Lavorare bene per vivere meglio: quando la felicità è inclusiva

Kellogg Italia introduce una nuova policy aziendale volta a sostenere il benessere dei propri dipendenti a 360 gradi

di MARGHERITA AMBROGETTI DAMIANI
27 aprile 2023
Kellogg Company

Kellogg Company

Lavorare per vivere o vivere per lavorare: questo è il dilemma dei tempi moderni. Negli anni in cui sono sempre di più le persone a decidere di non barattare una vita felice con un lavoro non soddisfacente, tanto da essere disposti a mollare tutto e ricominciare da zero, le aziende sono costrette a fare i conti con la necessità di un balzo in avanti in fatto di benessere dei dipendenti.

Lavorare bene: in Kellogg Italia l'obiettivo è il benessere dei dipendenti

Gli addetti ai lavori lo chiamano welfare aziendale. E se alcune realtà sembrano annaspare in questo mare di nuovi diritti, che talvolta sembrano addirittura non comprendere, altre - che, va detto, da sempre hanno messo al primo posto la felicità dei propri dipendenti - si dimostrano addirittura capaci di generarne di nuovi. È il caso di Kellogg Italia che, con l’introduzione di policy volte a sostenere i lavoratori che stanno affrontando trattamenti per la fertilità, percorsi di transizione di genere o che stanno vivendo particolari fasi della vita legate alla menopausa o all’interruzione di gravidanza, ha ampliato ulteriormente le già importanti iniziative finalizzate al benessere dei dipendenti e a rendere l’ambiente di lavoro ancora più inclusivo.

Interruzione di gravidanza, menopausa, fertilità e transizione di genere

Le nuove politiche aziendali prevedono permessi retribuiti in caso di interruzione di gravidanza e per chi si avvale di trattamenti per la fertilità, validi anche per i rispettivi partner, indipendentemente dall’anzianità di servizio e senza dover produrre alcun certificato medico, nel pieno rispetto della privacy e orari di lavoro flessibili, anche con la possibilità di avere una consulenza psicologica gratuita qualora la si ritenga necessaria. Le donne che attraversano il momento fisiologico della menopausa potranno accedere ad assistenza e consulenza specializzata attraverso l’Employee Assistance Programme, usufruire di spazi in ufficio dedicati come la wellbeing room e di una maggiore flessibilità lavorativa per poter gestire i sintomi secondo le proprie esigenze. Per chi sta affrontando percorsi di gender transition sono previste misure specifiche per gestire la transizione con riservatezza e secondo le personali esigenze di ognuno, incoraggiando i dipendenti a vestirsi secondo l'espressione di genere che li rappresenta maggiormente, gestendo con sensibilità l’accesso ai servizi e ad altre strutture per assicurare equità e fornendo supporto per l'aggiornamento dei documenti di lavoro e la comunicazione a colleghi e clienti. Le buone notizie non finiscono qua: l’azienda ha addirittura raggiunto l’obiettivo della parità di genere (al 50:50) tra manager e senior manager a livello europeo con tre anni di anticipo rispetto al 2025, anno inizialmente fissato per il raggiungimento di questo traguardo.

Il welfare aziendale

Fertilità, transizione di genere, menopausa, interruzione di gravidanza sono temi ancora complessi e "divisivi". Eppure, sono fondamentali da affrontare per rendere la società davvero capace di accogliere tuttə. Ne abbiamo parlato con Giuseppe Riccardi, General Manager di Kellogg Italia.
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Giuseppe Riccardi, General Manager di Kellogg Italia

Quando avete deciso di intraprendere questo (sacrosanto) percorso aziendale in Italia quante e quali difficoltà avete incontrato sul cammino? "Abbiamo lanciato queste policy in Italia nel dicembre 2022. Quando si parla di implementazione di queste misure, io non parlerei di difficoltà bensì di opportunità. Questi argomenti sono spesso tabù in molti ambienti di lavoro, ma in Kellogg abbiamo l’opportunità di stimolare il dibattito e incoraggiare le nostre persone a parlarne apertamente, offrendo il supporto necessario per affrontare delicate fasi della vita. Inoltre, abbiamo anche l’opportunità di formare i nostri leader su come supportare i propri team e diventare sempre di più alleati per la diversità, l'inclusione e l'equità". Inclusione, equità e rispetto: Kellogg modello sociale da replicare? "La nostra cultura aziendale da sempre mette il wellbeing delle persone al centro in maniera reale e intenzionale, per creare un ambiente di lavoro sempre più inclusivo, diverso ed equo. Ed è per questo che in merito a temi come trattamenti per la fertilità, percorsi di transizione di genere, interruzione di gravidanza o menopausa, abbiamo implementato delle policy aziendali concrete che contribuiscono a migliorare il benessere fisico e psicologico dei lavoratori, nonostante alcune di queste misure non siano ancora codificate dal diritto del lavoro e, come dicevo prima, questi argomenti siano ancora considerati tabù in molti ambienti. Come Kellogg, continueremo a impegnarci per creare un ambiente di lavoro ancora più inclusivo, augurandoci che le altre aziende facciano lo stesso". Il lavoro in Kellogg diventa un non-luogo in cui sentirsi liberi di essere ciò che si vuole e poter contare su benefit attraverso cui conoscersi e riconoscersi. Un virtuosismo che genera guadagno anche in termini economici? "È dimostrato che le aziende in cui la forza lavoro è diversa e la cultura è inclusiva ed equa sono più profittevoli. L'analisi di McKinsey & Company del 2020 'Diversity wins: how inclusion matters' dimostra una correlazione tra diversità nella forza lavoro e performance di business. Le aziende che si posizionano nel primo quartile per la presenza di leader donna nel proprio executive team hanno il 25% di probabilità in più di essere più profittevoli rispetto alla media delle aziende peer nello stesso settore che si posizionano nell’ultimo quartile. Maggiore la diversità in termini di genere, migliore la performance finanziaria. In merito a diversità etnica e culturale, i risultati sono altrettanto convincenti. Le aziende che si posizionano nel primo quartile per diversità culturale ed etnica nei propri executive team raggiungono risultati migliori del +36% rispetto alla media di aziende peer posizionate nell’ultimo quartile. Ma la diversità da sola non basta, c’è bisogno di un impegno concreto e intenzionale per creare un ambiente di lavoro inclusivo, in cui le differenze siano valorizzate e celebrate, e ci sia una cultura di rispetto e equità. Così che tutti sentano di appartenere all’azienda, siano a proprio agio, liberi di essere davvero sé stessi e di esprimersi a lavoro. Diversità, inclusione ed equità sono i principi cardine che guidano il nostro business e il modo in cui operiamo, in linea con i valori del nostro fondatore W. K. Kellogg che fu un pioniere nell'impiego di donne nella forza lavoro. Il risultato è una performance sempre positiva che ci ha portato nel 2022 a fatturare, a livello di gruppo, oltre 15.3 miliardi di dollari".
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Kellogg Italia: lavorare bene per vivere meglio

Progetti per il futuro? "Continuiamo a impegnarci in maniera concreta e intenzionale per creare un ambiente di lavoro inclusivo, equo e diverso e le nostre politiche aziendali riflettono il nostro impegno. I temi sui quali ci impegniamo ad intraprendere azioni concrete riguardano la parità di genere, l’inclusione della comunità Lgbtqia+ e la promozione della multiculturalità e della diversità etnica". Insomma, in Kellogg Italia si lavora (bene) per vivere (meglio). Oltre ad aver messo a disposizione dei dipendenti fino a due giorni lavorativi retribuiti, nel corso dell’anno, per svolgere attività di volontariato aziendale presso Croce Rossa Italiana o Banco Alimentare, partner di lungo periodo dell’azienda, già nel 2022 aveva implementato un modello di lavoro flessibile orientato verso una suddivisione al 50% tra tempo lavorativo in ufficio e a distanza, facendo evidentemente tesoro dell’esperienza del lockdown. Un orientamento alla felicità che risponde a tono al fenomeno delle “grandi dimissioni” e dimostra che, restando nel campo delle frasi fatte, non tutto il mondo è paese.