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Home » Lifestyle » Chiara Ferragni per il diritto all’aborto: “Stop alla politica della Destra, è ora di agire”

Chiara Ferragni per il diritto all’aborto: “Stop alla politica della Destra, è ora di agire”

L'imprenditrice digitale 35enne prende esempio dal "caso Marche" dove "Fratelli d'Italia ha praticamente reso impossibile abortire"

Marianna Grazi
24 Agosto 2022
Chiara Ferragni

Chiara Ferragni

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Chiara Ferragni si schiera a favore dell’aborto e invita a non votare, alle prossime elezioni, chi mette in pericolo questo diritto fondamentale. A luglio, pochi giorni dopo la sentenza negli Usa, era stato suo marito Fedez a dire la sua sulla scelta della Corte Suprema di rovesciare la Roe v. Wade, definendola “una me**a“. Poi, guardando al nostro Paese, che sappiamo avere gravi problemi di accesso all’interruzione di gravidanza nonostante questa sia tutelata dalla legge 194/1978, era stato altrettanto duro: “In Italia i movimenti pro-vita hanno tentato subito di cavalcare la cosa per riaprire il dibattito anche qui, ma il Vaticano prima di prendere posizione su questo, dovrebbe disinvestire dalla case farmaceutiche che producono anche pillole contraccetive“.

Chiara Ferragni contro Giorgia Meloni

Chiara Ferragni
Chiara Ferragni sul “caso Marche”: “Fratelli d’Italia ha praticamente reso impossibile abortire”

Se la critica del rapper si era rivolta in particolare alla Santa Sede, la Ferragni se la prende invece con i partiti di centrodestra, in particolare con la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. Dalle storie di Instagram, prendendo spunto da un articolo – e relativo post – di The Vision, l’imprenditrice digitale da oltre 27milioni di followers infatti invita a non votarla alle prossime elezioni politiche. La 35 enne, in particolare, chiama il “caso Marche“: nella regione che governa, “Fratelli d’Italia ha praticamente reso impossibile abortire – scrive l’influencer -. Una politica che rischia di diventare nazionale se la Destra vince le elezioni”. Poi lancia un appello: “Ora è il nostro tempo di agire e fare sì che queste cose non accadano”. Come il marito, infatti, l’influencer è molto attenta alle questioni sociali: dall’importanza di trasmettere la memoria della storia (ha incontrato più volte Liliana Segre, con la quale ha visitato il Memoriale della Shoah) al sostegno all’Arcigay di Milano, fino alla parità di genere tra uomo e donna, in particolare sulla questione del lavoro per chi è madre. Non poteva quindi mancare un’attenzione particolare ad una questione tanto urgente come l’aborto.

Le reazioni: “Le Marche laboratorio di diritti negati”

Chiara Ferragni e Fedez
Chiara Ferragni col marito Fedez

Il post di Chiara Ferragni , come c’era da aspettarsi, è saltato subito agli occhi dei politici, ed è subito stato ripreso da esponenti del Pd. La deputata marchigiana Alessia Morani su Twitter la ringrazia perché grazie all’imprenditrice “si accende un faro sulle Marche governate da Fdi. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell’indifferenza dei più”. Una denuncia già lanciata da tempo, secondo il collega dam alla Camera e Commissario regionale del Pd, Alberto Losacco, che spiega: “In una regione con un altissimo numero di medici obiettori, la Giunta regionale ha scelto di non recepire le direttive nazionali del 2020 sulla pillola abortiva, dicendo che qui nascono pochi bambini e che la natalità viene prima del diritto di scelta delle donne”. Le Marche come il Texas, dice Losacco: “Questa Regione, che la Meloni indica come modello per il Paese, è un laboratorio dei diritti negati, proprio come il Texas, come l’Ungheria di Orban. Chiara Ferragni ha ragione da vendere”. Rincara infine la dose la senatrice Valeria Fedeli: “Brava Chiara Ferragni! Difendiamo l’aborto, la maternità consapevole e la salute delle donne. Nella Regione Marche, laboratorio della destra più nera, i diritti sono sotto attacco. Rischiamo ora che lo siano in tutta Italia. Chiediamo a Meloni: cosa pensa, onorevole, della Legge 194?”

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Instagram

  • Numerosi attori e musicisti di alto profilo si sono recati in Ucraina da quando è scoppiata la guerra con la Russia nel febbraio 2022. L’ultimo in ordine di tempo è stato l’attore britannico Orlando Bloom, che ieri ha visitato un centro per bambini e ha incontrato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky a Kiev.

“Non mi sarei mai aspettato che la guerra si sarebbe intensificata in tutto il Paese da quando sono stato lì”, ha detto Bloom su Instagram, “Ma oggi ho avuto la fortuna di ascoltare le risate dei bambini in un centro del programma Spilno sostenuto dall’Unicef, uno spazio sicuro, caldo e accogliente dove i bambini possono giocare, imparare e ricevere supporto psicosociale”.

Bloom è un ambasciatore di buona volontà per l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). Il centro di Splino, che è uno dei tanti in Ucraina, offre sostegno ai bambini sfollati e alle loro famiglie, con più di mezzo milione di bambini che ne hanno visitato uno nell’ultimo anno.

La star hollywoodiana ha poi incontrato il presidente Zelensky, con cui ha trattato temi tra cui il ritorno dei bambini ucraini deportati in Russia, la creazione di rifugi antiatomici negli istituti scolastici e il supporto tecnico per l’apprendimento a distanza nelle aree in cui è impossibile studiare offline a causa della guerra. L’attore britannico aveva scritto ieri su Instagram, al suo arrivo a Kiev, che i «bambini in Ucraina hanno bisogno di riavere la loro infanzia».

#lucelanazione #lucenews #zelensky #orlandobloom
  • “La vita che stavo conducendo mi rendeva particolarmente infelice e se all’inizio ero entrata in terapia perché volevo accettare il fatto che mi dovessi nascondere, ho avuto poi un’evoluzione e questo percorso è diventato di accettazione di me stessa."

✨Un sorriso contagioso, la spensieratezza dei vent’anni e la bellezza di chi si piace e non può che riflettere quella luce anche al di fuori. La si potrebbe definire una Mulan nostrana Carlotta Bertotti, 23 anni, una ragazza torinese come tante, salvo che ha qualcosa di speciale. E non stiamo parlano del Nevo di Ota che occupa metà del suo volto. Ecco però spiegato un primo punto di contatto con Mulan: l’Oriente, dove è più diffusa (insieme all’Africa) quell’alterazione di natura benigna della pigmentazione della cute intorno alla zona degli occhi (spesso anche la sclera si presenta scura). Quella che appare come una chiazza grigio-bluastra su un lato del volto (rarissimi i casi bilaterali), colpisce prevalentemente persone di sesso femminile e le etnie asiatiche (1 su 200 persone in Giappone), può essere presente alla nascita o apparire durante la pubertà. E come la principessa Disney “fin da piccola ho sempre sentito la pressione di dover salvare tutto, ma forse in realtà dovevo solo salvare me stessa. Però non mi piace stare troppo alle regole, sono ribelle come lei”.

🗣Cosa diresti a una ragazza che ha una macchia come la tua e ti chiede come riuscire a conviverci?�
“Che sono profondamente fiera della persona che vedo riflessa allo specchio tutto i giorni e sono arrivata a questa fierezza dopo che ho scoperto e ho accettato tutti i miei lati, sia positivi che negativi. È molto autoreferenziale, quindi invece se dovessi dare un consiglio è quello che alla fine della fiera il giudizio altrui è momentaneo e tutto passa. L’unica persona che resta e con cui devi convivere tutta la vita sei tu, quindi le vere battaglie sono quelle con te stessa, quelle che vale la pena combattere”.

L’intervista a cura di Marianna Grazi �✍ 𝘓𝘪𝘯𝘬 𝘪𝘯 𝘣𝘪𝘰

#lucenews #lucelanazione #carlottabertotti #nevodiota
  • La salute mentale al centro del podcast di Alessia Lanza. Come si supera l’ansia sociale? Quanto è difficile fare coming out? Vado dallo psicologo? Come trovo la mia strada? La popolare influencer, una delle creator più note e amate del web con 1,4 milioni di followers su Instagram e 3,9 milioni su TikTok, Alessia Lanza debutta con “Mille Pare”, il suo primo podcast in cui affronta, in dieci puntate, una “para” diversa e cerca di esorcizzare le sue fragilità e, di riflesso, quelle dei suoi coetanei.

“Ho deciso di fare questo podcast per svariati motivi: io sono arrivata fin qui anche grazie alla mia immagine, ma questa volta vorrei che le persone mi ascoltassero e basta. Quando ho cominciato a raccontare le mie fragilità un sacco di persone mi hanno detto ‘Anche io ho quella para lì!’. Perciò dico parliamone, perché in un mondo in cui sembra che dobbiamo farcela da soli, io credo nel potere della condivisione”.

#lucenews #lucelanazione #millepare #alessialanza #podcast
  • Si è laureata in Antropologia, Religioni e Civiltà Orientali indossando un abito tradizionale Crow, tribù della sua famiglia adottiva in Montana. Eppure Raffaella Milandri è italianissima e ha conseguito il titolo nella storica università Alma Mater di Bologna, lo scorso 17 marzo. 

La scrittrice e giornalista nel 2010 è diventata membro adottivo della famiglia di nativi americani Black Eagle. Da quel momento quella che era una semplice passione per i popoli indigeni si è focalizzata sullo studio degli aborigeni Usa e sulla divulgazione della loro cultura.

Un titolo di studio specifico, quello conseguito dalla Milandri, “Che ho ritenuto oltremodo necessario per coronare la mia attività di studiosa e attivista per i diritti dei Nativi Americani e per i Popoli Indigeni. La prima forma pacifica di attivismo è divulgare la cultura nativa”. L’abito indossato durante cerimonia di laurea appartiene alla tribù della sua famiglia adottiva. Usanza che è stata istituzionalizzata solo dal 2017 in Montana, Stato d’origine del suo popolo, quando è stata approvata una legge (la SB 319) che permette ai nativi e loro familiari di laurearsi con il “tribal regalia“. 

In virtù di questa norma, il Segretario della Crow Nation, Levi Black Eagle, a maggio 2022 ha ricordato la possibilità di indossare l’abito tradizionale Crow in queste occasioni e così Milandri ha chiesto alla famiglia d’adozione se anche lei, in quanto membro acquisito della tribù, avrebbe potuto indossarlo in occasione della sua discussione.

La scrittrice, ricordando il momento della laurea a Bologna, racconta che è stata “Una grandissima emozione e un onore poter rappresentare la Crow Nation e la mia famiglia adottiva. Ho dedicato la mia laurea in primis alle vittime dei collegi indiani, istituti scolastici, perlopiù a gestione cattolica, di stampo assimilazionista. Le stesse vittime per le quali Papa Francesco, lo scorso luglio, si è recato in Canada in viaggio penitenziale a chiedere scusa  Ho molto approfondito questo tema controverso e presto sarà pubblicato un mio studio sull’argomento dalla Mauna Kea Edizioni”.

#lucenews #raffaellamilandri #antropologia
Chiara Ferragni si schiera a favore dell'aborto e invita a non votare, alle prossime elezioni, chi mette in pericolo questo diritto fondamentale. A luglio, pochi giorni dopo la sentenza negli Usa, era stato suo marito Fedez a dire la sua sulla scelta della Corte Suprema di rovesciare la Roe v. Wade, definendola "una me**a". Poi, guardando al nostro Paese, che sappiamo avere gravi problemi di accesso all'interruzione di gravidanza nonostante questa sia tutelata dalla legge 194/1978, era stato altrettanto duro: "In Italia i movimenti pro-vita hanno tentato subito di cavalcare la cosa per riaprire il dibattito anche qui, ma il Vaticano prima di prendere posizione su questo, dovrebbe disinvestire dalla case farmaceutiche che producono anche pillole contraccetive“.

Chiara Ferragni contro Giorgia Meloni

Chiara Ferragni
Chiara Ferragni sul "caso Marche": "Fratelli d'Italia ha praticamente reso impossibile abortire"
Se la critica del rapper si era rivolta in particolare alla Santa Sede, la Ferragni se la prende invece con i partiti di centrodestra, in particolare con la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni. Dalle storie di Instagram, prendendo spunto da un articolo – e relativo post – di The Vision, l'imprenditrice digitale da oltre 27milioni di followers infatti invita a non votarla alle prossime elezioni politiche. La 35 enne, in particolare, chiama il "caso Marche": nella regione che governa, "Fratelli d'Italia ha praticamente reso impossibile abortire - scrive l'influencer -. Una politica che rischia di diventare nazionale se la Destra vince le elezioni". Poi lancia un appello: "Ora è il nostro tempo di agire e fare sì che queste cose non accadano". Come il marito, infatti, l'influencer è molto attenta alle questioni sociali: dall'importanza di trasmettere la memoria della storia (ha incontrato più volte Liliana Segre, con la quale ha visitato il Memoriale della Shoah) al sostegno all'Arcigay di Milano, fino alla parità di genere tra uomo e donna, in particolare sulla questione del lavoro per chi è madre. Non poteva quindi mancare un'attenzione particolare ad una questione tanto urgente come l'aborto.

Le reazioni: "Le Marche laboratorio di diritti negati"

Chiara Ferragni e Fedez
Chiara Ferragni col marito Fedez
Il post di Chiara Ferragni , come c'era da aspettarsi, è saltato subito agli occhi dei politici, ed è subito stato ripreso da esponenti del Pd. La deputata marchigiana Alessia Morani su Twitter la ringrazia perché grazie all'imprenditrice "si accende un faro sulle Marche governate da Fdi. Sono due anni che portiamo avanti questa battaglia da sole nell'indifferenza dei più". Una denuncia già lanciata da tempo, secondo il collega dam alla Camera e Commissario regionale del Pd, Alberto Losacco, che spiega: "In una regione con un altissimo numero di medici obiettori, la Giunta regionale ha scelto di non recepire le direttive nazionali del 2020 sulla pillola abortiva, dicendo che qui nascono pochi bambini e che la natalità viene prima del diritto di scelta delle donne". Le Marche come il Texas, dice Losacco: "Questa Regione, che la Meloni indica come modello per il Paese, è un laboratorio dei diritti negati, proprio come il Texas, come l'Ungheria di Orban. Chiara Ferragni ha ragione da vendere". Rincara infine la dose la senatrice Valeria Fedeli: "Brava Chiara Ferragni! Difendiamo l'aborto, la maternità consapevole e la salute delle donne. Nella Regione Marche, laboratorio della destra più nera, i diritti sono sotto attacco. Rischiamo ora che lo siano in tutta Italia. Chiediamo a Meloni: cosa pensa, onorevole, della Legge 194?"
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