Giorgia Meloni, cosa c’è dietro la nomina a “persona più potente d’Europa”

La presidente del Consiglio è stata ‘eletta’ dalla testata statunitense la personalità più influente del vecchio continente. Dal legame con il miliardario Musk al trasformismo in politica estera, passando per la politica migratoria (spoiler fallita)

di MARCO PILI
11 dicembre 2024
Giorgia Meloni nominata da Politico "persona più importante d'Europa" (ANSA)

Giorgia Meloni nominata da Politico "persona più importante d'Europa" (ANSA)

Non è certo passata inosservata la recente nomina di Giorgia Meloni, attuale presidente del Consiglio in Italia, a “persona più potente d’Europa”. Un giudizio, quello della testata a stelle e strisce Politico, che appare quantomeno discutibile, soprattutto in funzione delle motivazioni che sono state fornite per giustificare l’attribuzione del gradino più alto del podio.

Una posizione precedentemente occupato da Volodymyr Zelenskyy nel 2023 e Mario Draghi nel 2022, ‘rei’ di aver rispettivamente guidato la risposta di un’intera Nazione all’invasione su larga scala condotta dalla Russia e di aver rivestito un ruolo di riferimento in Italia e in Europa nel periodo post-pandemia.

Meloni persona più potente d’Europa

Ma cambia l’anno, e cambiano anche i criteri. È giunto così il turno della leader di Fratelli d’Italia, già nominata nel report precedentemente pubblicato dal quotidiano per il 2023, che è stata capace di convincere a pieno i redattori e le redattrici degli uffici situati in Virginia, spingendoli a consegnarle l’agognata medaglia d’oro. “Chi chiami se vuoi parlare con l'Europa? Se sei Elon Musk, l'uomo più ricco del mondo e consigliere chiave del presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump, il numero da chiamare è quello di Giorgia Meloni”, afferma la rivista.

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Sono indubbie, infatti, le simpatie tra i due protagonisti del nuovo asse politico che si sta formando tra le due coste dell’Atlantico. Così come lo dovrebbe essere, almeno in teoria, il mandato di arresto per lo stesso Musk che, nel caso in cui detenesse la cittadinanza italiana, verrebbe condannato (chi lo sa…) ad un periodo di reclusione da tre mesi a due anni per aver sfruttato la Gravidanza per altri, considerata dal Belpaese addirittura reato universale.

O ancora, lo stesso Musk dovrebeb essere arrestato in funzione del nuovo codice della strada, avallato dalla stessa Premier e dal suo braccio destro, il Ministro dei trasporti Matteo Salvini, il quale prevede multe da 1.500 a 6.000 euro, pene detentive da 6 mesi a 1 anno, sospensione della patente, eventuale revoca e confisca del veicolo per chi abbia deciso di assumere THC fino a due settimane prima. Una pratica che l’ideatore di PayPal, SpaceX e Tesla ha ammesso più e più volte di effettuare “al fine di reggere i ritmi serrati ai quali è sottoposto”, come da lui dichiarato.

Il fallimento della politica sui migranti

Ma a dipanare ogni possibile dubbio ci stanno pensando gli abbracci e i sorrisi paparazzati ai meeting internazionali di questi giorni, consegnando a Giorgia Meloni anche il primo posto in termini di incoerenza. Dopotutto, senza voler fare di tutta l’erba un fascio, rispettare le promesse è una sfida sempre più ardua per la classe politica, chiamata a bilanciare promesse elettorali ed effettiva attuazione dei progetti. E, solo per portare un esempio, il fallimento della politica migratoria di Meloni citato da Politico come uno dei modelli imposti in Europa è lampante. Il disastro del CPR in Albania, dimostra che non basta evitare di strillare in ogni intervento sui tg nazionali i numeri degli sbarchi per affrontare una tematica dal respiro decisamente più ampio.

La giravolta sullo scacchiere internazionale 

Ciò che è certo è che anche il campionato europeo di trasformismo politico ha visto nella Premier un nuovo astro nascente. E su questo, occorre spezzare una lancia a favore della nomina conferita dalla rivista statunitense. Una lancia che, indubbiamente apre ben altre domande. Da posizioni antisistema tipiche dell’ala di estrema destra, infatti, Giorgia Meloni ha condotto i membri del suo partito sugli scranni più importanti del Parlamento e del Senato, presentandosi in Europa come un’interlocutrice ben più pacata e affidabile di quanto visto negli scorsi anni. Una persona atlantista, a tratti europeista, in grado di dialogare con diverse tipologie di interlocutori. In sostanza, un’altra persona rispetto a quei Fratelli d’Italia che, fino a poco tempo fa, non nascondevano il loro supporto a Casapound, adesso occultato in funzione di un rifacimento istituzionale delle facciate di partito.

Ma, nonostante questi imperanti mutamenti, FdI non cala nei sondaggi, e Giorgia Meloni raccoglie sempre più consensi, in Italia e all’estero. La domanda, dunque, sorge spontanea. Qual è lo stato di salute di un’opinione pubblica sempre più accecata da odio e intolleranza, nonché sempre meno empatica e raziocinante? Ai posteri l’ardua sentenza.