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Home » Scienze e culture » L’uso di cannabis aumenta la soddisfazione sessuale. I ricercatori: “Riduce le disparità di genere”

L’uso di cannabis aumenta la soddisfazione sessuale. I ricercatori: “Riduce le disparità di genere”

Uno studio pubblicato sul "Journal of Cannabis Research" dimostra che le donne potranno raggiungere anche orgasmi multipli

Maurizio Costanzo
31 Gennaio 2023
La coltivazione della canapa è una delle più antiche nella storia dell'umanità (Ansa)

La coltivazione della canapa è una delle più antiche nella storia dell'umanità (Ansa)

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Quella della canapa è una coltivazione molto antica, forse addirittura una delle prime della storia dell’umanità. Ci sono prove, infatti, che dimostrano la sua presenza in Cina già a partire dal 4.000 avanti Cristo. Con il passare dei secoli, le piante di cannabis sono state usate in tutto il mondo, dal Medio Oriente all’Europa passando per la Russia: si è fatto riferimento ad esse, per esempio, a mo’ di medicinale allo scopo di alleviare i dolori e i crampi alle giunture.

Fumare cannabis favorisce il rapporto sessuale. Lo dimostra lo studio pubblicato sul Journal of Cannabis Research (Wikipedia)

L’uso di cannabis aumenta la soddisfazione sessuale

Va detto, tuttavia, che nel recente passato lo scenario è mutato, almeno in parte. La ricerca del cannabidiolo, così come le sue nuove applicazioni, ha dovuto fare i conti con un brusco stop per effetto delle restrizioni legali che sono state applicate sulla cannabis psicoattiva. Ora però i ricercatori hanno scoperto un nuovo ‘beneficio’, a tutto vantaggio del gentil sesso: proprio la cannabis infatti potrebbe essere la chiave che le donne possono utilizzare per raggiungere i tanto agognati orgasmi multipli.

La buona notizia arriva da uno studio condotto dalla East Carolina University e dalla North Carolina State University e pubblicato sul Journal of Cannabis Research. Da cosa deriva questo beneficio in termine di ‘climax’? Dal rilassamento e dal relativo e conseguente aumento del desiderio nelle donne. In estrema sintesi, i ricercatori ritengono che fumare cannabis prima di un rapporto sessuale o della masturbazione favorisca tutto questo. Lo studio ha coinvolto centinaia di partecipanti e i risultati sono stati ottimi: il 70 per cento di questi, sia uomini che donne, ha riportato un aumento della soddisfazione sessuale dopo l’uso di cannabis. I ricercatori ipotizzano che il rilassamento sia dovuto al THC, uno dei principi attivi della pianta di cannabis più conosciuti, e questo significa che essa potrebbe essere utilizzata per il trattamento di disfunzioni sessuali.

La cannabis per ridurre le disparità di genere

Come questo avviene questo processo? La spiegazione scientifica parte dalla struttura chimica del THC, che è simile all'”anandamide” del cervello. Agendo come un neurotrasmettitore, invia di fatto dei ‘messaggi chimici’ tra le cellule in tutto il sistema nervoso. Questi neurotrasmettitori a loro volta influenzano le aree del cervello legate, alla memoria, alla concentrazione, al movimento, alla percezione sensoriale e del tempo e ovviamente al piacere. Il THC viene riconosciuto dall’organismo e può alterare la normale comunicazione cerebrale.

“Nel complesso – spiegano i ricercatori – l’uso della cannabis tende ad avere un’influenza positiva sul funzionamento sessuale e sulla soddisfazione percepita degli individui, nonostante il sesso o l’età. In aggiunta a questo la cannabis potrebbe aiutare a ridurre anche le disparità di genere nel piacere sessuale”. E ancora: “Mentre più del 90 per cento degli uomini riferisce di provare di solito l’orgasmo durante il sesso, meno del 50 per cento delle donne sperimenta regolarmente l’orgasmo durante il rapporto e solo il 6 per cento ha riferito di provare sempre un orgasmo durante il sesso”. Lo studio ha anche esaminato se la cannabis può aumentare il tatto, il gusto e l’olfatto, sensi che possono “creare” o “distruggere” incontri sessuali. Oltre il 70 per cento dei partecipanti ha riportato che dopo la cannabis il tatto e il gusto si intensificano e questo potrebbe aumentare la soddisfazione sessuale generale perché i due sensi sono parti importanti durante il rapporto. E lo sono ancora di più per le donne.

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  • "Ora dobbiamo fare di meno, per il futuro".

Torna anche quest’anno l
  • Per una detenuta come Joy – nigeriana di 34 anni, arrestata nel 2014 per possesso di droga – uscire dal carcere significherà dover imparare a badare a se stessa. Lei che è lontana da casa e dalla famiglia, lei che non ha nessuno ad aspettarla. In carcere ha fatto il suo percorso, ha imparato tanto, ha sofferto di più. Ma ha anche conosciuto persone importanti, detenute come lei che sono diventate delle amiche. 

Mon solo. Nella Cooperativa sociale Gomito a Gomito, per esempio, ha trovato una seconda famiglia, un ambiente lavorativo che le ha offerto “opportunità che, se fossi stata fuori dal carcere, non avrei mai avuto”, come quella di imparare un mestiere e partecipare ad un percorso di riabilitazione sociale e personale verso l’indipendenza, anche economica.

Enrica Morandi, vice presidente e coordinatrice dei laboratori sartoriali del carcere di Rocco D’Amato (meglio noto ai bolognesi come “La Dozza”), si riferisce a lei chiamandola “la mia Joy”, perché dopo tanti anni di lavoro fianco a fianco ha imparato ad apprezzare questa giovane donna impegnata a ricostruire la propria vita: 

“Joy è extracomunitaria, nel nostro Paese non ha famiglia. Per lei sarà impossibile beneficiare degli sconti di pena su cui normalmente possono contare le detenute italiane, per buona condotta o per anni di reclusione maturati. Non è una questione di razzismo, è che esistono problemi logistici veri e propri, come il non sapere dove sistemare e a chi affidare queste ragazze, una volta lasciate le mura del penitenziario. Se una donna italiana ha ad attenderla qualcuno che si fa carico di ospitarla, Joy e altre come lei non hanno nessun cordone affettivo cui appigliarsi”.

L
  • Presidi psicologici, psicoterapeutici e di counselling per tutti gli studenti universitari e scolastici. Lo chiedono l’Udu, Unione degli universitari, e la Rete degli studenti medi nella proposta di legge ‘Chiedimi come sto’ consegnata a una delegazione di parlamentari nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio.

La proposta è stata redatta secondo le conclusioni di una ricerca condotta da Spi-Cgil e Istituto Ires, che ha evidenziato come, su un campione di 50mila risposte, il 28 per cento abbia avuto esperienze di disturbi alimentari e oltre il 14 di autolesionismo.

“Nella nostra generazione è ancora forte lo stigma verso chi sta male ed è difficile chiedere aiuto - spiega Camilla Piredda, coordinatrice nazionale dell’Udu - l’interesse effettivo della politica si è palesato solo dopo il 15esimo suicidio di studenti universitari in un anno e mezzo. Ci sembra assurdo che la politica si interessi solamente dopo che si supera il limite, con persone che arrivano a scegliere di togliersi la vita.

Dall’altro lato, è positivo che negli ultimi mesi si sia deciso di chiedere a noi studenti come affrontare e come risolvere, il problema. Non è scontato e non è banale, perché siamo abituati a decenni in cui si parla di nuove generazioni senza parlare alle nuove generazioni”.

#luce #lucenews #università
  • La polemica politica riaccende i riflettori sulle madri detenute con i figli dopo la proposta di legge in merito alla detenzione in carcere delle donne in gravidanza: già presentata dal Pd nella scorsa legislatura, approvata in prima lettura al Senato, ma non alla Camera, prevedeva l’affido della madre e del minore a strutture protette, come le case famiglia, e vigilate. La dichiarata intenzione del centrodestra di rivedere il testo ha messo il Pd sul piede di guerra; alla fine di uno scontro molto acceso, i dem hanno ritirato il disegno di legge ma la Lega, quasi per ripicca, ne ha presentato uno nuovo, esattamente in linea con i desideri della maggioranza.

Lunedì non ci sarà quindi alcuna discussione alla Camera sul testo presentato da Debora Serracchiani nella scorsa legislatura, Tutto ripartirà da capo, con un nuovo testo, firmato da due esponenti del centrodestra: Jacopo Morrone e Ingrid Bisa.

“Questo (il testo Serracchini) era un testo che era già stato votato da un ramo del Parlamento, noi lo avevamo ripresentato per migliorare le condizioni delle detenute madri – ha spiegato ieri il dem Alessandro Zan – ma la maggioranza lo ha trasformato inserendovi norme che di fatto peggiorano le cose, consentendo addirittura alle donne incinte o con figli di meno di un anno di età di andare in carcere. Così non ha più senso, quindi ritiriamo le firme“.

Lo scontro tra le due fazioni è finito (anche) sui social media. "Sul tema delle borseggiatrici e ladre incinte occorre cambiare la visione affinché la gravidanza non sia una scusa“ sottolineano i due presentatori della proposta.

La proposta presentata prevede modifiche all’articolo 146 del codice penale in materia di rinvio obbligatorio dell’esecuzione della pena: “Se sussiste un concreto pericolo di commissione di ulteriori delitti – si legge nel testo presentato – il magistrato di sorveglianza può disporre che l’esecuzione della pena non sia differita, ovvero, se già differita, che il differimento sia revocato. Qualora la persona detenuta sia recidiva, l’esecuzione della pena avviene presso un istituto di custodia attenuata per detenute madri“.

#lucenews #madriincarcere

Quella della canapa è una coltivazione molto antica, forse addirittura una delle prime della storia dell’umanità. Ci sono prove, infatti, che dimostrano la sua presenza in Cina già a partire dal 4.000 avanti Cristo. Con il passare dei secoli, le piante di cannabis sono state usate in tutto il mondo, dal Medio Oriente all’Europa passando per la Russia: si è fatto riferimento ad esse, per esempio, a mo’ di medicinale allo scopo di alleviare i dolori e i crampi alle giunture.

Fumare cannabis favorisce il rapporto sessuale. Lo dimostra lo studio pubblicato sul Journal of Cannabis Research (Wikipedia)

L'uso di cannabis aumenta la soddisfazione sessuale

Va detto, tuttavia, che nel recente passato lo scenario è mutato, almeno in parte. La ricerca del cannabidiolo, così come le sue nuove applicazioni, ha dovuto fare i conti con un brusco stop per effetto delle restrizioni legali che sono state applicate sulla cannabis psicoattiva. Ora però i ricercatori hanno scoperto un nuovo 'beneficio', a tutto vantaggio del gentil sesso: proprio la cannabis infatti potrebbe essere la chiave che le donne possono utilizzare per raggiungere i tanto agognati orgasmi multipli.

La buona notizia arriva da uno studio condotto dalla East Carolina University e dalla North Carolina State University e pubblicato sul Journal of Cannabis Research. Da cosa deriva questo beneficio in termine di 'climax'? Dal rilassamento e dal relativo e conseguente aumento del desiderio nelle donne. In estrema sintesi, i ricercatori ritengono che fumare cannabis prima di un rapporto sessuale o della masturbazione favorisca tutto questo. Lo studio ha coinvolto centinaia di partecipanti e i risultati sono stati ottimi: il 70 per cento di questi, sia uomini che donne, ha riportato un aumento della soddisfazione sessuale dopo l'uso di cannabis. I ricercatori ipotizzano che il rilassamento sia dovuto al THC, uno dei principi attivi della pianta di cannabis più conosciuti, e questo significa che essa potrebbe essere utilizzata per il trattamento di disfunzioni sessuali.

La cannabis per ridurre le disparità di genere

Come questo avviene questo processo? La spiegazione scientifica parte dalla struttura chimica del THC, che è simile all'"anandamide" del cervello. Agendo come un neurotrasmettitore, invia di fatto dei 'messaggi chimici' tra le cellule in tutto il sistema nervoso. Questi neurotrasmettitori a loro volta influenzano le aree del cervello legate, alla memoria, alla concentrazione, al movimento, alla percezione sensoriale e del tempo e ovviamente al piacere. Il THC viene riconosciuto dall'organismo e può alterare la normale comunicazione cerebrale.

"Nel complesso - spiegano i ricercatori - l'uso della cannabis tende ad avere un'influenza positiva sul funzionamento sessuale e sulla soddisfazione percepita degli individui, nonostante il sesso o l'età. In aggiunta a questo la cannabis potrebbe aiutare a ridurre anche le disparità di genere nel piacere sessuale". E ancora: "Mentre più del 90 per cento degli uomini riferisce di provare di solito l'orgasmo durante il sesso, meno del 50 per cento delle donne sperimenta regolarmente l'orgasmo durante il rapporto e solo il 6 per cento ha riferito di provare sempre un orgasmo durante il sesso". Lo studio ha anche esaminato se la cannabis può aumentare il tatto, il gusto e l'olfatto, sensi che possono "creare" o "distruggere" incontri sessuali. Oltre il 70 per cento dei partecipanti ha riportato che dopo la cannabis il tatto e il gusto si intensificano e questo potrebbe aumentare la soddisfazione sessuale generale perché i due sensi sono parti importanti durante il rapporto. E lo sono ancora di più per le donne.

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