Pride month, i supereroi queer del fumetto: “Ci sono sempre stati, ora sono vincenti”

In occasione del mese dell’orgoglio Panini Comics rinnova il suo impegno per presentare nel suo catalogo storie di inclusione e unicità, con i volumi Dc e Marvel dedicati alla comunità Lgbtq+. Ne parliamo con Giulio Macaione

di MARIANNA GRAZI -
9 giugno 2024
DC Pride 2024 - Midnighter e Apollo

DC Pride 2024 - Midnighter e Apollo

Cosa c’è di più colorato di un fumetto, dei personaggi che lo animano, dei supereroi che salvano il mondo a colpi di armi, laser, poteri magici e chi più ne ha più ne metta? Ecco se si parla di colori, impossibile non elencare quelli che compongono le bandiere che in queste settimane sventola per le strade di tutto il mondo, la bandiera arcobaleno o meglio ancora la cosiddetta ‘Progressive’, in occasione del Pride Month

A giugno, mese che celebra l’inclusività, festeggiando le conquiste e l’orgoglio queer e ribadendo che la libertà di essere se stess* deve valere per ogni persona, questi due mondi si incontrano grazie ad alcune realtà illuminate, come Panini Comics, da sempre in prima linea nel proporre storie che abbraccino l’unicità di chiunque le legga. 

Che anche quest’anno, quindi rinnova l’appuntamento con le più belle antologie queer targate DC e Marvel (oltre alle imperdibili proposte Planet Manga). Ne parliamo con Giulio Macaione, disegnatore e autore, che ha illustrato proprio una di queste storie.  

Giulio Macaione (Instagram)
Giulio Macaione (Instagram)

“In tutto il Multiverso” fa parte del DC Pride di quest’anno. Ma non è la prima volta che contribuisce a questi volumi…

“Ho fatto altre due storie, in realtà. Entrambe su testi di Greg Lockard, la prima per il DC Pride del 2022, che è uscito in Italia l’anno scorso, mentre questa nello specifico, sempre scritta da Greg, negli Stati Uniti non era inclusa in questa DC Pride ma nell’antologia Harley Quinn Romances, che raccoglieva storie a tema romantico tutte con vari personaggi queer e non solo”.

Che tipo di valore ha, a livello sociale, trovare questo tipo di storie a tema queer e con personaggi della comunità Lgbtq+ nei fumetti?

“È importantissimo, fondamentale direi. Soprattutto per una questione di rappresentatività. Nel senso di rappresentare una comunità che storicamente non ha avuto una varietà di narrazioni, ma anzi ha avuto sempre un ruolo marginale nel panorama collettivo. Se poi guardiamo alla comunità Lgbtqia+ fino agli anni Novanta, ma anche fino all’inizio dei Duemil, si trovata sempre come personaggio sconfitto, malato, solo, moribondo perché comunque l’ombra dell’Aids è durata tanti anni anche dopo la fine dell’epidemia. Portare rappresentazioni nuove, protagonisti e protagoniste che siano queer, è fondamentale oggi per dare un panorama più variegato e inclusivo”.

Marvel Pride - Mystica
Marvel Pride - Mystica

Anche per quanto riguarda i supereroi, visto che parliamo di DC (e Marvel)?

“Nello specifico i supereroi sono sempre stati attenti alle differenze: basti pensare agli X Men, che sono tutti personaggi con caratteristiche ben precise ma che vivono in una condizione di mutanti, di emarginati, di diversi. Col passare del tempo la narrazione di personaggi dichiaratamente queer è stata sempre più presente nel fumetto come in tutti i media in realtà, ma il fumetto tuttora gode di una certa libertà nella rappresentazione. Che un po’ in tutti i mercati del fumetto c’è tanto spazio per questo genere di storie, di personaggi, e poca censura”.

Un’antologia come DC Pride o simili non rischiano quindi di rivolgersi a una nicchia troppo ristretta di pubblico?

“No, al contrario. Io penso che il rischio per un personaggio queer di rimanere relegato c’è nel momento in cui viene ritratto, come dicevo prima, come lo sconfitto. Ma nel momento in cui diventa protagonista di storie, diventa vincente, è più facile da identificare e il lettore riesce meglio ad identificarsi con lui. In questo modo la fruizione stessa diventa più ampia. Basti pensare a fumetti e serie tv come Heartstopper (un vero e proprio fenomeno editoriale e televisivo, di massa) che propongono l’immagine di una coppia omosessuale adolescente totalmente positiva e molto leggera”.

Marvel Pride (Panini Comics)
Marvel Pride (Panini Comics)

I tuoi personaggi queer non hanno una caratterizzazione peculiare, che li differenzi, ma sono uguali a tutti gli altri: è una scelta?

Non devono essere ‘diversi’, ma semplicemente si racconta delle loro relazioni e della loro identità sessuale, oltre che emotiva. Però sono appunto Midnighter e Apollo, come gli altri, sono personaggi come tutti gli altri, hanno le classiche caratteristiche di supereroi e se solo non stessero insieme non ci renderemmo conto della loro particolarità. Alcuni di questi personaggi sono nati tantissimi anni fa (hanno una storia editoriale che risale agli anni ’60/’70), quando il loro orientamento sessuale non era neanche dichiarato. Poi col tempo si è deciso di portare alla luce il loro aspetto emotivo, di fargli fare coming out coi lettori. Ma non per questo è cambiata la loro caratterizzazione”.

Il fatto che grandi aziende come Panini si occupino di questi temi, è uno stimolo per il mondo editoriale?

“Assolutamente anche perché da azienda, quando so che un pubblico giovane è abituato a certi tipi di storie, capisco poterne vendere altre e trovare riscontro. Quindi a livello commerciale è una cosa sensata. Poi in realtà i personaggi queer nel fumetto ci sono sempre stati, semplicemente è cambiato un po’ il modo di parlare di loro: un tempo non veniva dichiarata la natura delle relazioni tra due figure, ma se guardo agli anni ’90, per esempio, negli anime e nei manga giapponesi c’erano già tantissimi personaggi queer. In Sailor Moon metà dei personaggi lo era: Sailor Uranus e Sailor Neptune erano chiaramente una coppia di donne, tra i nemici c’ero coppie omosessuali, crossedresser, trans, e anche se la cosa era solo mostrata senza dichiararla, non ci siamo mai stupiti. Oggi è cambiato semplicemente il fatto che un editore, un’autrice, un autore, sono liberi di dire: ‘sì questo personaggio è gay, è trans*, bisessuale, asessuale ecc’. È anche aumentata l’attenzione su queste tematiche per fortuna”.

DC Pride (Panini Comics)
DC Pride (Panini Comics)

È cambiato anche il pubblico?

“Assolutamente, come cambia la società. Oggi chi legge fumetti chiede a gran voce maggiore rappresentatività, narrazioni il più ampie possibili, quindi è giusto dare a tutti un personaggio in cui identificarsi”.

Si aspetta un’ulteriore evoluzione di questo tipo di personaggi?

“Secondo me è già iniziata: ci sono già personaggi queer che non solo sono protagonisti delle storie ma non lo sono perché queer. Inserirne uno in una storia, fino a poco tempo fa, aveva una funzione narrativa, di scoperta della propria identità, della propria sessualità, di accettazione ecc. Oggi assistiamo al cambiamento del personaggio queer che è già queer e non deve più spiegarcelo, il suo arco narrativo riguarda altri argomenti, non più la sfera emotiva, sessuale, identitaria. Questa è l’evoluzione sacrosanta che sta nascendo. Il futuro auspicabile è quello in cui una persona queer non debba più fare coming out: a me nessuno viene a dire ‘sai, sono etero’, è superfluo; l’evoluzione sarà che anche per chi fa parte della comunità Lgbtq+ sia superfluo annunciare la propria identità o orientamento”.

Tra i suoi lettori e lettrici le è capitato di trovare persone che si sono riconosciute in queste figure?

“Sì, tante volte e devo dire che è bello. Al di là di questi fumetti specifici di supereroi, ho sempre cercato di rappresentare i personaggi queer senza puntare i riflettori su questo aspetto, ho sempre cercato di dare per scontato che avessero una vita emotiva, sessuale e sentimentale. Questo aiuta i lettori a considerare ordinaria la questione, non problematizzarla. Di recente però mi è capitato anche che una lettrice particolarmente seguace della chiesa cattolica mi venisse a dire che è un peccato che io rappresenti personaggi gay. Può succedere”.

DC Pride 2024 - Ghost Maker e Catman
DC Pride 2024 - Ghost Maker e Catman

C’è un supereroe che le piacerebbe disegnare?

“Ce ne sono due, entrambi femminili. Una è BatGirl, rimanendo in casa DC. L’altra è una supereroina Marvel, Miss Marvel, una ragazza pachistana, mutante, proveniente da una famiglia tradizionale che si scontra con dinamiche sociali tipiche di un’adolescente del New Jersey che viene da quel contesto”.

E un autore o un’autrice che ammira particolarmente?

“Una delle mie disegnatrici/autrici preferite in assoluto è Becky Cloonan, prima donna a disegnare una storia di Batman; ragazza giovanissima con un talento immenso, che ha avuto tantissimi premi. L’altro è un disegnatore che adoro – rimanendo in Italia –, Matteo Scalera, che ha lavorato con tutti i principali editori di supereroi, è fenomenale”.

All’interno del mondo degli autori di fumetto stesso ci sono persone dichiaratamente Lgbtq+? E questa identità influenza la loro produzione?

“Certo, penso a Jacopo Camagni, disegnatore Marvel o Flavia Biondi, per restare in casa. Ma ce ne sono tantissimi. Ovviamente non significa che questi si dedicano solo a rappresentare il mondo di cui fanno parte, assolutamente no. Anche se, in questo caso specifico, il volere della DC era quello di coinvolgere solo autori e autrici queer per raccontare personaggi queer”.

Pensa che il fumetto possa essere diffuso anche nelle scuole, possa avere un ruolo educativo, in chiave Lgbtq e non solo?

“Certo che sì, anche perché ha il vantaggio di essere facile da leggere. Nasce come linguaggio pop, la sua forza sta nell’immediatezza e nella facilità d fruizione, quindi senza dubbio può avvicinare giovani lettori, magari attraverso la scuola, a tematiche che sarebbero più complicate da capire tramite saggi e romanzi. È un linguaggio universale”.