alessi, a colloquio con le 8 studentesse selezionate
La vicepresidente di OTB Foundation, Arianna Alessi, a colloquio con le 8 studentesse selezionate
Tra le novità di OTB Foundation anche la terza edizione di “Brave actions for a better world”, un doppio bando di 300.000 euro realizzato per supportare gli empori solidali in Italia e l’empowerment femminile e giovanile nel mondo. Fino al 26 gennaio 2023, le organizzazioni non profit che lavorano coerentemente con i Sustainable Development Goals (SDG) delle Nazioni Unite per un futuro senza povertà, con ampio accesso a un lavoro dignitoso, alla sanità e all’educazione e per la riduzione delle disuguaglianze, avranno la possibilità di concorrere. Il primo dei due bandi ha come obiettivo la promozione dello sviluppo degli empori solidali in Italia, a sostegno di progetti capaci di rispondere ai bisogni di persone e famiglie in condizioni di povertà, ma anche di spazi in cui offrire assistenza e formazione a chi ne ha più bisogno. Il secondo bando ha una visione internazionale e si sdoppia in due ambiti, l’empowerment femminile e quello giovanile. Il primo è rivolto a progetti e iniziative che contribuiscono al miglioramento della vita delle donne - che godono del 75% dei diritti in meno rispetto agli uomini - nei Paesi in cui si trovano a vivere in una condizione di fragilità, discriminazione e privazione delle libertà. Il secondo è aperto a progetti che si rivolgono a giovani svantaggiati, che vivono in condizioni di povertà ed emarginazione attraverso progetti di formazione e inserimento lavorativo. Ad affiancare la fondazione è “Italia non profit”, altra realtà che si adopera per ridurre le diseguaglianze. A entrambi i bandi possono partecipare solo organizzazioni con sede legale e operativa in Italia iscrivendosi al sito https://braveactions.italianonprofit.it e completando l’iter. Giovani e donne al centro. Si spera, non solo di OTB Foundation.
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